La posizione della Lega e di Fratelli d’Italia sul Mes è sempre stata chiara, cristallina: un no secco, senza se e senza ma, con o senza condizionalità, riforma o non riforma. Il no è sempre stato perentorio ed inappellabile. Molto diversa, anzi opposta, la posizione dell’alleato forzista, che sull’eventuale ricorso al Mes sanitario è sempre stato possibilista. Almeno fino ieri, quando dopo mesi di distinguo è passata la linea dettata da FdI e soprattutto dalla Lega, che sul controverso argomento ha lanciato a Silvio Berlusconi un vero e proprio ultimatum: chi vota a favore del Mes non sarà più compagno di strada della Lega. A formulare l’aut aut è lo stesso Matteo Salvini che mette in chiaro come la riforma del regolamento del Mes, approvata lunedì dall’Eurogruppo, “riesce a peggiorare un trattato già negativo perché divide l’Europa in buoni e cattivi, serie A e serie B e ovviamente, per i signori di Bruxelles, gli italiani sono di serie B e dovrebbero pagare senza dire nulla per coprire i buchi di altri. Chiunque in Parlamento approverà questo oltraggio, danno per l’Italia e le generazioni future – scandisce -, si prende una grande responsabilità: ho posto le nostre condizioni, così finalmente mettiamo le cose in chiaro e si vede da che parte sta FI. Se voterà sì alla riforma si apre un problema politico”.
Bufale sulla lotteria degli scontrini. A Destra è sempre forza evasori. Il Governo accusato di violare la privacy degli italiani. Ma non ci sono rischi e solo aiuti veri alle famiglie
Alla fine è sempre forza evasori. E se per tutelare chi si arricchisce impoverendo il Paese a rimetterci sono le famiglie, a cui viene negata un’entrata in più in tempi di profonda crisi, poco importa. L’importante è che lo spot sia ben confezionato e la bordata al Governo pesante, con il solito amplificatore dei social. Le destre, sovranisti e non, si muovono così. Lo facevano prima e continuano a farlo ai tempi del Covid-19. Non stupisce dunque l’ennesima fake news che hanno fabbricato sulla lotteria degli scontrini, indicando quello che è un aiuto agli italiani e uno strumento per combattere il sommerso come un Grande fratello pronto a spiare i cittadini per poi perseguitarli con balzelli vari. IL DATO. Gli italiani hanno estrema necessità di aiuti essendo stati travolti dalla crisi economica generata dall’emergenza coronavirus e attendono la lotteria degli scontrini. La prova sta nei dati illustrati ieri in Commissione finanze, alla Camera, da Sogei e dal direttore dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, Marcello Minenna. “Ci sono state quasi un milione di richieste di registrazioni nelle ultime 36 ore”, ha specificato Minenna. “Alle 13 di oggi il numero di codici rilasciati è pari a 810.000, il numero numero di soggetti richiedenti è invece 736.000”, gli ha fatto eco l’amministratore delegato della Sogei, Andrea Quacivi.
Speranza firma tre nuove ordinanze. Campania, Toscana, Valle D’Aosta e Bolzano diventano arancioni. L’Abruzzo resta rosso
Il ministro della Salute, Roberto Speranza, firmerà in serata 3 nuove ordinanze sulla base dei dati della Cabina di Regia sull’emergenza Covid-19 che si è tenuta oggi. Con la prima si rinnovano le misure restrittive vigenti relative alle regioni Abruzzo (resta rossa), Basilicata, Calabria, Lombardia e Piemonte (restano arancioni). Con la seconda le Regioni Campania, Toscana, Valle D’Aosta e la Provincia Autonoma di Bolzano passano da area rossa ad area arancione. Con la terza le Regioni Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Marche, Puglia e Umbria passano da area arancione ad area gialla. Le ordinanze saranno in vigore dal 6 dicembre. L’Abruzzo, ha confermato il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, ha fatto “progressi molto significativi e ho chiesto al ministero di tenere conto di questo. Mi aspetto che stasera il ministro farà la sua nuova ordinanza, ma so già che la farà con decorrenza fino al 10”.
‘Regolare le lobby in Parlamento? Basta rinvii’. La coalizione della società civile vuole la legge. ‘Si faccia in questa legislatura o è fallimento’
Quattordici associazioni trasversali, civiche, ambientaliste e di consumo si organizzano per fare lobbying per una legge sulle lobby. Soprattutto in vista del Recovery Fund. Silvestri (M5s): "Ci sono tre proposte della maggioranza, il Covid non sia una scusa: se non arriva entro questa legislatura la maggioranza avrà fallito". Ipotesi di un testo unico con primo passaggio alla Camera entro primavera. Ma poi tocca al Senato. Lobby, dopo 40 anni e 76 proposte di legge qualcuno ci riprova, e chi sta sui banchi della maggioranza si spinge a dire: “Se non ce la facciamo in questa legislatura, avrà fallito”. Oggi alla Camera l’associazione TheGoodLobby ha presentato una vera e propria “coalizione della società civile” che si muova perché le tre proposte in Parlamento in materia confluiscano in un unico testo che possa vedere la luce nell’arco di pochi mesi, soprattutto alla luce dei 200 miliardi del Recovery Fund che pioveranno sull’Italia e richiedono una forma “partecipativa e trasparente” di scelta e distribuzione delle risorse. Sarà infatti “la più grossa iniezione di fondi pubblici nel sistema economico italiano dai tempo della Seconda guerra mondiale”. Aderiscono 14 associazioni trasversali a diversi settori (ambiente, salute, cibo, diritti civili) che si sono strette attorno al progetto Lobbying4Change perché accomunate dallo stesso bisogno conoscere e incidere sulle scelte del decisore pubblico, ma vengono sistematicamente escluse dal dibattito politico perché non organizzate in lobby. “Se non ora, quando?” dice Federico Anghelé direttore di TheGoodLobby, associazione promotrice dell’iniziativa.
