LA VERITÀ SUL MES
1. Mercoledì 9 dicembre il Parlamento NON voterà sull’accesso al Mes, ma voterà una risoluzione, un indirizzo da consegnare al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. 2. La riforma del Mes NON c’entra nulla con l’attivazione del Mes. Il Mes è attivabile sempre, anche ora, al di là della riforma. Chi dice il contrario, vi sta mentendo. 3. Con il MoVimento 5 Stelle al Governo NESSUN tipo di MES entrerà mai in Italia, perché consideriamo lo strumento inadeguato. È un prestito al buio. Chi sta provando a dividerci su questo tema, agisce con l’intento di far cadere Conte e il Governo per mettere le mani sui miliardi del recovery fund. Noi ovviamente non glielo permetteremo.
Se un governatore è d'accordo con chi vìola i divieti di Natale
Attilio Fontana si scaglia contro il governo. Senza mezzi termini, stavolta, tanto che lo scontro istituzionale tra regione Lombardia ed esecutivo arriva a un livello preoccupante, forse insanabile. "Adottano provvedimenti folli, non possiamo cambiare regole ogni 3 settimane": così su Libero il governatore leghista ha commentato le restrizioni dell’ultimo Dpcm e le regole che dovremo adottare a Natale per contenere l’epidemia da coronavirus. Fontana critica la ratio adottata dal governo e fa intendere di essere sostanzialmente d'accordo con chi nei prossimi giorni potrebbe violare i provvedimenti sugli spostamenti varati da Giuseppe Conte in vista delle festività. "Dal punto di vista epidemiologico - afferma - non ha senso che sia considerato sicuro muoversi per le visite nel proprio Comune e sia definito pericoloso andare a trovare qualcuno che abita nel paese di fianco. Mi auguro che il Parlamento abbia un sussulto e sistemi questa norma, che mi sembra veramente una sciocchezza. Siamo ancora in tempo. Ho chiesto al premier Conte di intervenire".
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Far saltare oggi il Governo Conte non giova a nessuno, se non a qualche tecnocrate
Non fatevi fregare. L’idea del governissimo tecnico che fa tanto scuotere il Palazzo non è solo politicamente sbagliata, è un vero e proprio imbroglio. I retroscena impazziscono di ipotesi, il totonomi sul possibile premier e i ministri sono ormai a livello da calciomercato, ma il problema non è Conte-sì, Conte-no. E nemmeno chiederci cosa combinerebbero Mario Draghi o Marta Cartabia (che in realtà non ci sono, perché non sono disponibili ad entrare in campo senza garanzie) se fossero a Palazzo Chigi da domani. Il problema è che, se cadesse Conte, a pochi mesi dall’inizio del semestre bianco, non si potrebbe più andare a votare. Non sostituiremmo quindi il governo giallorosso con un altro governo a maggioranza chiara (cioè di centrodestra), ma con un carro bestiame in cui potrebbero entrare tutti e di tutto. Un governo che non si può fermare, che non può cadere, perché non si possono sciogliere le Camere. Un governo in cui i partiti si nascondono, come già hanno fatto ai tempi del Governo Monti. La prima domanda da farsi, dunque, è: a chi giova?
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Altro che piano fantasma. Ecco come l’Italia spenderà i 200 miliardi degli aiuti europei. Oggi il via libera del Consiglio dei ministri
Ambiente, innovazione, ricerca, istruzione, fisco, sanità e parità di genere. Pronto il Recovery Plan per far ripartire il Paese dopo la pandemia. Con l'incognita dei renziani che, come al solito, si mettono di traverso. Settimana cruciale, quella che si è aperta ieri, per il governo e per l’Italia, visto che in ballo ci sono due questioni di fondamentale importanza: il Mes e il Recovery Fund. Si è infatti arrivati al Consiglio dei ministri di ieri con all’ordine del giorno la “Definizione e attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza” dopo giorni di tensioni e polemiche all’interno della maggioranza giallorossa, prima con i “dissidenti” del M5S, contrari alla riforma del fondo salva stati e poi con il No di Italia Viva rispetto alla gestione dei fondi europei proposta dal premier Conte. Il vero nodo politico da sciogliere, motivo per il quale il cdm ha subito una serie di stop and go, (prima convocato alle 9, poi slittato alle 11, infine partito alle 13 e sospeso nel pomeriggio dopo la notizia della positività della ministra Luciana Lamorgese al Covid) è ancora quello della governance, con la delegazione di Italia Viva pronta a far saltare il tavolo se dovesse passare la di cabina di regia con il supporto di sei manager.
