crisi di governo conte responsabili nuovo gruppo diventerà partitoUn patto di ferro con il Pd e il M5s: si va avanti senza Italia Viva, a qualunque costo, anche con una maggioranza relativa al Senato. L’alternativa sono solo le elezioni anticipate a giugno. Sarebbe questo l’orientamento del premier Giuseppe Conte, che nelle ultime ore sta prendendo atto del niet di molti potenziali responsabili e della difficoltà, almeno da qui a martedì, di costruire una maggioranza alternativa a quella con IV.  Ma l’avvocato non ha nessuna intenzione di arrendersi né di ascoltare le sirene di Italia Viva. E’ stato lo stesso Renzi, in un’intervista al Corriere della Sera, a rilanciare sul rientro di IV in maggioranza. Senza i responsabili, dopo il no dell’Udc, sembrerebbe l’unica soluzione per garantire al Governo una navigazione tranquilla (almeno in termini numerici) fino a fine legislatura.  Ma lo strappo di Renzi non è stato affatto digerito e, forte dell’appoggio del Pd e dei Cinque Stelle, Conte si sta convincendo a non cedere. Martedì ci sarà il voto di fiducia in Senato: se Italia Viva confermerà l’astensione, l’esecutivo potrebbe incassare la fiducia anche con meno di 161 voti.  A quel punto la linea sarebbe quella di lasciare liberi i ministeri prima occupati da Bellanova e Bonetti in attesa che i responsabili si palesino cammin facendo, magari ingolositi dalle poltrone rimaste vacanti. Un Governo che, insomma, si trascinerebbe in attesa di rafforzarsi più avanti, col placet del Quirinale e persino dell’Unione europea, spaventata dall’ipotesi di elezioni anticipate e di un nuovo esecutivo sovranista in piena pandemia.

Se, però, il voto di martedì andasse male, Conte a quel punto salirebbe al Colle e la palla passerebbe a Mattarella. Il premier conta sulla fedeltà di dem e pentastellati ed è convinto che non esistano maggioranze alternative. Niente Conte ter, che del resto non avrebbe i numeri, e niente Governi tecnici.

In altre parole, se questo esecutivo non trovasse i parlamentari per andare avanti, si aprirebbe la strada delle elezioni anticipate. Quella di Conte è comunque una scommessa: dire no a Renzi confidando nella fedeltà di Pd e Cinque Stelle, nonostante, come riportato da diversi retroscena in queste ore, tra i grillini ci sia chi vorrebbe una riapertura del dialogo con Italia Viva.

Quel che è certo è che, dopo il no dell’Udc, è sfumato il progetto di un nuovo soggetto centrista e contiano in grado di salvare il Governo e di costituirsi in partito politico guidato proprio dal premier. Italia Viva, dal canto suo, sembra più compatta del previsto: al momento solo il deputato Vito De Filippo ha annunciato il passaggio al Pd. A Palazzo Madama tutto tace e la truppa renziana sembra destinata a non perdere pezzi.

In questo scenario Conte, se conferma la chiusura nei confronti di Renzi, può giocarsi solo l’azzardo del Governo di minoranza, nella speranza che i responsabili lievitino col trascorrere dei giorni ma con lo spettro delle elezioni a giugno.

Articolo di Luca Serafini per TPI.it

 

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