Bene, bravo, bis! Come amanti che non vedevano l’ora di finire di nascondersi, ieri in Senato il Matteo di destra ha fatto outing, correndo a complimentarsi con il Matteo di sinistra. Da sempre i due si scambiano amorosi sensi, e anche quando ci presero a tutti in giro promettendo di scannarsi da Vespa, alla fine si guardarono bene dall’affondare i colpi. A Renzi d’altra parte è lecito che manchi il Nazareno, con i bei tempi andati a Palazzo Chigi e il lascia passare nelle tv del Cavaliere, mentre Salvini si sa che schiuma dalla voglia di infilarsi nei salotti buoni, quelli dove seppure per una stagione sola tutti si inchinavano allo statista di Rignano, al contrario del segretario del Carroccio, che Confindustria e dintorni incensano davanti e poi, di dietro, considerano a malapena un parvenu. Facendo i cavoli suoi, esattamente alla pari del leader della Lega che tradì il Centrodestra per andare al Governo con i Cinque Stelle nel Governo Conte1, per non parlare di Berlusconi che per difendere Mediaset si è improvvisamente offerto di aiutare il Conte2, Renzi è salito sul carro giallorosso solo per non sparire dalla faccia della politica. Ridotto al due per cento e frattaglie, ha così ministri, sottosegretari, manager di riferimento, e sta al centro del dibattito pubblico, con l’unica esigenza di spararla ogni giorno più grossa per impedire che gli italiani si dimentichino della sua esistenza.
Lockdown di Natale. Dopo la Germania, anche Londra e l'Olanda in zona rossa
In piena crisi da Covid, Toti aumenta di 883mila euro i fondi per gli staff degli assessori
Tempo di pandemia, tempo di difficoltà economiche, tempo di feste che molti non hanno voglia di festeggiare per il cupo futuro che si ritrovano davanti. È normale che in tempi come questi la gestione dei soldi pubblici diventi ancora più responsabilizzante, del resto è la stessa discussione che continua dalle parti del Governo. Per il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, invece, evidentemente questo è il tempo di elargire denaro alla politica. E la sua scelta, legittima, non può non porre domande e dubbi. Lo scorso 13 novembre la giunta ligure ha approvato all’unanimità una delibera che triplica i finanziamenti erogati ai membri della giunta (presidente e assessori) per stipendiare il proprio staff. Si passa da 523mila euro all’anno per il personale a 1.356.181,20 euro, con un incremento di 883mila euro. Sia chiaro, sono soldi che ogni assessore potrà utilizzare su base fiduciaria, nominando funzionari che dagli 8 che erano ora diventano addirittura 22, per un esborso complessivo nel corso di una legislatura di quasi 7 milioni di euro.
Il manager dal cuore grande che paga due pizze 10mila euro
Una graditissima sorpresa. Un bel gesto. Mauro - manager di un'azienda americana con sede a Pessano con Borgano, ha pagato il conto del pranzo con un bonifico stellare. Succede a PizzAut, la pizzeria di Cassina de' Pecchi che è parte di un progetto di inclusione sociale che dà lavoro a ragazzi affetti da autismo. Due pizze, 10mila euro. Un segno della stima verso chi porta avanti un progetto importante, concreto, di valore. Dopo aver pranzato al food truck di PizzAut - che a febbraio aprirà un ristorante vero e proprio a Cassina, al momento fermato come molti dall'emergenza covid, l'uomo ha infatti deciso di effettuare una donazione al "laboratorio", in cui evidentemente crede.
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Il Governo non è la badante del popolo. Vedi Milano e Roma
E quindi ieri, 13 dicembre, gli italiani si sono riversati sulle strade per la montagna (innevatissima, quest’anno, neanche farlo apposta), nei bar a fare aperitivi e per le vie dello shopping, con l’urgenza di arraffare l’ultimo paio di calzini antiscivolo per il nonno. Questo nonostante i 400/800 morti, a seconda del bollettino funebre del giorno, e i contagi tutt’altro che sotto controllo. E che non siano sotto controllo lo dicono i numeri: siamo assestati da giorni intorno ai 20.000 contagi giornalieri e facciamo meno tamponi di qualche settimana fa. Per intenderci, la Germania ha annunciato un nuovo lockdown con 30.000 contagi, il doppio dei tamponi (ne sta facendo circa 2 milioni a settimana) e 20 milioni di abitanti in più. Ah, e con 20.000 posti di terapia intensiva più di noi. (Più altri 10.000 all’occorrenza). Noi, invece, stiamo sfumando i colori. I dpcm non sono più dpcm, le ordinanze non sono più ordinanze, sono pitture ad acquerello. Il rosso si sfuma e diventa arancione, il giallo si fa quasi verde, l’arancione si annacqua, tutto diventa una natura morta con cipolle e agrumi. Col risultato è che nessuno, in qualunque zona del paese si trovi, si ricorda più cosa può fare e cosa no.
