La frase pronunciata in commissione Giustizia dall'esponente del Movimento Massimo Felice De Rosa. Le parlamentari sporgono querela per ingiuria, trascrivendo l'insulto. Tra loro anche Alessandra Moretti, ex portavoce di Pierluigi Bersani. Lui dice: "Non mi riferivo a nessuno in particolare, neanche a lei". “Voi donne del Pd siete qui perché siete brave solo a fare i pompini“. Massimo Felice De Rosa del Movimento 5 Stelle si sarebbe rivolto così alle colleghe democratiche in Commissione giustizia alla Camera. Parole che hanno spinto alcune deputate a querelarlo per ingiuria. Tra loro c’è anche Alessandra Moretti, ex portavoce di Pierluigi Bersani.
Lui replica così: “Dicono il falso. Ho detto che qua dentro [in commissione, ndr] sono entrati solo perché conoscevano qualcuno di importante o avevano fatto qualche favore sessuale. Mi riferivo a tutti: uomini e donne. Non mi riferivo a nessuno in particolare, neanche alla Moretti”. Sull’episodio interviene anche il presidente della Camera Laura Boldrini che definisce “gravissime” le “ingiurie sessiste nei confronti delle deputate”.
Tutto è accaduto nella serata del 29 gennaio, quando alle 21 era stata convocata la commissione “per la discussione e votazione sugli emendamenti al decreto 146/13”, che riguarda i “diritti fondamentali dei detenuti e la riduzione controllata della popolazione carceraria”. Le parlamentari che hanno sporto denuncia hanno spiegato ai pubblici ufficiali che “i deputati del Movimento 5 Stelle impedivano il regolare svolgimento dell’attività parlamentare, bloccando i lavori della Commissione e occupando l’aula stessa”.
Tra loro c’era De Rosa che aveva “un casco da moto in mano e che veniva trattenuto da due commessi in servizio perché molto agitato”. Il parlamentare, nel corso della seduta, si è quindi rivolto alle colleghe con quelle parole. Una scena a cui hanno assistito anche Massimiliano Fedriga e Nicola Molteni della Lega Nord oltre ai piddini Walter Verini, Ivan Scalfarotto, Franco Vazio e David Ermini. A firmare la querela, oltre a Moretti, ci sono le deputate democratiche Micaela Campana, Fabrizia Giuliani, Maria Marzano, Assunta Tartaglione, Chiara Gribaudo e Giuditta Pini.
De Rosa replica con la sua versione dei fatti: “Mi sono trovato a essere accusato di cose che non sono né in cielo né in terra. Dicono il falso. Stanno facendo una battaglia sul sessismo che non esiste”. E risponde alle deputate Pd che lo accusano di “offese sessiste”. “Non è vero – afferma De Rosa – La commissione era finita e non è vero che io l’ho bloccata. Siamo rimasti in tre del M5S e stavamo lavorando al pc. Una ventina di parlamentari del Pd, uomini e donne, ci hanno stuzzicato facendo cori ed insultandoci. Abbiamo chiesto di lasciarci in pace perché già aveva picchiato Loredana Lupo. Abbiamo preso le nostre cose e siamo andati fuori mentre continuavano i cori”. Poi è rientrato “per prendere il casco” e ha detto quella frase. E, dice, si rivolgeva a tutti “uomini e donne”.
Se il deputato non si scusa, lo fa per lui il capo della comunicazione M5s della Camera Nicola Biondo che spiega: “Massimo De Rosa ha detto frasi non consone, molto poco riguardose. Dettate dalla rabbia e dalla paura. Gli è stato urlato ‘fascista, fascista’. Lui ha un nonno che è stato deportato per essersi rifiutato di passare dall’esercito italiano a quello nazista e questo lo ha colpito moltissimo, così tanto da fargli dire qualcosa di cui si pente e per cui chiede scusa”.