Sarebbe interessante sentire da Matteo Renzi che cosa si aspetta dalla gestione dei fondi europei fatta da Salvini, magari su carta intestata dei suoi commercialisti, visto che il piano presentato dal premier Conte e la cabina di regia sulla spesa del Recovery Fund non soddisfano il leader di Italia Viva. La struttura a cui si vuole affidare la gestione delle risorse – task force, super manager, ecc. – è oggettivamente larga e nonostante un coordinamento più snello affidato al capo del Governo e ai ministri dell’Economia e dello Sviluppo, si rischia di infilare altra burocrazia in una macchina dello Stato dove con tanti galli a cantare non fa mai mattino. Da qui, però, a mettere in discussione la stessa esistenza dell’Esecutivo se i renziani non avranno uno strapuntino lì dove passano i soldi è un gioco pericoloso. E con le opposizioni disposte a tutto pur di dare la spallata a Conte, l’esasperazione nel Paese per il Covid e la crisi economica, senza parlare delle fibrillazioni sul Mes, c’è il rischio di far precipitare tutto, con molte più probabilità di andare a nuove elezioni che di ottenere un rimpasto, far fuori l’attuale presidente del Consiglio e consegnare chissà quali poltrone allo statista di Rignano. Perciò Renzi sta giocando una partita di potere senza carte in mano, con la sola possibilità di gettare all’aria il tavolo, come i leghisti e dintorni sperano pregando tutti i giorni il sacro cuore di Maria.
D’altra parte, la posta in palio è altissima. Dalla bozza entrata ieri in Consiglio dei ministri – e che Renzi ha letto dalle agenzie visto che i suoi ministri hanno abbandonato Palazzo Chigi – ci sono quasi cinquanta miliardi per accompagnare la transizione energetica e altrettanti per il digitale, oltre alla prima possibilità concreta di fare la riforma fiscale, dopo decenni di promesse e una tassazione indecente sul ceto medio. Perdere quest’occasione non ha prezzo, e i malpancisti dei Cinque Stelle che stanotte decideranno come votare domani in parlamento, dovrebbero pensarci alla pari di Renzi. Se perdiamo il Recovery Fund o lo facciamo gestire al Centrodestra degli affari, i responsabili di un tale scempio non sperino nemmeno che un giorno li si possa perdonare.
Articolo/editoriale di Gaetano Pedullà per LaNotiziaGiornale.it