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Atac a Roma stringe un patto coi privati. Gli autobus degli altri operatori saranno usati per potenziare il servizio e garantire il distanziamento
Con la pandemia e la necessità di garantire il rispetto del distanziamento, Atac ha messo a segno un importante risultato. Si è conclusa positivamente la prima gara per i servizi aggiuntivi di tpl, indetta dalla municipalizzata per il trasporto capitolino, che permetterà di riorganizzare il servizio riuscendo a garantire fino a 500 corse giornaliere in più. Secondo quanto riferisce l’azienda, il bando, suddiviso in due lotti, è stato aggiudicato da due operatori, Cialone Tour e Angelino Srl, ai quali verranno subaffidate complessivamente 10 linee a minor frequentazione. Il primo lotto riguarda le linee 061, 071, 435, 443 e 654 e vedrà impegnate complessivamente 17 vetture nell’ora di punta mentre il secondo comprende le linee 500, 551, 021, 043 e 319 e prevede l’utilizzo di 20 vetture. Il subaffidamento sarà operativo a partire da lunedì e durerà fino al 14 febbraio 2021. Tutto ciò consentirà ad Atac di incrementare le linee maggiormente frequentate, ritenute critiche per il rispetto del distanziamento, con circa 500 corse ogni giorno, che si aggiungono alle 600 già implementate nelle scorse settimane.
Recovery plan, Sassoli: “Cabina di regia? Ce l’avranno tutti. Riferimento rimane il governo”.
La capogruppo di Italia Viva ha dichiarato che una task force rappresenterebbe "un modo per aggirare le istituzioni. Ma assicura che il partito non punta né alla crisi di governo né al rimpasto". Serve una cabina di regia tutta italiana per elaborare un piano di spesa dei fondi in arrivo dall’Europa per il contrasto alla pandemia di coronavirus. Ne è convinto il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli: “Ce l’avranno tutti. L’Italia ha 209 miliardi e vanno amministrati, come fai a farlo se non hai una regia? Serve un coordinamento che aiuti la macchina pubblica”. Il presidente dell’Eurocamera precisa comunque che il punto di riferimento nel dialogo con l’Ue resterà il governo: “Per le istituzioni europee – ha spiegato – nel rapporto tra Italia e commissione il riferimento sarà ovviamente il governo, ma per la gestione di tutti i progetti, per far funzionare insieme tutte le amministrazioni servirà un coordinamento”. Ha poi fatto l’esempio della digitalizzazione: “Significa sanità, scuola, mondo produttivo, far lavorare insieme tante amministrazioni e ministeri, ma come fai a farlo se non hai una regia?”.
Folla in centro a Milano, Lombardia a rischio zona rossa a Natale
Il rischio di tornare in zona rossa, seppur momentaneamente, è concreto per la Lombardia e il resto delle regioni. A seguito delle immagini della folla che anche a Milano ha riempito le vie del centro, il Governo sta studiando nuove chiusure e restrizioni per il periodo natalizio. Ecco di seguito le tre opzioni al vaglio dell’esecutivo. La marea di gente che si è riversata in strada nel primo giorno di zona gialla in Lombardia, e nelle altre regioni italiane, ha indotto il Governo a riunirsi d'urgenza per ragionare su un'ulteriore stretta delle misure per evitare di ritrovarci a gennaio (o prima) con una violenta terza ondata del contagio da Covid-19.
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Salvini-squallore: da “Ho fermato gli sbarchi da solo” a “E’ stato Toninelli” (e la malainformazione megafona le sue fake news)
Falso tutto quello che sta girando attorno al mio “Non ricordo” di aver firmato il decreto di divieto di sbarco dalla nave Gregoretti. Falso perché non esiste alcun decreto. Ed è ovvio perché si tratta di nave militare italiana a cui, ovviamente, non può essere imposto alcun divieto. C’è un giudice che ha ascoltato la mia testimonianza. Anziché chiedere all'avvocato di Salvini o a Salvini stesso, che evidentemente ha problemi di udito o, peggio, dislessia intellettiva, i giornalisti chiedano il verbale dell'udienza e lo leggano. Piuttosto Salvini spieghi perché nella sua memoria difensiva scarica su di me tutta la responsabilità dello sbarco dalla Gregoretti quando ci sono norme nazionali e internazionali che dicono che dipenda dal ministero dell’Interno. Forse perché sia lui che tutta la sua politica sono solo un bluff.
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Come Renzi è pronto a far cadere il governo il 28 dicembre. Il leader di Italia Viva parla con Letta e sonda il centrodestra per un nuovo esecutivo
La deadline è già annunciata: il 28 dicembre. Quel giorno è previsto l'ultimo voto sulla legge di bilancio e se entro quella data il governo di Giuseppe Conte non avrà accolto tutte le sue richieste sul Recovery Plan Matteo Renzi è pronto a togliergli la fiducia e a lavorare per un nuovo governo in appoggio al centrodestra. E questo anche se nel frattempo il premier sta lavorando a quel rimpasto e a quella crisi pilotata che dovrebbe portare al Conte-Ter. Come Renzi è pronto a far cadere il governo il 28 dicembre. Il piano di Renzi va quindi a incrociarsi (scontrarsi?) con quello di Conte per rimanere a Palazzo Chigi. E prevede che sia lui a scendere in campo a Palazzo Madama per togliere la fiducia all'attuale esecutivo mentre i suoi ministri sono pronti a dimettersi. Una crisi politica che arriverebbe nel bel mezzo dell'emergenza coronavirus e che dichiari chiusa la stagione dei giallorossi. E che, come di prammatica, è stata negata da Maria Elena Boschi ieri durante l'intervista rilasciata a Lucia Annunziata per Mezz'ora in più: "Non vogliamo nessuna crisi. Conte ha detto che ha i ministri migliori del mondo e quindi per noi anche l’argomento rimpasto è chiuso. Però non siamo yesman", ha detto la capogruppo renziana in tv.