Quante persone sono morte nei comuni italiani
L’ISTAT, l’istituto nazionale di statistica, ha pubblicato i dati che mostrano quante persone sono morte in Italia da gennaio fino al 30 settembre 2020. Sono dati importanti perché il 2020 non è stato un anno come tutti gli altri: l’epidemia da coronavirus ha causato un aumento anomalo della mortalità, soprattutto nei mesi di marzo e aprile, secondo i numeri che possiamo analizzare al momento. Tra tre mesi, al termine della verifica e della validazione degli statistici dell’ISTAT, si potranno conoscere anche i dati della mortalità rilevati durante i mesi di ottobre e novembre, quando c’è stata la cosiddetta seconda ondata dell’epidemia. I dati dell’ISTAT non dicono quanti sono stati i morti ufficiali causati dalla Covid-19, ma registrano quelli per tutte le cause. Quindi, tutte le persone che sono morte in Italia. Confrontando il numero dei morti di quest’anno con la media dei cinque anni precedenti, si può capire qual è stata la sovramortalità, cioè quante persone sono morte in più rispetto al passato. In questo modo si riesce a misurare l’impatto dell’epidemia: non solo le morti dirette – le persone che sono morte a causa della COVID-19 – ma anche le morti “indirette”, cioè causate dalla saturazione del sistema di emergenza (negli ospedali non c’era spazio per tutti, e le ambulanze non riuscivano a soccorrere i malati in tempi rapidi). (a fianco il grafico per la Lombardia da gennaio a settembre: media 2015-2019 morti 74.532, nel 2020 sono stati 100.849)
Covid, perché l’Italia rischia una terza ondata più grave e due mesi da incubo
Cosa è necessario fare per scongiurare un nuovo impulso dei contagi. Medici, epidemiologi e virologi: «Rischiamo situazioni ingovernabili». Il vaccino previsto metà gennaio non basterà. Il dibattito sulla stretta da parte del governo è sempre più forte e dal Comitato tecnico scientifico oltre che dalla maggior parte di infettivologi ed epidemiologi arriva l’avvertenza «a non abbassare la guardia». «Siamo nel pieno della seconda ondata» dice Walter Ricciardi, consigliere del ministero della Salute, docente di Igiene all'università Cattolica di Roma e direttore scientifico degli Istituti clinici scientifici Maugeri. Ma davvero rischiamo una terza ondata? Secondo chi studia l’andamento dei contagi, non solo in Italia ma anche in Europa questo è un rischio concreto. Un rischio che corriamo seriamente se non si seguiranno le avvertenze che ora molti governi stanno mettendo in piedi. Il pericolo è lasciarsi trasportare da quelle che vengono definite da Cts, governo, edpidemilogi “le distrazioni natalizi” e che ora possono aprire la strada a una terza ondata pandemica di coronavirus. Quando? All’inizio del prossimo anno.
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Recovery Fund, rivolta di Italia Viva al vertice con Conte: “Renzi vuol far saltare il premier”
Il vertice convocato ieri nel tardo pomeriggio dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte con i capi delegazione in vista del Consiglio dei ministri di oggi sul Recovery Fund si è concluso con un colpo di scena: i rappresentanti di Italia Viva hanno lasciato il tavolo per protestare contro il metodo utilizzato dal premier. Secondo i racconti dei ministri citati dal Corriere della Sera, Boschi e Rosato hanno lanciato un “assalto” al tavolo di maggioranza e il premier sarebbe rimasto “basito”, avendo compreso, secondo le parole di un esponente del governo “che il problema di Renzi non è tanto il merito delle cose, quanto la volontà di far saltare Conte”. Un’ipotesi tutta da verificare, ma che dà l’idea del livello della crisi. Renzi: “No a inutili task force, basta metodi sprezzanti”. Ad essere contestata, secondo quanto spiega oggi Matteo Renzi in un’intervista a Repubblica, è la formula della task force scelta da Conte.
Ecco il Recovery plan dell’Italia. Risorse per duecento miliardi. Il Governo punta su digitalizzazione, ambiente, infrastrutture e istruzione
Ammontano a 196 miliardi di euro le risorse che, secondo la bozza del Recovery plan visionata dall’agenzia Ansa e al centro del confronto di oggi in Consiglio dei ministri, metterà per le sei macro-aree del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza. Alla digitalizzazione e innovazione saranno destinati 48,7 miliardi, all’area “rivoluzione verde e transizione ecologica” andranno 74,3 miliardi, al settore Infrastrutture per una mobilità sostenibile 27,7 miliardi. Istruzione e ricerca potrà contare, invece, su 19,2 miliardi, quello sulla Parità di genere su 17,1 miliardi, secondo la bozza. L’area sanità, infine, conterà su 9 miliardi. La bozza del Piano presentato dal premier Giuseppe Conte al Consiglio dei ministri è composta da 125 pagine ed è divisa in quattro parti. Il testo traccia gli obiettivi, le riforme e gli investimenti, l’attuazione e il monitoraggio del piano e la valutazione dell’impatto economico. Le riforme e gli investimenti mirano a “una transizione ‘green, smart and healthy’. E riguardano: riforma della giustizia; digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura; rivoluzione verde e transizione ecologica; infrastrutture per una mobilità sostenibile; istruzione e ricerca, parità di genere, coesione sociale e territoriale; e salute.