Marco Travaglio: Montezuma
L’altra sera, facendo zapping, mi è parso di intravedere a Dimartedì il mio amico Giannini che citava se stesso. E il mio amico Carofiglio che citava se stesso e poi dava fondo all’intero dizionario delle citazioni, che evidentemente sa a memoria. Roso dall’invidia, stavo per spegnere, quando mi è apparso Luca Cordero di Montezemolo che, collegato da una qualche Versailles, piagnucolava perché c’è un sacco di gente che soffre ed è alla fame, ma soprattutto perché il governo è sempre in ritardo su tutto (rispetto a cosa? boh), vuole pure negarci quella leccornia del Mes e non si circonda delle persone giuste, signora mia. E dire che su piazza ci sarebbe lui, prêt-à-porter, se solo lo chiamassero a insegnare un po’ d’efficienza. Ma niente, non lo chiamano. È stato allora che mi sono convinto di avere sognato: quel signore dalla chioma giallo-canarino-metallizzato che dava lezioni al “governo della paralisi” che “non pensa al futuro”, non poteva essere Montezemolo. Altrimenti gli sarebbe scappato da ridere. Il Montezemolo vero, detto “Libera e bella” per il crine fluente e cotonato d’un tempo, nasce nel 1947 a Bologna da nobili lombi sabaudi. Amico del cuore di Cristiano Rattazzi, figlio di Suni Agnelli, fa tanto divertire l’Avvocato. Così nel 1973 approda alla Ferrari. È il suo più grande e forse unico successo della vita (donne a parte), anche perché alla guida delle Rosse c’è Niki Lauda. Appena passa alle Relazioni esterne della Fiat, si scopre che si fa pagare da finanzieri straccioni per presentarli ad Agnelli, per giunta con banconote nascoste dentro libri svuotati di Enzo Biagi. Romiti lo caccia su due piedi e anni dopo racconterà: “Abbiamo pescato un paio di persone che pretendevano soldi per presentare qualcuno all’Avvocato. Uno l’abbiamo mandato in galera, l’altro alla Cinzano”. Tra i fumi dei vermouth, Libera e bella resiste poco. Eccolo dunque sulla tolda di Azzurra all’America’s Cup. E poi al vertice del comitato dei Mondiali di Italia 90, altra calamità naturale: opere sballate, sprechi faraonici, ritardi mostruosi, costi degli stadi alle stelle (ultima rata pagata dallo Stato nel 2015).
“Il Mes sarebbe un errore storico”: la lettera della fronda M5S ai vertici
No alla riforma del Mes. Lo hanno scritto nero su bianco 16 senatori e 42 deputati pentastellati in una lettera inviata ai vertici del M5s, in vista del voto del 9 dicembre in Parlamento, quando il premier Giuseppe Conte farà le sue comunicazioni alla vigilia del Consiglio Ue. La lettera è indirizzata al capo politico Vito Crimi, al ministro degli Esteri Luigi Di Maio, al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro e ai capigruppo di Montecitorio e Palazzo Madama. Tra i 5 Stelle i malumori vanno avanti da alcuni giorni e, anche se i firmatari della lettera hanno assicurato di non voler “mettere in difficoltà la maggioranza”, il nodo è da affrontare soprattutto alla luce delle tensioni interne: per venerdì è stata convocata un’assemblea congiunta dei gruppi parlamentari M5s di Camera e Senato e, tra le varie cose, si parlerà anche della riforma del Mes. ”Bisogna riaffermare con maggiore forza e maggiori argomenti, quanto già ottenuto negli ultimi mesi: no alla riforma del Mes“. Per questo motivo, proseguono, “consci delle diverse posizioni nella maggioranza, che non vogliamo in nessun modo mettere a rischio, chiediamo che nella prossima risoluzione parlamentare venga richiesto che la riforma sia subordinata alla chiusura di tutti gli altri elementi (Eids e Ngeu) delle riforme economico-finanziarie europee o a rinviare quantomeno gli aspetti più critici della riforma del Mes sopra menzionati”. In caso contrario, i 5 Stelle si dicono “pronti a bloccare la modifica alle Camere”. Perché, ricordano, “non è il momento di arretrare”.
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Il piano B di Merkel: Recovery fund senza Ungheria e Polonia
La cancelliera pronta allo strappo al Consiglio Ue. I due Paesi perderebbero soldi, ma si libererebbero della clausola sullo stato di diritto. Per tutti lo spettro dell'esercizio provvisorio. “E’ necessario che tutte le parti scendano ad un compromesso” sul bilancio Ue e il Recovery Fund, altrimenti l’accordo “non funzionerà”, avverte Angela Merkel alla videoconferenza delle commissioni per gli affari Ue dei Parlamenti nazionali europei. Soprattutto, confermano diverse fonti europee ad Huffpost, la cancelliera non vuole uscire a mani vuote dal Consiglio europeo del 10 e 11 dicembre, l’ultimo della presidenza tedesca di turno dell’Ue. Vuole portare a casa il recovery fund, a tutti i costi. Anche nel caso in cui dovesse essere costretta a usare l’arma più estrema. Cioè trasformare il recovery fund in un accordo intergovernativo a 25 senza Ungheria e Polonia. La presidenza tedesca sta lavorando anche a questa possibilità. Perché finora non ci sono spiragli nella trattativa con i governi di Budapest e Varsavia, scontenti per il meccanismo che lega l’erogazione dei fondi europei al rispetto dello stato di diritto. Per questo hanno deciso di sollevare i veti che bloccano il recovery fund. E ora la mediazione è in alto mare. Né si prevede una soluzione prima del summit dei 27 leader europei giovedì prossimo a Bruxelles. La materia sarà sviscerata in quella sede. Ecco perché si cerca di arrivarci con un piano.
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Correggiamo Il Giornale: il ‘Reddito grillino’ fu approvato anche dalla LEGA
La notizia, come logico, ha destato molta rabbia e altrettanto stupore, anche se non si tratta – purtroppo – di una novità. Si parla dei due cittadini tunisini che percepivano il sussidio di Stato, fortemente voluto dal Movimento 5 Stelle, e che finanziano jihad con reddito di cittadinanza. I due sono stati denunciati dalla Guardia di Finanza. Una storia molto grave, come molte altre che si sono intrecciate negli ultimi due anni attorno a quel provvedimento che ha previsto controlli approfonditi solamente dopo l’ottenimento del sussidio. Ma Il Giornale, nel raccontare questa vicenda nella sua prima pagina di oggi, ‘dimentica’ (le virgolette sono un eufemismo) come quel provvedimento sia stato firmato anche dalla Lega, con Matteo Salvini che all’epoca era vicepremier. Questo, infatti, il titolo che compare oggi in apertura de Il Giornale. Il reddito grillino. Ma, da quel che sappiamo noi, è stato approvato da un governo la cui maggioranza era composta sì dal Movimento 5 Stelle, ma anche dalla Lega. E che Matteo Salvini, all’epoca, fosse Ministro dell’Interno e anche vicepremier. Insomma, il reddito di cittadinanza ha paternità grillina, ma fecondato anche dal Carroccio. Fare finta che il leader della Lega fosse estraneo dalla dinamiche dell’approvazione di questo provvedimento è una forzatura. E non è la prima volta che accade. Nel mese di settembre, infatti, fu lo stesso Salvini a criticare le norme per il reddito di cittadinanza. Forse il caldo di questa estate e la corsa alla propaganda elettorale ha fatto dimenticare a lui il suo ruolo nell’approvazione del sussidio che è stato fortemente voluto dal Movimento 5 Stelle, ma approvato anche dal suo Carroccio.