Lockdown totale in Germania
La Germania vara la stretta di Natale: tra mercoledì prossimo, 16 dicembre, e il 10 gennaio scatta la serrata di tutti i negozi e i servizi non essenziali, la chiusura delle scuole o comunque l’obbligo di lezioni a distanza. Restano aperti solo alimentari, farmacie e banche. I viaggi vengono “sconsigliati”, l’home office “consigliato”, le cerimonie religiose e le messe sottoposte a severi limiti. Lo ha annunciato Angela Merkel al termine della breve riunione con i land, durante una conferenza stampa con il ministro delle Finanze Olaf Scholz, e i governatori di Berlino e della Baviera, Michael Mueller e Markus Soeder.
Il Governo valuta una nuova stretta. Possibili misure omogenee per tutta Italia. Boccia: “Foto assembramenti mostrano scene ingiustificabili e irresponsabili”
L'appello del premier Conte: "Sono convinto che continueremo a mostrare questa saldezza anche nelle prossime settimane, in occasione delle festività natalizie. Dobbiamo continuare a impegnarci e a mantenerci vigili per contrastare il contagio". Il Governo si appresta ad adottare norme omogenee in tutta Italia, con un irrigidimento delle restrizioni in vista delle festività natalizie, sia per evitare una terza ondata a gennaio ma anche in risposta agli assembramenti del fine settimana appena trascorso. “Le foto degli assembramenti mostrano scene ingiustificabili, irrazionali, irresponsabili” ha detto al Corriere il ministro per gli Affari Regionali, Francesco Boccia. “Comprendo la voglia delle persone di uscire – ha aggiunto l’esponente dell’Esecutivo -, ma basterebbe entrare in un ospedale per rendersi conto della condizione generale in cui il Paese si trova. In alcune strade ci sono assembramenti intollerabili, mentre dovremmo sentire ogni giorno dentro di noi il lutto nazionale”.
Anonima Rignano
Da che mondo è mondo, quando l’Anonima Sequestri prende qualcuno in ostaggio, chiama i famigliari per chiedere il riscatto. Invece l’Innominabile e gli altri italomorenti sequestrano Conte, ma non dicono cosa vogliono in cambio del suo rilascio. È una nuova fattispecie di banditismo politico: il sequestro di governo a scopo di estorsione imprecisata. Basta leggere le loro interviste (lo facciamo anche noi, ma ce la pagheranno): non una sillaba che faccia capire che diavolo vogliono. Lunedì l’Innominabile su Repubblica, ieri i pappagalli Boschi, Faraone e Rosato su Corriere, Stampa e Messaggero: tutte supercazzole che riescono persino a nobilitare i frondisti M5S sul Mes (almeno quelli parlano di idee). Sentite lo Statista di Rignano: “Conte si fermi”. Oh bella, ma non è lui ad accusarlo di immobilismo? “Del merito del (Recovery Plan) non sappiamo niente. Sul metodo siamo contrari”. Oh bella, ma nei Consigli dei ministri i suoi (anzi, le sue) che fanno? Le piante grasse? Giocano alla Playstation o al solitario sull’iPhone?
Coronavirus, il bollettino del 10 dicembre: 887 morti e 16.999 nuovi contagi, salgono a 249 i decessi tra i medici
Coronavirus, il nuovo bollettino coronavirus del Ministero della Salute di oggi giovedì 10 dicembre 2020 segnala la discesa degli attualmente positivi a 696.527 unità a fronte di 16.999 nuovi casi di Covid-19. Purtroppo oggi si segnalano ben 887 decessi registrati nelle ultime 24 ore. Sul fronte degli ospedali si segnala l'entrata di ben 251 nuovi pazienti nei reparti di terapia intensiva. Una nota positiva: del 1.787.147 casi di coronavirus registrati in Italia dall'inizio della pandemia 1.027.994 persone hanno superato l'infezione, 30.099 nelle ultime 24 ore. La Lombardia risulta la regione con più ricoveri in ospedale ma non più quella con il maggior numero di nuovi contagi: oggi sono stati registra oltre 4mila nuovi casi in Veneto.