Le vitamine servono a qualcosa contro il Covid?
Le vitamine sono utili per prevenire il Covid? Non ci sono prove. Un apporto di vitamine completo è però fondamentale per stare bene, sempre. Non esistono, ad oggi, evidenze solide e incontrovertibili (ovvero derivanti da studi clinici controllati) di efficacia di supplementi vitaminici e integratori alimentari (ad esempio vitamine, inclusa vitamina D, lattoferrina, quercitina), il cui utilizzo non è, quindi, raccomandato. Covid: la corsa a integratori e vitamine. Da mesi integratori e vitamine sono tra i prodotti farmaceutici più venduti. I medici e gli esperti non hanno certezze: c'è uno stimato dottore che dice che contro Covid-19 ci vuole la vitamina C. Altri studi ipotizzano un effetto protettivo della vitamina D (ad esempio, l'olio di fegato di merluzzo). Il ministero della Salute per fare il punto della situazione ha scritto in una circolare che "non esistono, ad oggi, evidenze solide e incontrovertibili (ovvero derivanti da studi clinici controllati) di efficacia di supplementi vitaminici e integratori alimentari (ad esempio vitamine, inclusa vitamina D, lattoferrina, quercitina), il cui utilizzo per questa indicazione non è, quindi, raccomandato".
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Lo strano caso della Puglia: gli ospedali sono al collasso, ma la Regione è zona gialla
Poco più di due settimane fa il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, avanzava al governo la richiesta di trasformare due province pugliesi, Foggia e Bat (Barletta, Andria Trani), in zone rosse. Nella serata di venerdì, è stato lo stesso governatore a darne notizia: l’intera regione è in zona gialla. È questa la strana parabola della Puglia: da subito zona arancione, secondo la ripartizione introdotta il 6 novembre scorso, ma passata in pochi giorni dall’essere candidata alle maggiori restrizioni della zona rossa – ad auspicare il lockdown generalizzato era stato anche l’assessore alla Sanità, Pierluigi Lopalco – sino al godere dei vantaggi del declassamento a zona gialla. Bar e ristoranti aperti sino alle 18 e possibilità di spostarsi tra i comuni, tra le norme entrate in vigore ieri. Eppure, a guardare i dati, non sembrerebbero essere intervenute grosse migliorie nella situazione epidemiologica in regione.
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Anche Al Jazeera parla (male) del libro su Salvini e delle sue pagine bianche
Non è passato inosservato solo in Italia il libro su Salvini, divenuto un vero e proprio best seller su Amazon, tanto che risulta essere il più venduto nella categoria “Scienze politiche”, davanti persino a “Una terra promessa” di Barack Obama. Persino Al Jazeera ha pubblicato un articolo sul proprio sito web. Il focus, però, non è tanto sul libro su Salvini in sé, quanto per un atro dettaglio: ci sono 110 pagine, tutte bianche. Già, perché nel volume dal titolo ‘Perché Salvini merita fiducia, rispetto e ammirazione‘ non c’è scritta neanche una parola. Chi si aspettava di trovare l’esaltazione del segretario del Carroccio commette un errore madornale. L’annuncio su Amazon, a onor del vero, lo dice chiaramente: ‘Questo libro è pieno di pagine vuote. Nonostante anni di ricerche, non abbiamo potuto trovare niente da dire su questo argomento, così per favore sentitevi liberi di usare questo libro per gli appunti’. Al Jazeera ironizza proprio su questo fatto: “Con la sua copertina nera e il titolo in grassetto bianco e rosso, il piccolo libro sembra un tomo serio. Finché non lo apri“.
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Stefano Buffagni al Fatto Quotidiano: noi del Movimento dobbiamo tutelare Conte
Questa mattina ho rilasciato un'intervista al Fatto Quotidiano. Ho spiegato quanto sia importante per il M5S, ora più che mai, continuare a sostenere il Presidente Conte. ➡️Rischiano tutti: il M5S che è una polveriera, il governo e quindi Giuseppe Conte. “Ma noi del Movimento, come il Pd, dobbiamo tutelare il presidente del Consiglio” esorta il 5Stelle Stefano Buffagni, viceministro allo Sviluppo economico. 🎤Voi grillini forse vi state impuntando per motivi ideologici. Un voto sulla riforma del Mes vale davvero tutto questo? 🗣In queste ore si sta lavorando alla risoluzione che verrà votata mercoledì in Parlamento. Di certo non potrà prevedere l'utilizzo del fondo salva Stati, strumento inutile, obsoleto e pericoloso. 🎤Il Pd e Matteo Renzi insistono nel dire che quei miliardi servono per la sanità. Hanno proprio torto? 🗣Oggi l’Italia non ha problemi a finanziarsi sul mercato, grazie alla Banca centrale europea. Ma poi basta citare i numeri. Per il 2020 abbiamo un miliardo di spesa corrente non utilizzata per la sanità, a cui ne vanno aggiunti altri otto stanziati da dai due governi Conte. Poi ci sono altri sei miliardi assegnati alle Regioni del Sud per ammodernare gli ospedali e acquistare macchinari, anche questi ancora fermi. E tramite il Recovery fund arriveranno altri 20 miliardi. Parliamo di circa 35 miliardi già a disposizione, che vanno a spesi.