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Nuovo Dpcm: “Divieto di spostamenti dal 21 dicembre al 6 gennaio. Solo conviventi a cena con i nonni. A Capodanno coprifuoco dalle 22 alle 7. Riaprono gli impianti da sci il 7 gennaio”
Oggi, giovedì 3 dicembre 2020, il governo ha varato il Dpcm con le nuove misure anti-Covid: ecco cosa prevede il nuovo decreto che entrerà in vigore a partire da domani, venerdì 4 dicembre. Le norme, in parte preannunciate dal ministro della Salute Speranza nel corso del suo intervento in Parlamento nella giornata del 2 dicembre, hanno l’obiettivo di continuare a contenere l’epidemia, ma soprattutto di evitare una terza ondata del virus in vista delle festività di Natale e Capodanno. Di seguito, le norme contenute nel nuovo Dpcm anti-Covid. Nuovo Dpcm: confermata la suddivisione delle Regioni in zona rossa, arancione e gialla. Così come anticipato da Speranza, il sistema di classificazione delle Regioni in base allo scenario epidemiologico, introdotto nel Dpcm firmato lo scorso 4 novembre e in vigore fino a oggi, 3 dicembre, verrà confermato e dunque riproposto anche nel nuovo decreto, che entrerà in vigore a partire dal 4 dicembre. Speranza, infatti, ha sottolineato che le “Regioni tendono verso il giallo, ma se il quadro peggiorasse abbiamo già vigente uno strumento automatico che può portare a misure più restrittive”. Tuttavia le misure previste per le zone gialle sono considerate troppo “blande” in occasione delle festività di Natale e Capodanno, motivo per cui l’esecutivo ha deciso di aggiunge ulteriori misure restrittive.
Legata ad un albero senza potersi muovere: la triste storia di Kyra, il labrador salvato dai carabinieri
Legata ad un albero da una catena di ferro talmente corta da non permetterle quasi di muoversi. È la triste storia di Kyra, uno splendido esemplare di labrador femmina, salvata dai carabinieri della Stazione di Bettona (Perugia) dopo la segnalazione di una donna che nel corso di alcune passeggiate mattutine ha ripetutamente notato come veniva tenuto l'animale in un'abitazione del paese. I militari sono prontamente intervenuti presso l'abitazione di un cittadino nigeriano, da anni oramai stabilmente e regolarmente nel nostro paese, e lì hanno potuto constatare la veridicità della segnalazione. Il povero animale è stato trovato legato ad un albero, comportamento già di per sé vietato da una stringente normativa regionale, con una catena talmente corta da limitarne sensibilmente i movimenti, e per di più tentando di liberarsi aveva almeno tre giri di catena intorno al collo con evidenti ferite dovute allo sfregamento. I carabinieri hanno dunque liberato Kyra ed allertato il servizio veterinario dell’Usl Umbria 1 per tutte le cure del caso, sottraendola al proprietario che, nel frattempo, è stato denunciato all’autorità giudiziaria per l’incuria dimostrata nei confronti del proprio cane e per le sofferenze patite. I veterinari, dopo averle prestato le prime cure, hanno trasferito Kyra nei propri ambulatori per successive visite e medicazioni. Dopo le cure sarà affidata in adozione, in cerca di una nuova famiglia che possa trattarla con l’amore e con il rispetto che merita.
Matteo avverte Silvio. Fuori dal Centrodestra chi vota Sì al Mes. Stavolta a cedere è Berlusconi. Forza Italia si opporrà alla riforma
“Le mafie e il virus sono fatti l’uno per l’altro”. Rifiuti sanitari, farmaci, riciclaggio: ecco il business dei clan al tempo dell’emergenza
Il rapporto dell'associazione antimafia riassume dati, fatti, intercettazioni, che disegnano un quadro chiaro su come la criminalità organizzata abbia già cominciato a trarre profitto dall’emergenza. Numeri raccolti e rielaborati che restituiscono un affresco dell’emergenza dal punto di vista criminale. Don Ciotti: "Covid e clan fatti l'uno per l'altro. È quanto risulta da questo rapporto, una fotografia inquietante del grado dell’infezione mafiosa ai tempi del Covid". “Col virus si fanno i soldi”. Così parlava lo scorso maggio Salvatore Emolo, sottoposto a sorveglianza speciale per camorra. Ignaro di essere intercettato Emolo chiariva il suo business plan: “In pieno lockdown, aveva trovato una soluzione: il cugino era già il titolare di un’impresa di lavaggio auto con sede a Pesaro, bisognava riadattare l’azienda alle esigenze, trasformandola in una ditta di sanificazioni”. È solo un esempio di come l’emergenza scatenata dal Covid sia diventata un’occasione per la criminalità organizzata, “l’altro virus” che si muove parallelo all’epidemia. “Mafiavirus“, lo ha definito don Luigi Ciotti, il fondatore dell’associazione antimafia Libera che con la rivista Lavialibera ha appena pubblicato un rapporto sulla pandemia e la criminalità organizzata, dal titolo: “La tempesta perfetta. Le mani della criminalità organizzata sulla pandemia”. “Mafie e Covid: fatti l’uno per l’altro. È quanto risulta da questo rapporto, una fotografia inquietante del grado dell’infezione mafiosa ai tempi del Covid. Fotografia che si è potuta sviluppare grazie alla camera non oscura ma chiara, trasparente, luminosa della condivisione e della corresponsabilità”, commenta Ciotti, descrivendo il dossier.
Ho osato dire che le piste da sci vanno chiuse e mi è arrivata una valanga di insulti (anche da due campionesse azzurre)
“Si parla di sci con 600 morti al giorno. Non siamo un paese normale”. Ha detto così Andrea Crisanti qualche giorno fa e sebbene io sia sempre d’accordo con tutto quello che dice l’epidemiologo, non ero mai stata così tanto d’accordo con lui. Erano giorni che questo tira e molla sulla possibilità di andare a sciare mi evocava alcune immagini dell’estate appena trascorsa: proprietari di locali e discoteche che reclamavano aperture, avvisaglie evidenti di un disastro annunciato, la politica sottomessa. Solo che quest’estate non c’erano 800 morti al giorno. Di andare a sciare si parla con le terapie intensive ancora affollate, mezzo paese ancora chiuso, 20mila nuovi contagi al giorno. E quindi mi sono azzardata a scrivere che chi smania per andarsi a fare la sciatina o per mangiare un piatto di spatzle in baita, in questo momento non ha capito niente. Non ha capito che la cazzata estiva di riafferrare la normalità con arroganza, l’abbiamo pagata e la stiamo pagando ancora oggi. Che la stanno pagando anche loro. Ho scritto che questa gente così scollegata dalla realtà dovrebbe provare per due minuti la paura e l’apnea di chi vive sotto al casco col Covid e poi forse rivedrebbe le sue priorità. Da 24 ore le mie pagine Instagram e Facebook sono prese d’assalto dalla ferocia di maestri di sci, proprietari di impianti e hotel di montagna, guide, sciatori dilettanti e professionisti, montanari per scelta di vita e montanari della domenica. Una pagina Instagram da boomer gestita ovviamente da un coraggiosissimo anonimo che raccoglie 30mila appassionati di sci ha postato il mio commento scrivendo: “Cosa le auguriamo? Tra l’altro ha un cognome (Lucarelli) che si addice a tante di quelle rime che finiscono con iselli…”.