La beffa del tabacco riscaldato. Tartassato perché riduce il fumo. Parlamento incerto dopo il finto scoop su Casaleggio. E chi produce solo sigarette tradizionali ringrazia
Incredibile ma vero: il finto scoop sulle consulenze date da Philip Morris alla società di servizi internet di Davide Casaleggio, per quanto in modo pubblico e da anni, potrebbe fare una vittima eccellente: la salute di milioni di fumatori. A rischiare, infatti, non sono tanto il figlio del fondatore dei 5 Stelle e la multinazionale del tabacco – che si sono già abbondantemente rivolti ai tribunali per tutelarsi dalle accuse di aver usato quelle consulenze come contropartita di tagli fiscali sulle sigarette – quanto i consumatori che cercano di smettere, peraltro tartassati. Sullo sfondo degli articoli pubblicati sostanzialmente da un solo giornale – Il Riformista – proprio a ridosso della nuova Manovra finanziaria (guarda che coincidenza!) c’è la decisione che il Parlamento sta per prendere sul prelievo da applicare a sigari, tabacco trinciato, sigarette tradizionali ed elettroniche. Ciascuno di questi prodotti ha da anni un proprio regime fiscale, come negli altri paesi europei.
Business pontino dei meloniani. L’Antimafia indaga sull’ex sindaco di Latina Di Giorgi
A cercare di fare affari con l’imprenditore pontino Luciano Iannotta, arrestato tre mesi fa nell’ambito dell’inchiesta Dirty Glass e ritenuto al vertice di un sistema di malaffare con cui venivano riciclate somme enormi della stessa criminalità organizzata, è stato anche Giovanni Di Giorgi (nella foto), ex consigliere regionale ed ex sindaco di Latina con Fratelli d’Italia? Per cercare di rispondere a tale interrogativo, dopo aver raccolto una serie di elementi in tal senso, l’Antimafia di Roma sta compiendo altre indagini. Nel corso di un recente interrogatorio gli inquirenti hanno tra l’altro avuto informazioni su un business legato all’efficientamento energetico che proprio l’esponente politico avrebbe proposto all’imprenditore finito in manette. Di Giorgi mollò Latina travolto dalle indagini.
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Fratelli di… indagini e Procure. Ora vogliono manganellare Report. Il servizio sulle inchieste a Latina non piace a FdI. Torna la voglia di bavaglio contro la trasmissione Rai
Tra ipotesi di associazioni per delinquere impegnate a fare affari con l’urbanistica e con lo sport, appalti dati agli amici degli amici senza gara, riciclaggio, rapporti opachi con la malavita di origine nomade, incaricata anche di acquistare voti, negli ultimi cinque anni sono numerose le inchieste in cui sono finiti esponenti di Fratelli d’Italia in provincia di Latina. Sono stati arrestati e sono attualmente imputati l’ex sindaco ed ex consigliere regionale Giovanni Di Giorgi e l’ex deputato e tesoriere del partito alla Camera, Pasquale Maietta (nella foto). Senza contare che nell’inchiesta “Alba Pontina”, tra i beneficiari dei voti “comprati” dal clan Di Sivio i pentiti indicano pure il senatore Nicola Calandrini, è stato fatto cenno a pregiudicati che si sarebbero occupati della campagna elettorale dell’attuale europarlamentare Nicola Procaccini, e la ex esponente di FdI, Gina Cetrone, è finita in carcere e ora è imputata. Vicende su cui vi è anche l’ombra di due suicidi, a partire da quello dell’avvocato Paolo Censi.
Il cashback, la protesta della parrucchiera e i conti che non tornano
La parrucchiera e i conti che non tornano. Daniela Magnavacca, questo è il nome, è una signora usata per la propaganda contro il cashback del 10% per i pagamenti effettuati con carta di credito o bancomat, Daniela ha 56 anni ed è titolare di uno dei più noti saloni di parrucchieria di Este. Daniela ha deciso che chiunque paghi in contanti nel suo salone avrà diritto a uno sconto del 20%....mi chiedo come mai un esercente decida di fare uno sconto del 20% per far utilizzare ai propri clienti il contante….me lo chiedo ma a dire il vero conosco già la risposta e devo dirvi che non mi piace per niente, ma andiamo per ordine e vediamo quale spiegazione da questa illustre economista…"Il mio obiettivo non è disincentivare l'utilizzo di bancomat e carte di credito, che io stessa utilizzo. Ma far emergere il problema delle spese di commissione, che rischia di penalizzare i piccoli commercianti, già messi in ginocchio dalla crisi"..."Ogni transazione mi costa quasi un euro e mezzo. È una spesa che dovrei mettere in conto ai clienti ma finora non l'ho mai fatto perché di questi tempi non mi sembra giusto alzare i prezzi. Quindi finora le commissioni le ho sempre pagate di tasca mia".... la "storia" della signora Daniela è stata stranamente ripresa dai maggiori leader della destra e guarda caso anche dai giornali di destra…chissà perché…ma facciamo due conti in tasca alla signora e cerchiamo di capire perché questa storia non sta in piedi…quanto si spende mediamente quando si va dalla parrucchiera?
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Perché il coronavirus ha ripreso a correre in Germania?