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Se Conte va avanti è merito di Salvini
Ma davvero Salvini vuole sbarazzarsi di Conte? Ci sta provando sul serio oppure, sotto sotto, è rassegnato a tenerselo ancora per un bel po’? Il dubbio nasce dai comportamenti del Capitano. Proprio adesso che la crisi sembra possibile sta tenendo posizioni rinunciatarie, quasi da spettatore, inspiegabili se il suo obiettivo fosse quello di cacciare a pedate il premier, come va dicendo. Magari Salvini si sente impotente, pensa di non avere margini per fare di più; o forse spera di guadagnare altri voti tenendo lì Conte “a far danno”, piuttosto che affondare il colpo durante la pandemia, con tutti i rischi del caso. Chissà. Nella sua ottica possono esserci mille motivi, fondati e rispettabili. Sta di fatto, però, che qualcosa non quadra. Si prenda il Mes, su cui Conte è in un mare di guai; non per merito del centrodestra, che si oppone alla riforma europea sottoscritta nel 2011 dal centrodestra medesimo, ma per la rabbia dei senatori Cinque stelle costretti a inghiottire un gigantesco rospo. Mettiamoci nei panni dei dissidenti grillini e cerchiamo di viverne il dramma quando dovranno pronunciarsi in Parlamento mercoledì. Da una parte l’istinto li spingerebbe a votare contro il Mes perché nella loro cultura c’è l’odio per la finanza, le banche, i poteri forti e vedono complotti giudaico-massonici ovunque, figurarsi in un fondo Salva-stati che in cambio del riscatto ti imporrebbe vincoli di ogni tipo.
Coronavirus, la curva dei contagi e lo spettro della terza ondata. Dove i nuovi positivi non calano? L’aumento in Puglia; il caso del Veneto
Oggi nelle due Regioni un tasso di positività nettamente sopra la media nazionale. In Puglia rispetto alla scorsa settimana si è passati da 9711 a 11.123 contagi. Il Veneto da un mese è stabile sopra i 20mila casi in 7 giorni, senza miglioramenti. Le Province del Nord-Est sono quelle con più casi per abitanti. Crescita dei positivi anche in Sardegna, mentre il trend è in diminuzione nel resto d'Italia. Mezza Italia torna ‘gialla‘ e solo l’Abruzzo (per ora) resta in zona rossa. Il coronavirus ha allentato la sua presa, ma non è il momento di rilassarsi perché un errore oggi porterebbe ad una terza ondata a gennaio. Ora la priorità è abbassare ancora la curva dei contagi, in attesa del via alla campagna vaccinale anti-Covid.
Cashback, PagoPa: “Già un milione di utenti pronti ad attivarlo. Possibili rallentamenti”
Mancano meno di 24 ore all’avvio del programma Cashback: i rimborsi dello Stato saranno validi sugli acquisti con pagamenti elettronici effettuati a partire da domani, martedì 8 dicembre. Sono già “circa un milione ” gli utenti “che hanno caricato almeno un metodo di pagamento e sono pronti ad attivare il Cashback tramite l’app Io”, informa PagoPa, che gestisce l’infrastruttura. L’ultimo aggiornamento dell’applicazione ha previsto il rilascio del nuovo servizio, non senza qualche intoppo: è comparso infatti il pulsante in evidenza “Cashback”, ma ancora con la dicitura “in arrivo”. Tramite questa funzione, è possibile inserire il codice Iban del conto su cui si vogliono ricevere i rimborsi e selezionare su quali metodi di pagamento (carte e app) si vuole attivare il servizio.
Il buon senso degli italiani: gli assembramenti a Riccione e la rissa al Pincio senza mascherina
Gli italiani che rispettano le regole anti COVID e si fanno scrupolo di evitare comportamenti a rischio per sé e per gli altri sono la maggioranza. Poi però succede che basta un fine settimana di Natale in cui si accendono le luminarie, come a Riccione ma anche a Roma, per creare assembramenti. Per non parlare della maxi rissa tra ragazzi al Pincio. L’accensione delle luci di Natale a Riccione ha provocato un assembramento in cui si vede molta gente raggruppata nella principale via pedonale della città. Nei giorni scorsi l’amministrazione comunale aveva promosso l’inaugurazione del Riccione Christmas Star prevista oggi con lo show di una nevicata finta (di schiuma) a partire dalle 17 a cadenza oraria fino alle 20. L’evento ha attratto parecchia gente nell’ultimo giorno di zona arancione dell’Emilia-Romagna prima del passaggio alla zona gialla, e c’è chi denuncia gli assembramenti.
