E quindi ieri, 13 dicembre, gli italiani si sono riversati sulle strade per la montagna (innevatissima, quest’anno, neanche farlo apposta), nei bar a fare aperitivi e per le vie dello shopping, con l’urgenza di arraffare l’ultimo paio di calzini antiscivolo per il nonno. Questo nonostante i 400/800 morti, a seconda del bollettino funebre del giorno, e i contagi tutt’altro che sotto controllo. E che non siano sotto controllo lo dicono i numeri: siamo assestati da giorni intorno ai 20.000 contagi giornalieri e facciamo meno tamponi di qualche settimana fa. Per intenderci, la Germania ha annunciato un nuovo lockdown con 30.000 contagi, il doppio dei tamponi (ne sta facendo circa 2 milioni a settimana) e 20 milioni di abitanti in più. Ah, e con 20.000 posti di terapia intensiva più di noi. (Più altri 10.000 all’occorrenza). Noi, invece, stiamo sfumando i colori. I dpcm non sono più dpcm, le ordinanze non sono più ordinanze, sono pitture ad acquerello. Il rosso si sfuma e diventa arancione, il giallo si fa quasi verde, l’arancione si annacqua, tutto diventa una natura morta con cipolle e agrumi. Col risultato è che nessuno, in qualunque zona del paese si trovi, si ricorda più cosa può fare e cosa no.
L’altro giorno io e il mio fidanzato googolavamo per capire se lui mi potesse venire a prendere in stazione, lui sosteneva che in una zona rossa debba tornare a piedi da Rogoredo, io che in gialla si possa tornare in monopattino, lui che in arancione valga solo l’autostop. E questo vale ormai sempre, non ci ricordiamo più se il ferramenta è aperto, a che ora si debba tornare a casa, in quanti ci si possa sedere a tavola, se tra comuni ora ci sia il via libera o tra i confini ci siano i checkpoint come a Gaza, se per passare da una regione all’altra serva il permesso dell’ambasciata. Perfino Gallera si è confuso, aveva la musica nelle orecchie, le gambe andavano, è già tanto che non lo abbiamo dovuto ripescare nel Naviglio con le biciclette del comune e vecchi pneumatici.
È in questo clima di confusione totale che, sorpresa delle sorprese, ieri la gente è uscita di casa per passeggiare tra le luminarie e prendere d’assalto i negozi e i ristoranti. La Lombardia, tra l’altro, è passata da zona arancione a gialla proprio ieri. Proprio il giorno di Santa Lucia, di domenica, a dieci giorni dal Natale. Una decisione chiaramente anti-assembramenti. Le scene a cui si è assistito (Piazza Duomo che pareva un formicaio, la via centrale di Monza come l’incrocio di Shibuya a Tokyo, Via del Corso a Roma che veniva chiusa a intermittenza per la folla, le strade venete per la montagna trasformate in serpentoni interminabili di auto e così via) sono il risultato (inevitabile) non di una scelta, ma di più scelte. Un concorso di colpe da cui nessuno si può tirare indietro. Chiunque provi a scaricare sull’altro, è in cattiva fede.
......................
dall'articolo di Selvaggia Lucarelli per TPI.it
foto di Milano e Roma il 13 dicembre 2020