Le linee guide concordate con i governatori dei 16 Laender due settimane fa non sono più sufficienti. Gli esperti chiedono di chiudere tutti i negozi, ad eccezione di quelli essenziali, tra la vigilia di Natale e almeno il 10 gennaio. Il presidente dell'Istituto Robert Koch: "Situazione molto grave". Il virus ha ripreso a correre in Germania. L'attuale aumento del numero di contagi da Covid-19 in Germania è "preoccupante". Lo ha detto oggi Lothar Wieler, presidente dell'Istituto di sorveglianza delle malattie infettive Robert Koch. 23.679 nuovi casi in in 24 ore: record. "La situazione rimane molto grave, è peggiorata dalla scorsa settimana", ha aggiunto Wieler mentre la Germania ha annunciato oggi un aumento dei casi di coronavirus di 23.679 in 24 ore e 440 nuovi decessi, di poco sopra il record precedente di 23.648 del 20 novembre. Il bilancio totale della pandemia nel Paese è ora di 1.242.203 contagi e 20.372 vittime. Un lockdown parziale iniziato il 2 novembre è riuscito a impedire che l'aumento di contagi andasse fuori controllo, ma il numero di nuovi casi giornalieri è rimasto intorno allo stesso livello elevato nelle ultime settimane anziché diminuire. Ristoranti, bar, strutture sportive e ricreative sono attualmente chiuse in Germania e gli hotel sono chiusi ai turisti, ma restano aperte scuole e negozi non essenziali: proprio l'apertura dei negozi non essenziali è stata criticata da chi avrebbe preferito un lockdown più breve ma più rigoroso.
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Con Immuni tutti preoccupati per la privacy, ma se c’è da guadagnare col cashback scatta la corsa al clic
La terribile “dittatura sanitaria”, il “controllo dei poteri forti”, “il governo che ci spia”, “le app che servono per renderci sudditi” e poi tutta la sequela di teorie dei negazionisti, dei complottisti e dei nemici del governo si sono sciolte come neve al sole di fronte all’app IO (siamo già a oltre 7 milioni di download in pochi giorni), quella che serve per ottenere il famoso cashback sugli acquisti di dicembre fino a un massimo di 150 euro. Bastava dare una mancia agli italiani per vedere svanire di colpo le mirabolanti tesi che hanno affollato (e continuano a affollare) il dibattito su quell’altra app, quella che non restituisce soldi ma che può aiutare a garantire un po’ di prevenzione e di salute agli altri cittadini, ovvero Immuni. Popolo strano quello italiano: è bastato che qualche politico (a dire la verità il solito politico) avanzasse dubbi sulla gestione della privacy dell’app Immuni (dubbi tra l’altro che andrebbero presi molto sul serio e che avrebbero meritato un dibattito ben più intelligente) perché si avanzassero ipotesi di microchip, di controllo della cittadinanza e la solita risma di teorie che circolano da quelle parti e nessuno invece si interroga sul fatto di cedere i propri dati finanziari a un’app di governo.
Quando Renzi twittava contro i veti inaccettabili dei «piccoli partiti»
La dinamica è sempre la stessa: quando si è un pesce grande ci si comporta da ‘bulli’ contro i piccoli. Quando, invece, si diventa pesce piccolo, si pretende (giustamente e legittimamente) che la propria voce abbia un peso specifico non indifferente. Ed è la storia del leader di Italia Viva sul Recovery Fund e il suo ultimatum (l’ennesimo dall’inizio della maggioranza giallorossa) sulla task force decisa da Conte per la gestione dei 209 miliardi. Matteo Renzi sui veti dei piccoli partiti (come lo è ora, a livello sondaggistico ed elettorale IV) era molto deciso e caustico nel 2017. Era il 31 maggio del 2017 e Matteo Renzi era stato da pochi giorni rieletto segretario del Partito Democratico. Arrivava dalle dimissioni post Referendum fallito e se la prendeva – in onda su Rai1, ospite di Bruno Vespa a Porta a Porta – contro i piccoli partiti che mettevano i veti. Renzi sui veti dei piccoli partiti: storia del 2017. Renzi sui veti dei piccoli partiti aveva un’idea ben precisa: erano inaccettabili. Ora, a oltre tre anni di distanza, questa sua idea sembra essere stata stravolta dal corso degli eventi. Ha lasciato il Partito Democratico, ha fondato Italia Viva con i suoi deputati e senatori fedelissimi. Ma non è riuscito a entrare e scaldare i cuori degli italiani. Le percentuali nei sondaggi, infatti, non hanno mai premiato la creatura fortemente voluta dal politico toscano. Anzi, leggendo i numeri appare evidente come – allo stato attuale – Italia Viva sia esattamente quel piccolo partito (che mette i veti).