Marco Travaglio: Ma mi faccia il piacere
Cervelli arruginiti. “Il magazzino dei vaccini. Alla periferia di Roma. Un capannone arruginito circondato da rifiuti tossici. E’ il deposito del Ministero riservato a stoccare i farmaci contro le pandemie… Arcuri e Speranza: il governo ha ordinato milioni di dosi di vaccini, ma secondo le rigorose procedure di attivazione della scorta nazionale di antidoti aggiornate lo scorso luglio, ogni movimentazione dovrà essere gestita dal fatiscente deposito sulla Tiburtina” (Espresso, inchiesta di 8 pagine, 6.12). “Come annunciato dal commissario Arcuri, i vaccini contro il Covid saranno stoccati ed immagazzinati nell’Aeroporto militare di Pratica di Mare, alle porte di Roma… dove saranno conservati in frigoriferi speciali” (Repubblica.it, 6.12). E vabbè, dài, se non è la Tiburtina è Pratica di Mare (a 45 km di distanza): otto pagine di Espresso da buttare, che sarà mai.
Teatrino indegno sul MES, con il M5S al governo l’Italia non lo utilizzerà
Mercoledì 9 il Parlamento non voterà l’attivazione o meno del MES, voterà una risoluzione, un indirizzo, da consegnare al Presidente Conte sull’atteggiamento da tenere al Consiglio Europeo in merito ai punti all’ordine del giorno, che include anche la riforma del MES (non l’attivazione, ripeto). Questo è chiaro, scritto nei regolamenti parlamentari, non c’è spazio ad altre interpretazioni quindi. Ed invece assisto, basito, ad un teatrino indegno sia dell’opposizione che di parte della maggioranza che cerca di far passare il messaggio che quel voto porti l’Italia a chiedere l’attivazione del MES e/o del MES sanitario. L’obiettivo è molto semplice e tristemente politico: costruire un racconto, falso, per cui un voto del M5S favorevole ad una risoluzione che non ostacoli la riforma europea del MES, sia come richiederne l’attivazione, mentre un voto contrario sia una sfiducia al Presidente Conte.
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Un Dpcm che cerca l’equilibrio
Nel giorno in cui arriviamo a un passo dai mille morti per Covid arriva un Dpcm di Natale che bilancia lo spirito religioso della festa, con il desiderio delle famiglie di ricongiungersi, e la necessità di tenere alta la guardia contro la pandemia. Per chi continua a straparlare di mancanza di ragionevolezza, di dittatura sanitaria e persino di rigurgiti fascisti, tutto quello che decide il Governo può essere sempre fatto diversamente, e questo è vero, ma se la proposta alternativa è quella delle destre che questa estate parlavano di virus sparito e di aprire le discoteche, o delle Regioni che ancora adesso pretendono di aprire le piste di sci, allora va ringraziato questo premier e la maggioranza giallorossa per aver tenuto la barra dritta, a costo di assumersi l’onere dell’impopolarità pur di scongiurare la terza ondata.
Reddito di cittadinanza, le Destre sparano su tre milioni di poveri. Salvini, Meloni & C. contro la misura. Ma i 5S fanno muro: giù le mani
I numeri parlano chiaro. Dall’istituzione del reddito di cittadinanza risultavano, a settembre, 1,5 milioni di nuclei le cui domande erano state accolte. Di questi, 166 mila erano decaduti dal diritto. I nuclei restanti (1,3 milioni) erano costituiti per 1,2 milioni da percettori di Reddito di cittadinanza, con circa 3 milioni di persone coinvolte, e per 137 mila da percettori di pensione di cittadinanza, con 156 mila persone coinvolte. Secondo gli ultimi dati, sempre diffusi dall’Inps, nel mese di ottobre il numero dei nuclei familiari beneficiari di reddito/pensione di cittadinanza è stato pari a 971 mila. Un calo che si spiega “tecnicamente” con la conclusione del primo ciclo di erogazione del Reddito di cittadinanza laddove invece la pensione di cittadinanza si rinnova automaticamente. Il 78% di coloro che hanno terminato il primo ciclo a settembre ha presentato comunque una nuova domanda nel mese di ottobre, secondo quanto previsto dalla normativa, per ottenere dal mese successivo nuovamente il beneficio, se ancora in possesso dei requisiti richiesti. Quasi un quarto delle famiglie che ha ricevuto il sussidio è potuto uscire nel 2019 da una situazione di grave povertà. Si tratta di oltre 245mila famiglie. Secondo quanto certifica un rapporto del ministero del Lavoro.
