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Solo nelle ultime 24 ore sono stati accertati altri 3.320 casi, in salita rispetto a martedì scorso, mentre nel resto d'Italia la curva rallenta. Ogni 14 giorni si registrano più di mille decessi. La denuncia del direttore di due terapie intensive dell'azienda ospedaliera di Padova: "Noi abbiamo solo quattro posti liberi". Se "l'incendio" non verrà spento, "facendo calare malati e ricoveri, rischiamo il default del sistema".  A Verona, una delle province più colpite dal punto di vista sanitario, le prestazioni ordinarie sono state ridotte del 30 per cento, mentre a Padova i sindacati sono in rotta con i vertici degli ospedali per l’infezione che corre tra i sanitari e i turni massacranti a cui sono sottoposti da mesi.  Il governatore Luca Zaia ammette che “la situazione in Veneto è pesante. I ricoveri sono molti: stiamo infatti parlando di oltre 3mila pazienti ricoverati, praticamente mille in più rispetto al picco di marzo-aprile e si tratta di pazienti che hanno una patologia contagiosa e complicata“, ha spiegato in conferenza stampa.

D’altronde i numeri dell’ultimo bollettino non lasciano spazio a dubbi: nelle ultime 24 ore sono stati accertati 3.320 nuovi contagi (martedì scorso erano 3.145) e 165 morti, il picco dall’inizio della pandemia (il totale sfiora quota 5mila). Azienda Zero fa sapere che il numero dei decessi è dovuto ai ritardi nella comunicazione dei dati accumulati durante il weekend, ma anche gli altri indicatori fotografano le difficoltà della Regione: nei reparti Covid degli ospedali sono stati occupati altri 57 posti letto, portando il totale a 2.951. Stabili a 373 i ricoveri in terapia intensiva. Il presidente leghista spiega che non va meglio nelle case di riposo, dove la mortalità è aumentata rispetto a marzo. Poi però precisa: “Ci aspettavamo una seconda ondata così intensa, infatti abbiamo passato l’estate a rinforzare la sanità, i posti letto in ospedale e le terapie intensive e abbiamo anche sperimentato tutti i test sul mercato”.

Resta il fatto che la classificazione della Regione in zona gialla, rivendicata sin dal novembre scorso da Zaia come un successo del proprio modello sanitario e finora mai cambiata, potrebbe aver accelerato l’andamento della curva epidemiologica. Lo dimostrano i dati storici, che presentano una regolarità drammatica. Un mese fa, il 15 novembre, il numero dei positivi aveva superato di poco quota 100mila. Oggi il numero è raddoppiato. Non solo: rispetto alle altre Regioni, dove su base settimanale i nuovi casi sono in calo, qui continuano ad aumentare (+15,6% in 7 giorni). Anche l’incidenza dell’infezione è ai massimi: il virus colpisce 523 cittadini ogni 100mila abitanti, mentre la media italiana è a 189 su 100mila. La sequenza dei decessi, inoltre, presenta un incremento di circa mille unità ogni due settimane: il 15 novembre erano stati 2.845; due settimane dopo, l’1 dicembre, sono sono cresciuti di 1.005 unità, arrivando a 3.849. Ancora un giorno e potrebbero arrivare a 5mila.

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dall'articolo di Giuseppe Pietrobelli   per IlFattoQuotidiano.it

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