La Francia elogia Carola e fa la morale all'Italia. Ma al confine fa di peggio. Le accuse: "Così mi hanno insultato". "Quando la polizia francese ha capito che sono algerino ha iniziato a insultarmi in arabo". Hamid è un migrante, uno dei tanti che incontriamo a metà del ponte che divide la Francia dal Belpaese. È stato fermato sul treno che da Ventimiglia porta a Mentone e costretto dopo mezz'ora a tornare da dove era venuto. In Italia. I gendarmi hanno solo dato un'occhiata ai documenti, hanno compilato in pochi minuti un foglio per il respingimento e poi l'hanno invitato a ripassare il confine nel minor tempo possibile. Le richieste di Hamid sono state stroncate da insulti: "Mi hanno detto 'Fuck your mother'. Sono dei razzisti".
Le parole del giovane migrante aprono un'altra crepa nel castello buonista di Macron. Sono il racconto di una Francia "razzista" alla frontiera ma che predica le porte aperte a Parigi. Che immagina il Belpaese come porto sicuro d'Europa. Che dall'Eliseo invia bordate contro le politiche di Salvini ("comportamento inaccettabile", ebbe a dire la portavoce del governo) e poi a Ventimiglia usa il pugno duro. Se non di ferro. Una Francia che premia la capitana della Sea Watch 3, Carola Rackete, che finanzia le Ong in rotta verso le coste della Libia e poi barrica i confini terrestri con l'Italia. Un comportamento quantomeno ambiguo.
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dall'articolo di Giuseppe De Lorenzo Costanza Tosi per IlGiornale.it