Tra le tante questioni politiche che l’opposizione ha posto nei confronti dei pagamenti elettronici, emerge quella della senatrice di Daniela Santanchè che ha manifestato questa sua idea al programma di La7 Tagadà. L’esponente dell’opposizione ha dichiarato la sua contrarietà ai pagamenti elettronici e ha affermato la necessità per il consumatore di pagare in contanti. Ha esposto questo ragionamento in due punti. Il primo: i 100 euro restano tali se vengono spesi in contanti, invece se vengono spesi attraverso pagamenti elettronici vengono depotenziati dalla spesa per le commissioni nei confronti della banca in cui è stato depositato il conto. Il secondo è senz’altro più originale: «Ma poi, permettete: io, come tante altre donne, non vorrei far sapere tutte le mie cose ai miei figli e a mio marito, per dire».
La sua affermazione è stata accompagnata da uno scoppio di ilarità in studio. Il punto di vista di Daniela Santanchè sulla privacy del proprio conto bancario è senz’altro originale. Tuttavia, ha il difetto di rendere sin troppo soggettivo il problema e di riferirlo soltanto alle donne, come se fosse una questione di genere.
Per quanto riguarda, invece, la prima parte del suo ragionamento, si può affermare che se è vero che i conti in banca e le card di pagamento elettronico hanno comunque dei costi fissi, è pur vero che le banche hanno l’obbligo per legge di offrire dei servizi base, senza la spesa di ulteriori tassazioni a ogni transizione.
Articolo da Giornalettismo.com