Solo gli incontri di boxe truccati durano così poco. O i confronti politici quando servono a prendere tempo e a raffreddare la tensione. L’epilogo di questa crisi non era ieri, e ancora non si sa quando sarà. Non lo sa Giuseppe Conte, ma forse lo sa un po’ di più Matteo Renzi che come da copione si presenta con la delegazione di Italia Viva a Palazzo Chigi e ci resta una mezz'oretta scarsa. Un confronto lampo per non dare modo al premier di fare ricorso alle arti avvocatesche della persuasione e della mediazione. Conte ha in mano il documento di cinque pagine che il senatore fiorentino gli ha inviato la sera prima. Là dentro, secondo i renziani, è contenuto il destino del governo. Il presidente del Consiglio dice: «Interessante e utile per il confronto». E cos’altro, poteva dire? Tempo: è quello che serve a entrambi, sia a Conte sia a Renzi. Al primo per avere conferma che il leader di Iv stia facendo sul serio, al secondo per vedere maturare il senso di una crisi a cui va consegnata una conclusione. Forse non basterà un tavolo con tutti i partiti di maggioranza che il premier si appresta a convocare, ma se sarà il rimpasto a sigillare la fine, come tutti ormai nel governo prevedono, servirà un pretesto, un’occasione, il classico momento giusto. Renzi non appare intenzionato a concedere una tregua lunga. Entro i primi di gennaio vuole una risposta. «Vado avanti come previsto, pronto a ritirare i ministri», è quello che dice e fa dire ai suoi, compresi i presenti all’incontro, i due capigruppo Maria Elena Boschi e Davide Faraone, la capodelegazione e ministra Teresa Bellanova, Elena Bonetti e il presidente di Iv Ettore Rosato.
Il clima è cordiale, il confronto, ammette Conte, «franco». La più pungente resta Bellanova. Quando il premier, ripercorrendo la storia di questo governo, ricorda come un’«anomalia» la nascita per scissione di Iv la ministra dell’Agricoltura interviene decisa e lo interrompe: «Basta con la storia che l'anomalia siamo noi. Semmai, la vera anomalia è avere lo stesso premier in due governi di opposto colore politico». Per il resto del colloquio non si addentrano troppo nei dettagli delle proposte. E sfiorano soltanto gli argomenti più duri, i macigni che non sono facilmente aggirabili.
Il Mes, innanzitutto. Conte spiega l’ovvio: che il M5S è contrario ad attivare i 36 miliardi europei della linea di credito sanitaria e che in tanti non la considerano così conveniente come appare. Sul Recovery fund la disponibilità del capo del governo è invece più ampia. È aperto, come aveva già anticipato, a una revisione del piano, delle cifre stanziate e delle quote, da ridefinire anche a livello parlamentare, mentre sulla task force che avrà la responsabilità di monitorare l’avanzamento dei progetti si soffermano quanto basta per capire che il premier non ha intenzione di smantellare la struttura. Non si danno ufficialmente una scadenza. Ma la risposta, secondo Renzi, dovrà arrivare più o meno entro l’Epifania e la ripresa della piena attività parlamentare a gennaio. «Per noi i tempi non saranno lunghi» conferma Bellanova.
Difficile però, secondo quanto filtra, che Conte riuscirà a convincere i grillini sul Mes. Né sembra intenzionato a mollare la delega sui servizi segreti, che è una delle richieste contenute nella lettera di Iv. Se Renzi dovesse trasformare la gestione e la responsabilità sulle agenzie di intelligence in una condizione sufficiente per rompere, il ritiro delle ministre dal governo sarebbe immediato. A quel punto si aprirebbero diversi scenari. E il più probabile, nonostante le smentite, continua a rimanere il rimpasto. Al vertice di Palazzo Chigi è presente Rosato. Secondo fonti renziane sarebbe lui il prescelto per il ministero più pesante che incasserebbe Italia Viva in caso di tagliando alla squadra. Nelle previsioni di queste ore, Rosato sarebbe destinato ai Trasporti. Anche se nella maggioranza non si esclude l’Interno come ministero di destinazione al posto della “tecnica” Luciana Lamorgese, considerando anche il fatto che il deputato ex Pd può vantare un’esperienza da sottosegretario al Viminale.
Articolo di ILaStampa.it per