Emilio Mola: sommessamente chiedo ai giornalisti che intervisteranno Salvini e Meloni da oggi in tv: potete fare qualche domanda? Ce la fate?
Quando è stata attivata Immuni hanno invitato gli italiani a non scaricarla perché "i cinesi poi vi rubano i dati". E nessun giornalista ha mai chiesto loro le prove: “Può mostrare agli italiani come si rubano i dati da un'app che non usa Gps e usa codici anonimi e conserva i dati nel dispositivo?”. Quando si è diffuso il virus hanno detto che a fabbricarlo sono stati i cinesi in laboratorio. E nessun giornalista ha mai chiesto loro le prove: “Può mostrare agli italiani dove sono, nel genoma del virus, i tratti manomessi dall’uomo visto che nessun virologo li ha ancora trovati ma lei sì?”. Quando in questi mesi sono saltate fuori Plasma e idrossiclorochina, Salvini ha insinuato che esista un giro di mazzette pagate dalle Case Farmaceutiche a governi e agenzie per non far usare queste cure miracolose. E nessun giornalista gli ha mai chiesto le prove: “Ci fa nome e cognome di chi ha pagato chi? E quanto? Come lo sa? E' andato in Procura?”. Quando dei deputati di maggioranza hanno proposto di far pagare lo 0,2% ai patrimoni netti superiori a 500mila euro, hanno detto che saranno colpiti tutti gli italiani. E nessun giornalista ha ancora chiesto loro le prove: “Qui ci sono i dati che dicono che l’imposta riguarda solo il 10% degli italiani. Mentre al restante 90% le imposte vengono tagliate. Ci mostra i suoi dati che dicono il contrario?”. Adesso stanno invitando gli italiani a sabotare anche la “Lotteria degli Scontrini” ideata per contrastare l’evasione fiscale, perché - dicono - Conte e Casalino vogliono scoprire cosa compriamo al supermercato. E adesso però mi sono un po’ rotto i coglioni. Di questi due. E di chi non fa il proprio lavoro. Cioè le domande. Quindi sommessamente chiedo ai giornalisti che li intervisteranno da oggi in tv: potete fare qualche domanda? Ce la fate? Potete chiedere loro: “Senatore Salvini, onorevole Meloni, le vostre accuse sono gravissime. Ci mostrate le prove? Potete mostrarci con quali software Conte e Casalino processeranno milioni di scontrini e con quale algoritmo saranno divisi gli italiani in base ai loro acquisti?
Davide Casaleggio querela Il Riformista (e scopre che è il giornalista autore della bufala ad essere in conflitto di interessi)
𝐄𝐧𝐧𝐞𝐬𝐢𝐦𝐚 𝐝𝐢𝐟𝐟𝐚𝐦𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞. 𝐄𝐧𝐧𝐞𝐬𝐢𝐦𝐚 𝐪𝐮𝐞𝐫𝐞𝐥𝐚. 𝐄𝐧𝐧𝐞𝐬𝐢𝐦𝐚 𝐫𝐞𝐩𝐥𝐢𝐜𝐚. Ieri ho ricevuto la visita delle Iene che si sono intrufolate nel cortile privato dell’ufficio. Mi avevano già contattato sabato e avevo dato disponibilità ad un’intervista chiedendo loro di rivolgersi all’Ufficio Stampa per un appuntamento. Ma, lo sappiamo tutti, a loro piace essere “Iene” e così si sono appostate sotto l’ufficio e hanno fatto una corsetta dietro la macchina mentre parcheggiavo. E oggi vedo altro fango sulla carta stampata. Visto che continua il circo mediatico avviato da un articolo sul Riformista, che in sostanza dice che avrei accettato soldi per far ridurre le tasse ad un comparto, credo di dover tornare sull’argomento oltre a depositare l'ennesima querela per diffamazione. Va bene anche l’ironia e le corsette buffe per fare un po' di scena, ma dal momento che il tema è molto serio dato che stiamo parlando di diffamazioni inaccettabili e di questioni che hanno un impatto diretto sulla vita delle persone che lavorano in Casaleggio Associati, devo per forza entrare di nuovo nel merito e spero in maniera definitiva.