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Il Covid-19 ci ha insegnato che nessuno si salva se pensa solo a se stesso
Ormai è chiaro, e questo il Covid-19 ce lo ha fatto capire molto bene, nessuno può più permettersi di pensare a salvaguardare solo se stesso. La nostra salute, la nostra sicurezza, il nostro benessere, il nostro futuro, la nostra felicità, ciascuno di questi beni preziosi cui un’esistenza dovrebbe tendere, è profondamente legato a quello degli altri. Per fronteggiare la grave crisi che stiamo vivendo, per proteggerci e proteggere chi è più in difficoltà, per difendere i nostri diritti fondamentali, per assicurare a tutti pace e prosperità, servono più cura e più solidarietà. A ciascuno spetta di fare qualcosa e tutti insieme dobbiamo costruire rapidamente un sistema di protezione sociale che tuteli la dignità di ogni persona umana e non lasci nessuno da solo. E dobbiamo farlo non solo perché è giusto, ma anche per salvarci. Quella che stiamo vivendo è una crisi economica e sociale che sta rapidamente diventando crisi dei diritti umani. E solo le risposte basate su essi possono aiutare a sconfiggere la pandemia. In primis, è fondamentale porre l’accento sull’imperativo dell’assistenza sanitaria e un vaccino accessibile a tutti. Perché se parliamo di diritti umani dobbiamo innanzitutto parlare di diritto alla salute.
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Sottovuoto spinto: chi contesta faceva di peggio!
È passato un altro giorno e l’Innominabile e i suoi cari non sono ancora riusciti a spiegare ai cittadini cosa contestano davvero al governo, al punto di minacciarne la crisi. L’altra sera, mascherine abbassate e fidanzato a parte, è bastato che la Gruber chiedesse lumi alla Boschi per squadernare coram populo il sottovuotospinto dell’ex ministra e del suo non-partito col suo non-programma, i suoi non-ideali e il suo esercito di non-elettori. Ormai l’hanno capito tutti che gli italomorenti non minacciano il governo per “difendere la democrazia, il governo e il Parlamento” dalla cabina di regìa voluta da Conte per monitorare le opere pubbliche del Recovery Plan, renderne conto all’Ue ed evitare i soliti sprechi, ritardi, truffe e intoppi all’italiana. Non certo per deliberarle (lo fanno governo e Parlamento) o per attuarle (lo fanno ministeri, regioni, province e comuni). Il motivo è un altro, ma se non lo dicono dev’essere perché non possono. Altrimenti gli scapperebbe dal ridere quando fanno i partigiani della democrazia violentata dal tiranno Giuseppi. Quando purtroppo contava – leggere Giacomo Salvini a pag. 4 per credere – l’Innominabile fece esattamente ciò che rimprovera falsamente a Conte: riempì Palazzo Chigi di “strutture di missione” (ben 7, ridotte da Conte a 3) e l’Italia di commissari ad (suam) personam: Sala a Expo, Piacentini al Digitale, Nastasi a Bagnoli, Gutgeld e Perotti alla spending review, Gabrielli al Giubileo. Quanto al suo rispetto per il governo e il Parlamento: teneva Consigli dei ministri di 2-3 minuti; imponeva trucchetti da magliari tipo “tagliole”, “canguri” e “supercanguri” per silenziare le opposizioni e cancellarne gli emendamenti; minacciava i dissidenti del Pd di “usare il lanciafiamme” e di non ricandidarli e, quando si mettevano di traverso nelle commissioni, li sostituiva con dei camerieri per far passare la controriforma costituzionale, cioè il piedistallo e il monumento equestre al suo ego; insultava chi lo criticava, inclusi i migliori costituzionalisti, come “soloni”, “professoroni”, “gufi” e “rosiconi”, lasciandoli poi finire da orde di manganellatori da social. Varò 54 decreti in 32 mesi senza emergenze paragonabili al Covid. Impose una legge elettorale incostituzionale (l’Italicum) a colpi di maggioranza (che poi era una minoranza drogata dal premio illegittimo del Porcellum) e financo a botte di fiducia. Poi nel maggio scorso, quando per fortuna non contava più nulla, presentò un “Piano choc per le opere pubbliche” da 180 miliardi con “100 commissari” dai pieni poteri – progettazione, attuazione e controllo – in barba alle leggi, al governo e al Parlamento. Ma ormai gli si perdona tutto, perché ci fa tanto divertire.
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Al via il Consiglio europeo: sul Recovery Fund accordo a un passo, Polonia e Ungheria pronte a dire sì
A Bruxelles si apre oggi una sessione del Consiglio europeo e dell’Eurosummit che si preannuncia decisiva su temi importanti quali il via libera alla riforma del Mes, la trattativa sul Next Generation Eu e il Recovery Fund, che ha lo scopo di rilanciare l’economia dell’Unione dopo la pandemia. Sul tavolo c’è una proposta tedesca che potrebbe superare il veto di Polonia e Ungheria che blocca l’intero bilancio Ue. Sullo sfondo, il difficile negoziato con Londra in vista della Brexit. Ai lavori parteciperà il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che ieri ha tenuto le sue comunicazioni al parlamento superando la scivolosa prova del voto sul Mes. Domani, venerdì 11 dicembre, si terrà invece nel pomeriggio la sessione di lavoro dell’Eurosummit. Ma vediamo nel dettaglio i principali appuntamenti. Recovery: spiragli di intesa con Ungheria e Polonia. Durante il Consiglio europeo, gli Stati cercheranno una soluzione per attuare l’accordo faticosamente raggiunto a luglio tra il parlamento europeo, la Commissione e il Consiglio sul Recovery Fund, dopo l’opposizione di Polonia e Ungheria che minacciano di mettere il veto sull’intero bilancio Ue (che include il Recovery Fund) perché contrarie al meccanismo di condizionalità sullo stato di diritto. Nel caso in cui ci sia un’approvazione a 25 e non a 27, l’accordo non includerebbe l’approvazione del bilancio pluriennale Ue, e quindi dal prossimo 1 gennaio l’Unione si troverebbe in esercizio provvisorio.
