L'europarlamento raggiunge un compromesso sulle misure da mettere in atto per superare lo choc economico senza precedenti. Il presidente Pd Sassoli: "Bisogna riuscire a fare in modo che le spese di ogni Paese da oggi in avanti vengano condivise". All'interno si esorta anche all'utilizzo degli oltre 400 miliardi del Mes senza condizionalità. Sì da Pd, Italia viva e Forza Italia; no da Lega, Fdi e tre eurodeputati M5s; si sono astenuti gli altri 10 esponenti dei 5 stelle. Anche il Parlamento Ue si muove perché, di fronte alla crisi economica dovuta al coronavirus, si apra all’emissione di debito comune. Mentre continuano le trattative dei leader in vista del prossimo consiglio europeo del 23 aprile, l’europarlamento ha approvato una risoluzione sulle misure per far fronte alla situazione senza precedenti che sta affrontando l’Europa (qui il testo): il compromesso raggiunto è quello della creazione di recovery bond garantiti dal bilancio Ue e l’esortazione a usare gli oltre 400 miliardi del fondo salva-Stati a condizioni favorevoli (quindi senza condizionalità, come già ipotizzato dall’eurogruppo). Non è passata invece la proposta degli eurobond: l’emendamento dei Verdi che ne chiedeva l’introduzione è stato bocciato con anche i voti di Lega e Forza Italia (ma non quelli di Fdi che invece ha votato a favore con Pd e M5s).
L’atto è di semplice indirizzo politico, però permette di fornire una chiara fotografia delle dinamiche europee e italiane in gioco in questo momento. Il documento è stato approvato con 395 voti a favore, 171 i contrari e 128 gli astenuti: hanno votato sì Pd, Italia viva e Forza Italia; no Lega, Fdi e tre eurodeputati M5s; si sono astenuti gli altri 10 esponenti dei 5 stelle. “Sono molto soddisfatto”, ha dichiarato il presidente del Parlamento europeo David Sassoli. “Bisogna riuscire a fare in modo che le spese di ogni Paese da oggi in avanti vengano condivise. E quindi ci sia una mutualizzazione rispetto al debito futuro che si produrrà nel piano di ricostruzione”. Il documento ha ricevuto il via libera proprio mentre sul fronte italiano la situazione è sempre più tesa. Solo due giorni fa il premier Conte ha chiesto una tregua ai partiti perché evitino di dibattere del fondo salva-Stati (il cosiddetto Mes) fino alla fine delle trattative. E ha garantito che l’ultima parola spetterà alle Camere. Insomma da quello che succederà sui tavoli di Bruxelles, si muoveranno anche gli equilibri dentro l’esecutivo italiano.
............................
dall'articolo di F. Q. per IlfattoQuotidiano.it