Dpcm Natale 2020, il decreto legge che vieta gli spostamenti tra regioni e comuni (ma ci si potrà muovere prima e poi rientrare)
Il governo approva la norma che ferma la mobilità dal 21 dicembre al 6 gennaio nelle regioni e nei giorni di festa nei comuni. Stop anche alle seconde case. Ma c'è una scappatoia. Il consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge 2 dicembre n.158 che disegna la cornice delle misure sul Natale e in particolare delle limitazioni agli spostamenti. La norma è stata pubblicata ieri notte nella Gazzetta Ufficiale ed è propedeutica all'emanazione del Dpcm 3 dicembre che conterrà invece le regole del Natale 2020. In particolare il decreto legge decide lo stop agli spostamenti tra regioni tra il 21 dicembre e il 6 gennaio, vieta gli spostamenti tra comuni il 25 e il 26 dicembre e il primo gennaio e impedisce anche di spostarsi nelle seconde case. Ma ci si potrà muovere prima e poi rientrare. Il testo stabilisce anche il limite massimo di vigenza dei decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri (Dpcm) attuativi delle norme emergenziali, portandolo dagli attuali trenta a cinquanta giorni. E lo fa perché le norme contenute nel Dpcm 3 dicembre avranno una scadenza superiore ai trenta giorni. Nel decreto legge si stabilisce che:
Augias asfalta Salvini a Carta Bianca. Il video diventa virale. “Ammirato dalla sua capacità di creare un frullatore in cui tutto si mescola. Dall’Ungheria ai cani per ciechi”
"Immigrazione, salute, lavoro, scuola, cassa integrazione, un centro di addestramento per cani per ciechi”. Dopo l’ennesimo elenco, il leader della Lega, Matteo Salvini, ospite di Carta Bianca, è stato letteralmente asfaltato dal Corrado Augias: “Salvini dal vivo è impressionante. Sono ammirato dalla sua capacità di creare un frullatore in cui tutto si mescola. Dall’Ungheria ai cani per ciechi.” La notizia riportata su molte testate. Dopo l’ennesimo elenco, il leader della Lega, Matteo Salvini, ospite di Carta Bianca, è stato letteralmente asfaltato dal Corrado Augias: “Salvini dal vivo è impressionante. “Immigrazione, salute, lavoro, scuola, cassa integrazione, un centro di addestramento per cani per ciechi”. (LA NOTIZIA) «Malgrado le rassicurazioni del ministro De Micheli sul ripristino in tempi veloci delle infrastrutture danneggiate, a distanza di quasi due mesi dall'alluvione in Piemonte, una parte della regione è ancora completamente isolata». (La Stampa) Una palese provocazione, che viene espressamente specificata nella descrizione del volume: “Questo libro è pieno di pagine vuote . All’interno solo pagine bianche e senza nemmeno i numeri delle pagine. (Periodico Italiano) Ma se il giro di boa nelle regioni del centro-sud era previsto, perché qui erano […] La voce che gira è questa: repulisti generale per riprendersi la regione di Attilio Fontana. Terremoto in vista nella Lega. (Il Fatto Quotidiano)
Cashback Natale: che cos’è e come funziona il rimborso di 150 euro
Arriva il Cashback per il Natale e il 2021, un meccanismo studiato dal Governo per recuperare un decimo delle spese per almeno 10 acquisti fatti in negozio. Ma che cos’è il cashback e come funziona? Chi può richiederlo e come fare? Ecco tutto quello che c’è da sapere. Per provare a rilanciare i consumi in vista delle festività natalizie, evidentemente limitati a causa dell’emergenza Covid, l’esecutivo è pronto a varare questo incentivo, anche come strumento di lotta all’evasione fiscale. Si incoraggia infatti l’uso di bancomat e carte di credito, per limitare la circolazione del contante. La prima data utile per l’introduzione del cashback potrebbe essere l’8 dicembre. Proprio questa misura potrebbe favorire la ripresa dei consumi in vista del Natale, sperando che l’andamento dei contagi permetta una seppur parziale riapertura dei negozi. Il meccanismo prevede un rimborso del 10% fino a 150 euro per spese a dicembre per almeno 10 acquisti. I rimborsi arriveranno direttamente via bonifico sul conto corrente. Dalle prime informazioni, la misura non riguarderà gli acquisti fatti online: rientrano solo i pagamenti effettuati fisicamente con carte di credito, bancomat, prepagate e app di pagamento come Satispay o Apple pay. Entrando più nel dettaglio, quindi, bisogna specificare che il Cashback entrerà ufficialmente in vigore nel 2021, ma l’esecutivo ha voluto in qualche modo anticipare i tempi, lanciando un cashback già per il mese di dicembre.
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Babbo Salvini: Natale con i tuoi, contagi con chi vuoi. L’ultimo spot di Matteo è un inno alla terza ondata Covid sotto l’albero
Matteo Salvini colpisce ancora e lo fa inserendosi nel filone melodico della cosiddetta “lagna natalizia”. Il leader della Lega afferma infatti: “Spero che non rubino il Natale ai bambini, io spero in un Natale in famiglia, coi figli, la mamma e il papa, con i nonni”, cioè la butta sul patetico. Magari lui è uno di quelli che in tempi normali diceva “che barba le Feste e i parenti!” ed ora, invece, si preoccupa se non ci saranno i “cenoni acchiappacontagio” vietati – speriamo – dal governo. CONTORSIONISMI. Ma lui è fatto così, tutto drink, discoteche e chiacchiere, un mix più che sufficiente per infinocchiare l’italiano medio. E a nulla vale il richiamo della scienza che ci dice chiaramente quanto siano quest’anno pericolose le feste imminenti. Ma Salvini, “superoeroe” dalla tuta verde con su disegnato il sole delle Alpi con una pizza sullo sfondo, frutto della recente conversione ad una visione panenotrica del suo agire politico, non demorde e cerca di intercettare il consenso più becero, quello dei negazionisti, dei no mask e di tutti gli anarcoidi di cui è fatto questo Paese. Certo che con personaggi come questi non ne usciremo facilmente dal morbo perché loro sono i veri alleati del virus, loro sono la Quinta Colonna dei microbi nella razza umana, loro aprono opportunità su cui planare all’esercito infettivo.
Confiscato il tesoro di Zummo. La Dia mette le mani sul patrimonio milionario del costruttore protagonista del sacco di Palermo
La Dia di Palermo, su disposizione della Corte d’Appello, ha confiscato il patrimonio del costruttore Francesco Zummo – stimato in 150 milioni di euro – ritenuto protagonista con Vito Ciancimimo del ‘sacco di Palermo’. Zummo, noto imprenditore edile locale, è considerato ‘a disposizione’ di Cosa nostra fin dai tempi di Riina e Provenzano per il riciclaggio di denaro nel settore edilizio. Come ricostruito dalla Dia, a partire dalla fine degli anni Sessanta, Zummo, con il consuocero Vincenzo Piazza (ritenuto consigliere della famiglia mafiosa di Palermo-Uditore) e con il defunto socio e suo fedele braccio destro Francesco Civello, fu tra i principali responsabili del sacco di Palermo, ordito dal noto esponente politico mafioso Vito Ciancimino, realizzando un impero edile di circa 2.700 immobili. L’imprenditore, nonostante fosse vicino alle famiglie mafiose della Noce prima e a quella dell'”Uditore” poi, “ricoprì – sottolinea la Dia – un ruolo trasversale rispetto alle vicende della guerra di mafia, che portarono vari boss ad alternarsi per conquistare un controllo egemone sulla città e la provincia. Lo dimostra il fatto che fu prestanome e custode dei proventi del narcotraffico, oggetto dell’indagine Pizza Connection, riconducibili ai boss Gaetano Badalamenti e ai Gambino, a Leonardo Greco e Michelangelo Aiello nonché a quelli, di altra provenienza illecita, di Fulvio Lima, nipote di Salvo”.