IL COMMERCIALISTA DEL CARROCCIO MICHELE SCILLIERI HA INIZIATO A COLLABORARE
Un sistema di retrocessione alla LEGA di parte del denaro ricevuto dai professionisti per nomine e consulenze, avute sempre nel nome del partito. Nell' interrogatorio di sabato scorso, Michele Scillieri, il commercialista nel cui studio è stata registrata la lista "Per Salvini premier", ha parlato del suo incarico nella Lombardia Film Commission e di come abbia dovuto restituire una fetta considerevole dei compensi ai revisori contabili della Lega. Ma ha detto anche di sapere come il meccanismo delle retrocessioni al partito sia una prassi valida per tutti i soggetti che vengono collocati nelle caselle delle municipalizzate o che ottengono contratti nel sistema pubblico lombardo. Un interrogatorio fiume, durato dieci ore, davanti al procuratore aggiunto Eugenio Fusco e al pm Stefano Civardi che indagano sugli 800 mila euro stanziati dalla Regione Lombardia per l' acquisto della nuova sede della Lombardia Film Commission a Cormano, e che sono stati distratti dai revisori contabili della Lega in Parlamento, Andrea Manzoni e Alberto Di Rubba.
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MILLE MILIARDI DI EURO MESSI ''AL PIZZO'' DAGLI ITALIANI
..... Nell'anno della paura nera dell'epidemia, il virus ha aggredito una società già stanca e ha accelerato alcuni processi già in atto. Nell'Italia già provata da anni di resistenza alla divaricazione dei redditi, il Covid ha infatti ampliato le disuguaglianze sociali già esistenti, con da una parte sempre più famiglie con un sussidio di cittadinanza (+22,8%), e dall'altra pochi miliardari (40) aumentati sia in numero che in patrimonio durante la prima ondata dell'epidemia. La vera frattura sociale risulta essere tra chi ha la certezza del reddito e chi no. Se ci sono 3,2 milioni di "garantiti assoluti", i dipendenti pubblici, cui si aggiungono 16 milioni di pensionati che si trasformano in "silver welfare" a supporto di figli e nipoti, per il resto si entra nelle "sabbie mobili: il settore privato senza casematte protettive"; c'è poi la falange dei più vulnerabili, i dipendenti del settore privato e le partite Iva; infine, "l'universo degli scomparsi", circa 5 milioni di persone alle prese con lavoretti nei servizi e lavoro nero, inabissatisi senza rumore.
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Il caso Scillieri imbarazza la Lega. Salvini non parla.
Nel Carroccio il mantra è derubricare a “sciocchezze”, ma la preoccupazione è alta, proprio ora che il Carroccio ha ripreso la leadership del centrodestra sul Mes. Il caso Scillieri imbarazza la Lega: bocche cucite, nessun commento. Afasico il normalmente loquacissimo Matteo Salvini, che si concentra sui ritardi del governo verso gli specializzandi in medicina e sulla sempreverde immigrazione clandestina. Nel Carroccio il mantra è derubricare a “sciocchezze”, ma la preoccupazione è alta: la vicenda che ruota intorno alla Lombardia Film Commission è potenzialmente deflagrante per un partito il cui elettorato digerisce molto ma non gli scandali sui dané. Soprattutto in un momento, fine anno, in cui si chiudono i congressi locali e si tirano le somme del tesseramento. Ma il timore nei gruppi parlamentari è che nei prossimi giorni possano uscire notizie ancora più “pesanti”. Proprio nel momento in cui, grazie all’”allineamento” di Silvio Berlusconi sul Mes il Capitano ha riguadagnato la leadership in pectore della coalizione.
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Roma: Shopping e movida sorvegliati speciali: chiusi i megastore
lI dictat è impedire durante questo lungo ponte dell’Immacolata le folle e gli assembramenti visti lo scorso week-end in via del Corso e nei centri commerciali in occasione degli sconti legati al black friday. Soprattutto adesso che l’indice Rt nel Lazio è tornato sopra l’1 (1831 nuovi casi positivi ieri, 1447 a Roma). A dare una mano alle forze dell’ordine ci penserà, probabilmente, il “cielo”, nel senso che per oggi è stata emessa un’allerta meteo dalla protezione civile e che il maltempo dovrebbe proseguire nelle ore successive. Insomma, i romani potrebbero essere invogliati a rimanere a casa, piuttosto che a passeggiare sotto l’ombrello. Ma se così non fosse, ieri mattina il Comitato per la sicurezza e l’ordine pubblica convocato dal prefetto Matteo Piantedosi ha messo a punto il nuovo piano anti-assembramenti, estendendo di fatto le misure già in parte previste nelle settimane scorse fino a martedì compreso. Innanzitutto restano chiusi i centri commerciali, i megastore e gli outlet con superficie superiore ai 2500 mq, e i mercati all’aperto.
