Crepe, sampietrini divelti, strisce pedonali invisibili e tombini-trappola: uno slalom di 1,4 chilometri su tutta l'area di una delle piazze più grandi della Capitale. Più che una piazza, è una grande voragine con qualche millimetro di asfalto intorno. Talmente devastata da buche, avvallamenti, dossi e rattoppi, che la sua forma rettangolare appare frastagliata, deturpata da tanta incuria e scarsa manutenzione. Piazza Vittorio Emanuele, cuore del rione Esquilino, è un'area colabrodo, dove l'asfalto dissestato è la caratteristica più evidente. Nei 1.380 metri di perimetro della piazza, che con una superficie di 54.984 metri quadrati si configura come la più grande di Roma (superiore di 10mila metri quadrati a piazza San Pietro), spiccano oltre 50 buche. Un numero enorme, che testimonia l'incuria dell'amministrazione capitolina per un'area centrale della città e attraversata ogni giorno da centinaia di automobili, furgoni e motorini. Un puzzle di voragini, sampietrini divelti, buche di asfalto sistemate alla meglio e già distrutte, strisce pedonali cancellate, rifiuti abbandonati sotto i portici, marciapiedi rotti e transenne arrugginite, che Repubblica ha documentato in un sopralluogo lungo tutto il perimetro della piazza.
Il viaggio nel degrado inizia dal lato compreso tra via Statuto e via Carlo Alberto. La strada che costeggia i giardini di piazza Vittorio è per metà asfaltata e per metà lastricata di sampietrini, il che già costituisce una trappola per centauri e automobilisti. I danni iniziano a farsi evidenti all'altezza del civico 138, dove i dossi tra i sampietrini e l'asfalto e le buche causate da rattoppi ormai saltati creano pericolose voragini. All'altezza del civico 142, vicino alla curva e alle strisce pedonali, un altro pezzo di asfalto mancante accoglie gli automobilisti e all'angolo con via Carlo Alberto ad essere distrutto (e transennato) è il marciapiede.
Cambiando lato la situazione non migliora. Nel tratto di piazza Vittorio che parte dall'angolo con via Mamiani, all'altezza del civico 21 c'è una lingua di asfalto distrutta e lunga oltre un metro. Poco più in là, verso il civico 42, un'altra buca fa inciampare pedoni e motorini. All'angolo con via Ricasoli, all'altezza del civico 47/a, ancora un marciapiede senza lastre di basalto, mentre al civico 48 una grossa buca si contende il primato con quella situata all'altezza del civico 55.
Le strisce pedonali invisibili sono invece la sorpresa per i pedoni che attraversano la strada all'angolo con via Lamarmora, mentre sul lato di piazza Vittorio che confina con via Principe Eugenio (angolo con via Conte Verde) c'è una pericolosissima crepa accanto a un tombino, dove le ruote delle bici si incastrano con grande facilità. Le transenne abbandonate campeggiano sotto i portici sul lato della piazza che inizia da via Foscolo, mentre dopo l'angolo con via Machiavelli, civico 106, altre due buche attendono i bus. Proseguendo sullo stesso lato è tutto un mosaico di voragini che si susseguono dal civico 110 al 113. Ma i danni peggiori sono quelli del lato della piazza che fa angolo con via Buonarroti. Un rettangolo di asfalto spezzettato, all'altezza del civico 134, è il biglietto di benvenuto per i motociclisti che devono fare lo slalom tra le buche.
Articolo di LAURA MARI per roma.Repubblica.it (1° maggio 2012)