Amazon prospera nella pandemia
Tra gennaio e ottobre, Amazon ha aggiunto 427.300 lavoratori al suo organico globale, che ha ormai raggiunto la popolazione di una piccola capitale europea con i suoi 1,2 milioni di assunti, senza contare le centinaia di migliaia di autisti che non sono dipendenti della società. Sono numeri mai visti nella storia per un’azienda statunitense, secondo il New York Times paragonabili a stento alle assunzioni di massa dell’industria pesante durante la Seconda guerra mondiale. Nel giro di un paio d’anni, Amazon potrebbe superare la catena di supermercati Walmart come azienda con più dipendenti degli Stati Uniti (attualmente Walmart ne ha 2,2 milioni). L’espansione di Amazon durante i mesi della pandemia da coronavirus è stata uno dei fenomeni più visibili dell’economia globale, che nel 2020 subirà complessivamente una notevole contrazione. I lockdown e le restrizioni sulle attività e gli spostamenti hanno fatto crescere l’e-commerce un po’ ovunque, in particolare in paesi come l’Italia in cui non era particolarmente sviluppato, e a giovare di questa tendenza sono state in particolare le società che già in precedenza avevano posizioni egemoniche, come Amazon. Nel terzo trimestre del 2020, Amazon ha registrato il triplo dell’utile netto rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, per un totale di 6,3 miliardi di dollari, raggiungendo un flusso di cassa operativo di 55,3 miliardi tra settembre 2019 e settembre 2020, più del 50% in più rispetto all’anno prima.
Oggi Feltri sorprende se stesso e difende Giuseppe Conte
L'editorialista di Libero si è espresso sul caso Paladino, compagna del Presidente del Consiglio. È sorpreso lui stesso e lo ammette nelle battute finali del suo editoriale pubblicato quest’oggi su Libero quotidiano: Vittorio Feltri difende Conte. Un evento più unico che raro, come spiega lo stesso ex giornalista, il cui mirino dialettico è rivolto – questa volta – sulla magistratura rea di aver aperto un’indagine nei confronti del Presidente del Consiglio con l’accusa di peculato. Il casus belli è quello della scorta del capo del governo, intervenuta in soccorso della sua compagna Olivia Paladino. Feltri non ci sta e implora i giudici di lasciarlo stare e di fargli fare il suo lavoro, già molto complesso in tempo di pandemia. «Credo che nessuno si stupisca se le forze dell’ordine che scortano Giuseppe Conte, in un momento di libertà, siano intervenute in favore della moglie o compagna che sia del premier, in difficoltà poiché minacciata – scrive Vittorio Feltri nell’incipit del suo editoriale dal titolo ‘Accusano Conte anche quando ha ragione’ -. Quando polizia e carabinieri fanno qualcosa di utile al di fuori del loro incarico specifico non solo non meritano deplorazione, ma vanno lodati». Insomma, il caso che ha riempito molte prime pagine di diverse testate, che già parlavano di scandalo, viene sminuito da Vittorio Feltri che prende le difese del Presidente del Consiglio e prova a dare una versione dei fatti che scagiona Giuseppe Conte, la sua compagna Olivia Paladino e gli uomini della scorta del capo del governo. Secondo l’ex giornalista, infatti, parlare di peculato (l’accusa mossa dalla magistratura) è del tutto fuori luogo. Anzi, chi è intervenuto in soccorso della compagna del Presidente merita encomi.
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Comunali a Roma, CasaPound cambia volto e si prepara a correre con Fratelli d’Italia
Il movimento di estrema destra CasaPound potrebbe presentarsi alle elezioni comunali di Roma in programma per il 2021 “in incognito”, sotto la sigla di una nuova e semi-sconosciuta lista civica, Volontà Romana. Lo scrive Fanpage.it, che fa notare come da qualche settimana i rappresentati romani di CasaPound partecipano ad eventi organizzati in vista delle amministrative sotto questa nuova sigla. Da Marco Contisio, referente per Tiburtino III, alla leader di Ostia Carlotta Chiaraluce fino a Simone Montagna, già candidato presidente per CasaPound in XIII Municipio, diversi esponenti del partito – che alle scorse elezioni non è riuscito a far eleggere molti dei suoi candidati – si presentano così alla stampa locale o ad incontri pubblici. L’ultimo quello del “Giorno dell’Albero” in cui Contisio ha raccolto firme per la riqualificazione di via del Frantoio. Intanto sui social degli esponenti locali è sparito ogni riferimento al simbolo di CasaPound. E venerdì scorso il neo nato movimento ha promosso su Facebook l’incontro “Covid 19. Imprese e politica romana al tavolo” a cui hanno preso parte l’ex candidato alla Regione Lazio per CasaPound e tra le figure di riferimento della capitale Mauro Antonini e uno dei volti più esposti anche a livello nazionale del partito, Carlotta Chiaraluce, insieme a rappresentanti di categorie e a due esponenti di Fratelli d’Italia, Gianluca Caramanna (responsabile nazionale per il turismo di Fdi), e Stefano Tozzi (capogruppo di Fdi in I Municipio). Il tentativo potrebbe essere quello di conservare le candidature forti attraverso questa nuova lista, senza misurarsi con il proprio simbolo ma appoggiando Fratelli d’Italia.
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Il sogno infranto dei farmaci anti-Covid
Covid, i farmaci che funzionano (e quelli bocciati). Idrossiclorochina, plasma iperimmune e Remdesivir: per la scienza non funzionano. Contro il Covid manca ancora una terapia. Le poche, pochissime certezze che avevamo sulla terapia del Sars-CoV-2 in questi giorni si stanno sciogliendo come neve al sole. Il New England Journal of Medicine, la rivista «bibbia» della medicina, ha appena pubblicato alcuni studi che modificano radicalmente le nostre convinzioni sulle, peraltro poche, terapie che pensavamo essere efficaci nel combattere l’infezione. Il primo è un trial randomizzato (i pazienti venivano assegnati in modo casuale a ricevere la terapia sperimentale oppure un placebo) condotto in Argentina sull’utilizzo del plasma iperimmune in pazienti con polmonite severa da Covid-19. Plasma iperimmune. Nello studio non si è registrato nessun beneficio nella mortalità a 30 giorni e neanche nella necessità di dovere ricorrere alla terapia intensiva e alla ventilazione meccanica nei soggetti curati con il plasma. La terapia è stata ben tollerata senza particolari effetti collaterali nel gruppo di pazienti che l’ha ricevuta, ma sostanzialmente inefficace. Alcuni aspetti tecnici di questo studio, molto ben condotto, restano da approfondire e necessitano di ulteriori conferme e in questo potranno essere molto utili i risultati del trial italiano denominato «Tsunami» proposto dall’Azienda ospedaliero-universitaria Pisana e promosso dall’Istituto superiore di sanità e da Aifa, che saranno disponibili appena terminato il reclutamento dei pazienti.
