Stallo nel governo, salta la riunione a Palazzo Chigi su cabina di regia e commissari: accordo in alto mare. L'ex premier: "Se le cose rimangono come sono voteremo contro". Boschi: "Se devono solo tirare a campare, possono farlo senza di noi". Rosato: "Se servono i tecnici allora facciamoli governare....". E anche Marcucci (Pd): "Affinare i meccanismi e coinvolgere il Parlamento". Crimi: "Fondamentale una struttura efficiente". Il vicesegretario Pd Orlando: "Abbassare i toni e pesare le parole". Italia Viva tira la corda sulla cabina di regia governativa per il Recovery Fund, in cui non ha rappresentanti, e la struttura di commissari che dovrebbe supervisionare i progetti da finanziare con i 209 miliardi di euro in arrivo dall’Unione Europea. E passa dalla minaccia di rottura al ricatto. Maria Elena Boschi fa da apripista, Ettore Rosato mischia le carte e Matteo Renzi ci mette il carico. La sostanza è un affondo verbale e l’avviso di un voto contrario che rischia di provocare la crisi tra governo e renziani.
“Spero di no, ma temo di sì”, dice al Corriere della Sera l’ex ministra delle Riforme e ribadisce il leader di Italia Viva al Tg2. “Se le cose rimangono come sono voteremo contro”, sintetizza l’ex premier. E ancora, parlando di “pasticcio istituzionale”, nel pomeriggio: “Conte sulla cabina di regia sta facendo un errore che può evitare fermandosi. Non credo che il premier vada avanti, credo che cambierà idea. A meno che non abbia accordi con altri, cioè se ha una maggioranza che non conosciamo, altrimenti si ferma. Secondo me Conte non si impunta, se lo fa il Parlamento è sovrano”, insiste e respinge l’idea che il “problema” sia “quello di voler stare a tavola per spartire la torta” perché “sarebbe offensivo pensare” che “ci accontentino dando qualche prebenda”. Marcucci: “Coinvolgere Parlamento”. Orlando: “Abbassare i toni” – Nei fatti, il Consiglio dei ministri previsto per continuare l’esame del Recovery Plan e della task force sull’attuazione dei progetti è stato rinviato. Italia Viva non molla e la maggioranza fibrilla. E anche il capogruppo del Pd al Senato, Andrea Marcucci, puntualizza che “un affinamento di quei meccanismi va fatto” e chiede “un maggiore coinvolgimento del Parlamento”. Mentre il M5s ritiene “fondamentale” la ‘messa a punto’ di “una struttura efficiente e qualificata” per la gestione del Recovery plan: “Le discussioni e polemiche in corso non sono certo di aiuto, perché finiscono con lo svilire un lavoro che viene portato avanti con accuratezza ed equilibrio”, dice il capo politico del Movimento 5 Stelle Vito Crimi. A far da paciere interviene Andrea Orlando: “Abbassare i toni, pesare le parole, coinvolgere ed includere. Il Paese è già molto provato e non ha bisogno di altri conflitti. Lavoriamo insieme per spendere bene e rapidamente tutte le risorse disponibili”, scrive su Twitter il vice-segretario dem che a maggio, riferendosi al decreto Ristori, aveva avvertito riguardo al possibile assalto alla diligenza perché “i soldi fanno gola a molti”.
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dall'articolo di F. Q. per IlfattoQuotidiano.it