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Frase choc del medico al malato di Covid: “Fra 10 minuti muori”
Taranto, la denuncia della figlia dell’anziano. In questo periodo in cui vengono chiamati «eroi», alcune denunce potrebbero ferire a morte una categoria, quella dei medici, in prima linea da quasi un anno per l’emergenza Covid. E stavolta presunti casi di malasanità toccano Taranto. Nella provincia pugliese l’ospedale di riferimento per il coronavirus è intitolato a San Giuseppe Moscati. Medico, canonizzato da Giovanni Paolo II. Stride l’associazione tra questi nomi e quanto raccontano i parenti di alcuni degenti che hanno perso la vita nei reparti più difficili. «Papà non me lo darà più nessuno, forse sarebbe morto ugualmente ma con una dignità diversa». Angela Cortese, avvocato, è figlia di una delle vittime della pandemia. Inizia il suo racconto ricordando le urla disperate del padre appena ricoverato: «Venitemi a prendere, qua muoio». Il giorno dopo la figlia prova a telefonargli, ma risponde una voce: «Suo padre non collabora». Non voleva indossare il casco cpap. Angela chiede di avere pazienza, di aiutarlo. Poi un’altra telefonata: «è gravissimo, tra 10 minuti le diremo che è morto». Per lei, attimi interminabili: «Mio padre era vigile e stava ascoltando tutto. Mi tremavano le gambe, pregai di fare qualcosa». Dopo un quarto d’ora l’ultima telefonata: «Le avevo detto che stava morendo: è morto».
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Perché la seconda ondata di Covid è stata peggiore della prima ma non ce ne siamo accorti
Forse con il lockdown soft non ce ne siamo resi conto. Forse l’epica della prima ondata, con i canti dai balconi e la paura per un nemico invisibile e sconosciuto è evaporata in questo deja vu sbiadito d’autunno. Ma la verità è che ce la siamo vista brutta. Mentre il Piemonte si appresta a entrare in zona gialla, tra negozi aperti e luci di Natale, possiamo dare un’occhiata a quel che è successo nelle scorse settimane e comprendere che no, la seconda ondata non è stata più lieve. Anzi, è stata peggiore della prima. Per dare un’ordine di idee il giorno nero della prima ondata è stato l’11 aprile. Quel sabato vennero scoperti in Piemonte 996 nuovi casi di Covid. Il peggiore della seconda ondata è invece stato il 19 novembre quando sono spuntati 5.349 nuovi positivi. E’ possibile che non ci siamo accorti di questa enorme differenza? Partiamo da una considerazione che può sembrare banale: la percezione. Durante la prima ondata le conferenze stampa alle 18 della Protezione civile si susseguivano giornalmente facendoci vivere in un continuo stato di tensione emotiva. Eravamo tutti chiusi in casa. Oltre a preoccuparci, c’era ben poco altro da fare. Nella seconda ondata molti hanno continuato la loro vita di sempre, sebbene sottoposti alle restrizioni della zona rossa. Le conferenze stampa sono sparite dai palinsesti, ma il coronavirus ha continuato a colpire anche senza andare in onda a reti unificate.
L'assalto ai treni prima dello stop agli spostamenti e il pericolo di fare un assist al virus come a marzo
Il divieto di mobilità tra regioni e comuni nei giorni di festa sta già avendo i primi effetti: convogli esauriti. Cosa accadde nel weekend del 7-8 marzo e perché potrebbe succedere di nuovo. L'atteso Dpcm 3 dicembre con le regole di Natale 2020 è stato pubblicato ieri sera sul sito della presidenza del Consiglio dei ministri ed è entrato in vigore a partire da oggi, venerdì 4 dicembre. Sarà valido fino al 15 gennaio 2021. Sabato 19 e domenica 20 dicembre saranno gli ultimi giorni "validi" per muoversi prima dell'entrata in vigore delle restrizioni agli spostamenti tra regioni e comuni previste dal decreto legge 2 dicembre n. 158, il quale stabilisce che dal 21 dicembre 2020 al 6 gennaio 2021 saranno vietati gli spostamenti tra regioni diverse e il 25 e il 26 dicembre 2020 e il primo gennaio 2021 saranno vietati anche gli spostamenti tra comuni diversi (salvo che per comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute).
Ferrara, il vicesindaco leghista Nicola Lodi indagato per istigazione alla corruzione
Accertamenti della procura su ‘Naomo’ e il consigliere Solaroli, anche lui leghista, per l'offerta di un posto da hostess alla dissidente Anna Ferraresi e farla dimettere dal Consiglio comunale. L'audio della proposta venne trasmesso dalla trasmissione Piazza Pulita. Lui si difende: "Totalmente estraneo ai fatti". Il vicesindaco leghista di Ferrara Nicola ‘Naomo’ Lodi è finito nel registro degli indagati per istigazione alla corruzione. E con lui il consigliere comunale e compagno di partito Stefano Solaroli. La procura estense sta valutando le ipotesi di reato in merito a fatti avvenuti il 19 novembre del 2019. Solaroli incontra in forma riservata la consigliera Anna Ferraresi, fino a quel momento non sufficientemente in linea con la politica voluta da Naomo. In estrema sintesi, è considerata “una rompicazzo”, come l’ha definita Solaroli in audio poi divenuto pubblico. Il consigliere leghista, già noto oltre i confini ferraresi per il video in cui lustra la sua Beretta a letto, le offre “un posto di lavoro importante, contratto a tempo indeterminato del Comune, dipendente comunale, 1.400 euro al mese, con quattordicesima”. In cambio, le dimissioni: “Tu sai che è incompatibile con il ruolo da consigliere”.