“I VIROLOGI HANNO ROVINATO L'IMMAGINE DI NOI DOTTORI”
Il Doc, quello vero, è in trincea contro il covid. Pierdante Piccioni, 61 anni, nato in provincia di Cremona e in servizio a Lodi, è il medico smemorato che ha ispirato la fiction Doc - nelle tue mani interpretata da Luca Argentero e trasmessa su Rai1 con ascolti record (già in cantiere, a furor di pubblico, la nuova stagione). Il 31 maggio 2013 Pierdante ebbe un incidente d' auto che lo mandò in coma. Sei ore dopo si risvegliò ma scoprì di aver perso completamente il ricordo degli ultimi 12 anni della sua vita. E, con l' aiuto sia delle terapie sia della famiglia, fu costretto a ricostruirsi da zero anche nella professione. Oggi il medico, che 7 anni fa era il primario del Pronto Soccorso nell' ospedale di Lodi, è tornato a lavorare nella stessa struttura: segue i malati di coronavirus e organizza il loro percorso di guarigione. In poche parole, gestisce il post-covid. […] «Essere stato un paziente ed essere oggi un disabile seguito dai neurologi mi ha insegnato l'empatia nei confronti dei malati, la necessità di andare emotivamente verso di loro. Prima ero il classico barone distante: chiamavo i pazienti con il numero del letto, tanto che mi avevano soprannominato Principe bastardo...Oggi stabilisco un rapporto diretto, mi immedesimo nelle loro emozioni e li chiamo per nome sfidando i paladini della privacy».
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Le precauzioni Coronavirus: come evitare il contagio durante il pranzo di Natale
Quali rischi corriamo a Natale? E che probabilità ci sono di contrarre l’infezione se entriamo in contatto con una persona positiva al coronavirus nel nostro salotto di casa? Come sappiamo gli ambienti chiusi sono ideali per il proliferare di Sars-Cov-2, ma la possibilità di evitare o no il contagio dipende da diversi fattori: le dimensioni della stanza, il tempo di esposizione, il comportamento dei commensali, il distanziamento, il fatto di indossare o meno le mascherine. Il sito della rivista tedesca Die Zeit ha realizzato un simulatore interattivo con cui è possibile calcolare le probabilità di contrarre l’infezione da Sars-Cov-2 in un luogo chiuso (come può essere il soggiorno di casa nostra), un’aula scolastica o un ristorante, sulla scorta di quanto già fatto tempo fa dal quotidiano spagnolo “El Pais”. Il simulatore dello Zeit si basa su un modello dell’IstitutoMax Planck di Magonza ed è molto interessante perché permette di impostare diversi parametri. Possiamo ad esempio decidere quanto è ampia la stanza in cui ci troviamo, quante persone si trovano a condividere lo stesso ambiente, quante ore dura la nostra permanenza, se i presenti parlano o meno (e in che misura), quanto è alto il soffitto e in che modo viene areata la stanza. Facciamo un esempio. In un ambiente non areato di 25 mq i cui soffitti sono alti 3,3 metri, ci sono 6 persone presenti che parlano con un tono di voce normale senza indossare dispositivi di protezione.
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Salvini sbandiera l’incontro con Mattarella che doveva rimanere riservato
Salvini appena uscito dal Quirinale rivela l’incontro con il Presidente Mattarella. Che però, spiega Repubblica, doveva rimanere un faccia a faccia riservato. “Tutto il paese ha come problemi principali la salute, le tasse, come andare avanti e incredibilmente da stamattina e per tutta la settimana la Camera sarà bloccata a discutere i ‘decreti clandestini’. Noi della Lega e tutti i parlamentari del centrodestra si daranno da fare” per non far cancellare i ”nostri” dl sicurezza. Ospite di ‘Cusano Italia Tv’, Matteo Salvini ribadisce le ragioni del suo ostruzionismo in Parlamento contro quello che la Lega ha definito il ‘decreto invasione’ del governo Conte. ”Mi sembra surreale -avverte il leader della Lega- che il Parlamento, invece di parlare di emergenza Covid, sia bloccato per il fatto che la sinistra, per ideologia, vuol tornare a spalancare porti e portafogli di cui ho parlato anche oggi con il presidente Mattarella“. ”Non riporto le considerazioni del capo dello Stato, ma ricordo che un decreto che per essere ritenuto tale deve avere necessità di urgenza. Dov’è l’urgenza? Parliamo dell’urgenza del tema sbarchi?”. Eppure l’incontro tra Mattarella e Salvini doveva rimanere riservato.
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Toti a TPI: “Ribadisco, contro il Covid servono misure ad hoc per gli anziani”
A inizio novembre il presidente della Liguria Giovanni Toti è inciampato in una gaffe sui social, attribuita ad un suo collaboratore: sul suo profilo Twitter ha scritto (lui o chi per lui) che gli anziani vittime di Covid sono persone “non indispensabili allo sforzo produttivo del Paese che vanno però tutelate”. Toti ha poi chiesto scusa per il suo collaboratore e ha precisato il suo pensiero. Ieri, domenica 29 novembre, il governatore ha rilasciato un’altra dichiarazione che potrebbe far discutere: “Gli anziani a casa coi nipotini creano più danni di chi va a fare shopping”. Presidente, il Covid-19, esperienza inedita della nostra storia, statisticamente colpisce nella maggior parte le persone anziane, almeno per ciò che riguarda la manifestazione della malattia in maniera più grave. Questo può portare ad un acuirsi della gerontofobia, ossia l’odio e la discriminazione (anche social) nei confronti delle persone anziane? “Mi auguro di no. O meglio: se ciò accade o dovesse accadere, di sicuro il Covid è un pretesto per giustificare atteggiamenti malsani che hanno poco a che fare con la pandemia e molto più a che fare con la psicologia deviata di chi può sviluppare un odio del genere. Questa emergenza planetaria, invece, ha evidenziato ancora di più due fattori della nostra società”. Quali? “Il primo è che le famiglie si basano molto sull’aiuto dei nonni e dei genitori anziani, spesso anche dal punto di vista economico, ma soprattutto per la gestione quotidiana di figli e nipoti. È perciò molto importante – e questo è il secondo fattore – proteggere i nostri anziani perché i decessi dovuti al virus, che ogni giorno trasmettiamo al ministero, sono quasi tutti di persone over 75. Bisogna quindi, semmai, avere un atteggiamento di assoluto aiuto e protezione per loro, che spesso, purtroppo, pagano il prezzo più alto. E questo va fatto ogni giorno da parte di tutti noi con comportamenti responsabili nei confronti dei nostri anziani, mentre è compito della politica trovare soluzioni che possano andare in questa direzione”.