Sul Governo troppi giochi pericolosi
Sarebbe interessante sentire da Matteo Renzi che cosa si aspetta dalla gestione dei fondi europei fatta da Salvini, magari su carta intestata dei suoi commercialisti, visto che il piano presentato dal premier Conte e la cabina di regia sulla spesa del Recovery Fund non soddisfano il leader di Italia Viva. La struttura a cui si vuole affidare la gestione delle risorse – task force, super manager, ecc. – è oggettivamente larga e nonostante un coordinamento più snello affidato al capo del Governo e ai ministri dell’Economia e dello Sviluppo, si rischia di infilare altra burocrazia in una macchina dello Stato dove con tanti galli a cantare non fa mai mattino. Da qui, però, a mettere in discussione la stessa esistenza dell’Esecutivo se i renziani non avranno uno strapuntino lì dove passano i soldi è un gioco pericoloso. E con le opposizioni disposte a tutto pur di dare la spallata a Conte, l’esasperazione nel Paese per il Covid e la crisi economica, senza parlare delle fibrillazioni sul Mes, c’è il rischio di far precipitare tutto, con molte più probabilità di andare a nuove elezioni che di ottenere un rimpasto, far fuori l’attuale presidente del Consiglio e consegnare chissà quali poltrone allo statista di Rignano. Perciò Renzi sta giocando una partita di potere senza carte in mano, con la sola possibilità di gettare all’aria il tavolo, come i leghisti e dintorni sperano pregando tutti i giorni il sacro cuore di Maria.
Gestione dei soldi del Recovery, Renzi minaccia Conte: ‘Si fermi, a meno che non abbia un’altra maggioranza’. Il consiglio dei ministri viene rimandato per lo stallo
Stallo nel governo, salta la riunione a Palazzo Chigi su cabina di regia e commissari: accordo in alto mare. L'ex premier: "Se le cose rimangono come sono voteremo contro". Boschi: "Se devono solo tirare a campare, possono farlo senza di noi". Rosato: "Se servono i tecnici allora facciamoli governare....". E anche Marcucci (Pd): "Affinare i meccanismi e coinvolgere il Parlamento". Crimi: "Fondamentale una struttura efficiente". Il vicesegretario Pd Orlando: "Abbassare i toni e pesare le parole". Italia Viva tira la corda sulla cabina di regia governativa per il Recovery Fund, in cui non ha rappresentanti, e la struttura di commissari che dovrebbe supervisionare i progetti da finanziare con i 209 miliardi di euro in arrivo dall’Unione Europea. E passa dalla minaccia di rottura al ricatto. Maria Elena Boschi fa da apripista, Ettore Rosato mischia le carte e Matteo Renzi ci mette il carico. La sostanza è un affondo verbale e l’avviso di un voto contrario che rischia di provocare la crisi tra governo e renziani.
“Vaccinare o non vaccinare: questo è il problema” William Shakespeare è il primo uomo a vaccinarsi contro il Coronavirus nel Regno Unito
Si chiama William Shakespeare, omonimo del poeta e drammaturgo e come lui originario del Warwickshire, la seconda persona a ricevere il vaccino Pfizer-BioNtech contro il Coronavirus oggi nel Regno Unito. L’81enne ha ricevuto la dose di siero alla University HospitalCoventry, non molto distante da Stratford-Upon-Avon, il luogo di nascita del famoso scrittore inglese. Ilarità sui social: “Vaccinare o non vaccinare: questo è il problema”. Dopo la 90enne nordirlandese Margaret, prima donna a ricevere il vaccino anti Covid Pfizer-BioNtech nel Regno Unito, è toccato a un altro anziano ricevere la prima dose del siero. Il suo nome è William Shakespeare, omonimo del poeta e drammaturgo e come lui originario del Warwickshire. Ma le analogie non finiscono qui. Shakespeare, 81 anni, ha infatti ricevuto l’iniezione alla University Hospital di Coventry, non molto distante da Stratford-Upon-Avon, il luogo di nascita del famoso scrittore inglese, dove era ricoverato. L'anziano, primo uomo e seconda persona al mondo a farsi vaccinare contro il Covid-19, come tutte le persone che oggi sono state vaccinate, riceverà la seconda dose tra 3 settimane per ottenere la massima protezione disponibile contro il virus.
Come mai i cinesi non si ammalano di coronavirus?