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Dpcm Natale, la furia di Giorgia Meloni durante la conferenza stampa di Conte
In segno di protesta contro la decisione del presidente del Consiglio Giuseppe Conte di illustrare in conferenza stampa il nuovo Dpcm prima di presentarsi in Parlamento, la Camera è stata occupata dai deputati del centrodestra. Durante il discorso con cui Giuseppe Conte ha spiegato le nuove misure, la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni è stata filmata mentre va su tutte le furie. Parlando con Giancarlo Giorgetti, la leader di Fratelli d’Italia gesticola con rabbia, alza la voce e commenta la situazione con foga. Secondo quanto hanno riferito dei deputati di vari gruppi, subito dopo l’inizio dell’occupazione ci sono stati scontri verbali tra parlamentari di Fratelli d’Italia e di M5s, con i commessi che sono intervenuti per evitare contatti fisici.
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Hanno colpito la scuola per nascondere responsabilità altrui (di Alessandro Di Battista)
Nel Paese del “Partito preso” una parte della pubblica opinione si comporta da hooligan. A volte difende, per partito preso, per l’appunto, la propria forza politica anche quando andrebbe criticata, se non altro per imporle il ritorno alla retta via. Allo stesso tempo si attacca, spesso in modo scomposto, quel politico avversario solo in quanto avversario caldeggiando il gossip ed ignorando i fatti. È il caso di Lucia Azzolina, ministro dell’Istruzione, da mesi quotidianamente massacrata non si sa bene perché. Cosa avrebbe fatto di così sconveniente questa giovane donna, perbene e preparata, non è dato saperlo. Ha per caso tagliato i fondi alla scuola pubblica? No. Semmai ha lottato per ottenere 7 miliardi di euro in più. Credo che alla Azzolina non venga perdonata la sua coraggiosa difesa della scuola statale, un’onta nell’era liberista che stiamo ancora vivendo. Non potendo tuttavia ammettere l’indicibile, la si attacca per altro. Per il diametro delle rotelle dei banchi (come se aver sostituito arredamenti scolastici che avevano 30 anni fosse stato un errore), per la tonalità del rossetto, per la pettinatura o per la cadenza del suo parlare. Accompagno tutti i giorni mio figlio a scuola. Scuola pubblica. L’organizzazione è ottima, le insegnanti professionali, il personale scolastico attento e preparato. Ogni giorno ho la sensazione di lasciare mio figlio in un luogo sicuro, protetto, sano sotto tutti i punti di vista.
“Vaccinazioni sospese, arriveranno meno dosi di quelle richieste”: il disastro della campagna antinfluenzale lombarda
È sempre più caos in Lombardia sui vaccini antinfluenzali: un’informativa arrivata a diversi medici di medicina generale, che sintetizza un incontro telematico avvenuto tra un gruppo di Mmg e il dott. Cassavia, Direttore del dipartimento cure primarie Ats Milano, conferma non solo che le dosi di vaccino sono terminate, ma anche che la campagna vaccinale è momentaneamente sospesa fino al 15 dicembre. Nell’informativa, che noi di TPI siamo in grado di svelare, vi è comunicato infatti che “i vaccini non arriveranno prima del 10 dicembre” e che “la campagna vaccinale riprenderà il 15 dicembre anche nel centri vaccinali, che pure hanno terminati i vaccini”. Non solo, il responsabile Ats ha anche confermato che “arriveranno dosi inferiori a quelle richieste”, ma che non è possibile chiarire di quale percentuale sarà la riduzione.
Regioni, Salvini, Italia Viva e mezzo Pd. E’ l’inciucio del liberi tutti. Conte e Boccia respingono le assurde pretese degli sgovernatori. Rimessi in riga pure da Zingaretti
Sulla norma più contestata, sia dai governatori che da Italia viva e da una parte del Pd, ovvero lo stop allo spostamento tra i Comuni nei giorni superfestivi, nessun passo indietro. La conferma arriva dal premier Giuseppe Conte nel corso della conferenza stampa in cui ha illustrato i contenuti del dpcm (leggi l’articolo) che entrerà in vigore oggi e del decreto legge, approvato mercoledì, che ha definito il perimetro delle nuove restrizioni, a partire dal divieto degli spostamenti. Presto si tornerà a parlare delle Faq di Palazzo Chigi. Lo ha spiegato lo stesso presidente del Consiglio ai governatori. Il dpcm permetterà di muoversi sempre per tornare nella propria casa, che sia residenza o domicilio o semplice abitazione (il che permetterà anche alle coppie conviventi di ricongiungersi) e per motivi di lavoro, salute e necessità.
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