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Natale al ristorante e sugli sci. Sgovernatori fuori dalla realtà. Toti, Zaia & C. guidano l’ennesima rivolta delle Regioni. No di Zingaretti: errare è umano, perseverare è diabolico
Sarà oggi il giorno cruciale sulla strada del Dpcm di Natale quando si terrà il confronto tra governo e Regioni. Presenti all’incontro anche Domenico Arcuri e Angelo Borrelli. Ieri i governatori hanno fatto il punto per decidere una linea condivisa da presentare all’esecutivo e le premesse ci dicono che sarà un confronto “vivace”. Le Regioni, soprattutto quelle di centrodestra, non si rassegnano. Il governatore ligure Giovanni Toti dichiara di non voler vedere gente che fa i trenini e che balla ai veglioni ma chiede che accanto alle ragioni sanitare si valutino anche quelle economiche e nello specifico chiede che i ristoranti nei giorni delle festività possano rimanere aperti anche la sera. “Al netto di cosa sarà consentito e vietato” nel Dpcm come Regioni, ha dichiarato Toti al termine della riunione, “riteniamo che il principio del divieto di assembramento debba essere il principio cardine per un criterio di equità. Risulta poco convincente che in alcune attività si possa creare anche un involontario assembramento, e il riferimento è alle foto apparse sui quotidiani circa le principali vie dello shopping e al contempo si vietino altre attività che magari assembramento ne creano di meno”, come i ristoranti e i bar appunto. Ma la sua richiesta cozza contro la volontà del governo di mantenere il coprifuoco alle 22 di sera. Luca Zaia auspica che venga garantita l’attività sciistica: “è difficile spiegare i motivi per cui il teatro è chiuso e lo ‘struscio’ invece è aperto, la pista da sci chiusa e l’happy hour con la piazza piena consentito”. Le Regioni del Veneto, Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Friuli Venezia Giulia e le Province Autonome di Bolzano e di Trento hanno presentato al governo una proposta di mediazione che prevede la possibilità di aprire gli impianti di risalita per gli ospiti degli alberghi e delle seconde case.
Ricordando l'operazione Farmabusiness, le mani della ‘ndrangheta sulle farmacie
(19 novembre 2020) Le mani della ‘ndrangheta sulle farmacie e le parafarmacie del catanzarese. C’è anche questo business tra gli affari del clan cutrese dei Grande Aracri, che miravano a controllare il settore per ripulire il denaro illecito. Emerge questo dall’odierna operazione "Farmabusiness" che, condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Catanzaro e del Nucleo Investigativo di Crotone e coordinata dal Procuratore della Repubblica, Nicola Gratteri, dal Procuratore Aggiunto, Vincenzo Capomolla e dai Sostituti Procuratori Paolo Sirleo e Domenico Guarascio, ha portato oggi all’arresto di 19 persone, mentre altre 25 sono indagate. Le accuse mosse a vario titolo sono di associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, scambio elettorale politico-mafioso, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, detenzione illegale di armi, trasferimento fraudolento di valori, tentata estorsione, ricettazione e violenza o minaccia a un pubblico ufficiale. La cosca, come emerge dagli atti, ha potuto contare anche sul supporto dell'attuale presidente del Consiglio regionale, Domenico Tallini, finito ai domiciliari per concorso esterno in associazione mafiosa. Con lui altre 18 persone, considerate affiliate o vicine al clan del crotonese. Secondo gli inquirenti i Grande Aracri avrebbero usato una distribuzione all'ingrosso di medicinali in una rete di 23 punti vendita fra Calabria, Puglia ed Emilia Romagna, per riciclare denaro sporco.
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Favori all’industria del fumo. L’ultima balla per colpire i 5 Stelle
Chi si ricorda dello “scoop” di un giornaletto scandalistico spagnolo sui miliardi regalati ai 5 Stelle dal governo del Venezuela? Era una tale balla che se n’è già persa la memoria. Eppure per giorni tenne banco nel dibattito politico, perché questo genere letterario affascina il sistema dell’informazione, disposto a bersi tutto pur di dimostrare che il Movimento è identico ai partiti zeppi di malvissuti e condannati. Anzi, è peggio, perché si ostina a non avere a che fare con schifezze tipo mafia e corruzione. E se emerge solo l’ombra di una mela marcia, la allontana immediatamente. Nulla a che vedere, insomma, con il Centrodestra che ancora bacia la pantofola ai vari Formigoni, Dell’Utri, Verdini, ecc. ecc. per non parlare del neo statista Berlusconi, mentre a Sinistra c’è l’assembramento di scandali e amici di Palamara. Perciò bisognava trovare qualcosa, anche una cazzata, purché verosimile. Altri penseranno poi a renderla “concreta”. E d’altra parte un impero di carta stampata e tv che lo si mantiene a fare? Così arriviamo all’ultima pagliacciata, dopo esserci sorbiti in pochi giorni la vergogna del finanziamento elettorale di qualche migliaio di euro (dichiarato) al parlamentare Ue Giarrusso e la lapidazione del presidente dell’Antimafia, Morra, accusato di avere offeso la buonanima dell’ex governatrice Santelli, che non voleva offendere, mentre passava sotto silenzio l’arresto del presidente del Consiglio regionale della Calabria, di Forza Italia, beccato in affari con la ‘ndrangheta.
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Reddito di cittadinanza, ok del Garante della privacy a incrociare le banche dati per stanare i furbetti
L'Inps potrà attingere alle informazioni in possesso di diversi enti pubblici (Anagrafe tributaria, Pra, Regioni, Comuni) per fare controlli sui beneficiari del sussidio: possesso di beni immobili, intestazione di autoveicoli, ricovero in strutture pubbliche di lunga degenza, condanne o misure cautelari personali. I furbetti del reddito di cittadinanza hanno le ore contate. Il Garante della privacy ha dato il via libera all’Inps per incrociare in modo massivo le banche dati di diversi enti pubblici (Anagrafe tributaria, Pra, Regioni, Comuni), in modo tale da stanare chi incassa il sussidio pur non avendone diritto. Il parere dell’Autorità si è reso necessario perché le informazioni che l’istituto di previdenza potrà acquisire, pur essendo finalizzate all’esecuzione di un compito di interesse pubblico, presentano un rischio elevato per i diritti e le libertà degli interessati. Riguardano aspetti come la salute, la condizione sociale e la situazione economica e finanziaria, nonché condanne penali e reati, riferiti principalmente a soggetti vulnerabili, anche minori d’età. Il Garante ha quindi stabilito, in base alla normativa nazionale ed europea, che i dati oggetto di scambio tra l’Inps e le diverse amministrazioni dovranno essere limitati a quelli strettamente necessari ad effettuare le verifiche previste dalla legge (possesso di beni immobili, intestazione di autoveicoli, ricovero in strutture pubbliche di lunga degenza, condanne o misure cautelari personali). Dovranno essere adottate, inoltre, adeguate misure di sicurezza volte ad assicurare l’integrità e la riservatezza dei dati.
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