Il vaccino anti Covid potrebbe essere già sbarcato tra le comunità cinesi in Campania dove il mercato nero sarebbe ancora circoscritto a pochissimi “eletti”. Per ottenerlo non basterebbero solo ingenti risorse economiche. Condizione indispensabile e necessaria più dei soldi, sarebbero, infatti, i giusti “agganci” con la rete della distribuzione del farmaco cinese che, ad oggi, non è commercializzato per la massa. ........ Una cosa è certa: dal boom del Covid sono veramente pochi i cinesi sul territorio italiano ad essersi ammalati e i dati dell’Asl napoletana riflettono alla perfezione questa proporzione. Basti pensare che dalla seconda ondata della pandemia, l’Asl partenopea ha registrato da ottobre, solo 5 contagiati di nazionalità cinese sul totale dei 5200 censiti... Si tratta di persone comprese tra i 36 e i 58 anni, salvo un bimbo di 7 mesi, nella maggioranza dei casi asintomatici o con lieve sintomatologia e in nessuno dei casi con la necessità di cure ospedaliere. Un dato che infittisce il mistero e la domanda sul perché il numero ufficiale degli ammalati Covid sia così ridotto tra le comunità cinesi trapiantate in Italia e, in particolare, a Napoli.
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Che faccio, compro?
Dopo le ultime performance sui vaccini antinfluenzali, più introvabili della pietra filosofale, si pensava che Giulio Gallera avesse definitivamente scalzato Attilio Fontana nell’ambìto ruolo di capocomico del duo “I Nuovi Legnanesi”. Invece, con una zampata da grande guitto, lo sgovernatore ha scavalcato l’assessore proprio sul finale, ricacciandolo al rango di spalla. La sua lettera ai quattro pm che l’hanno indagato per frode in pubbliche forniture per la commessa dei camici, affidata senza gara dalla sua Regione alla ditta di suo cognato, si inscrive nella nobile tradizione di quella di Totò e Peppino alla malafemmina e di Benigni e Troisi a Savonarola. Titolo: “Che faccio, compro?”. Trama, semplice e travolgente: il presidente leghista, dopo averlo negato per mesi, si accorge finalmente che il “modello Lombardia” non riesce neppure a vaccinare dall’influenza medici, infermieri e i malati cronici over 80: “Regione Lombardia si trova, ancora una volta, al centro di un problema emergenziale relativo al vaccino antinfluenzale”, la cui “reperibilità è, come è noto, assai problematica”.
"La terza ondata è certa, l'Italia avrà record morti in Europa"
Il professor Andrea Crisanti spiega: "Il calo dei positivi è legato al minor numero dei tamponi". E dalle scuole arrivano dati preoccupanti: "Contagi fino a 4 volte più della media". "La terza ondata in queste condizioni è una certezza. Siamo in una situazione grave stabile, ci attende un inverno preoccupante”. Il professor Andrea Crisanti si esprime così a L’aria che tira analizzando il quadro dell’emergenza coronavirus in Italia. "Il calo dei positivi di ieri è legato al numero dei tamponi eseguiti. Se avessimo fatto il consueto numero di tamponi, ieri avremmo avuto 28mila nuovi casi. In Lombardia, che è stata zona rossa, la situazione migliore. In Veneto, zona gialla, i casi aumentano".
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Venezia sott’acqua, il Mose non si alza. Il procuratore di San Marco: “Situazione drammatica”
Si alza d’improvviso la marea a Venezia, a causa del maltempo. Il Mose non si alza e il centro della città finisce sotto l’acqua alta. Le condizioni meteo sono peggiorate già dalla mattinata di oggi, 8 dicembre. Subito dopo l’ora di pranzo il Centro maree del Comune ha rivisto le previsioni al rialzo annunciando un prossimo massimo di 145 cm alle 16.40 a causa del rinforzo anomalo del vento di bora. Per la città di Chioggia si prevedono circa 10cm in più. In città le sirene sono così tornate a suonare, mentre il sito del Comune avverte che “il sistema Mose non è attivo”. “La situazione è terribile, siamo sotto l’acqua in maniera drammatica”, dice Carlo Alberto Tessein, procuratore della Basilica di San Marco. “Il nartece è completamente allagato – spiega, raccontando i danni nell’edificio sacro – e se il livello sale ancora andranno sotto anche le cappelle interne”. “Perché oggi il Mose non è stato azionato?
Patrimoniale. Non vale la candela
Non c’era bisogno del Covid per vedere nella società italiana divisioni profonde, ma a leggere l’ultimo rapporto Censis, la pandemia ha fatto precipitare la situazione. I garantiti con lo stipendio fisso, possibilmente pubblico, e i pensionati, stanno molto meglio di Partite Iva e precari, magari in altri tempi pure benestanti grazie al lavoro nero. L’incertezza però divora tutto, e l’effetto finale è una depressione generale con la quale rischiamo di fare i conti per anni. Di qui la caccia a vaccini miracolosi, capaci di ridurre le disuguaglianze, per la verità indecenti da tempo, ben prima dell’esplodere del virus. Tra le cause, ha un ruolo di rilievo la fallimentare gestione della globalizzazione, il cui lascito è l’impoverimento in tutto il mondo delle attività manifatturiere a vantaggio di due soli settori: la finanza e l’information technology. Guarda caso i comparti che pagano meno tasse, con vantaggi incomprensibili nonostante le sole Amazon, Microsoft, Google e Facebook capitalizzino più del Pil di intere nazioni.
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