prot cov lazio 1050x551L'agenzia regionale ha previsto una spesa che, solo per i dispositivi di protezione individuale facciali, si aggira intorno ai 94 milioni per circa 36 milioni di pezzi. Aggiungendo guanti, occhialini, tute, ventilatori e letti per le terapie intensive, il conto arriva a 133 milioni. Ma di tutte le aziende coinvolte solo una ha portato a termine le consegne di 2,4 milioni di pezzi ed è stata saldata. La Regione: “Tutti hanno iniziato, non ci sono truffe”.  “La prossima volta ce vieni te all’una de notte a aspettà gli aerei invisibili”. A leggerla così, la nota vocale del volontario di protezione civile al suo dirigente sa di insubordinazione. Ma è solo un amaro sfogo all’ennesima beffa. Il volo cargo atteso la notte di Pasquetta a Fiumicino non è mai arrivato. Non è il primo, tutto lascia pensare che non sarà l’ultimo. Avrebbe dovuto contenere l’ennesimo carico inesistente di mascherine, fra cui le tanto ambite Ffp2 e Ffp3, che la Regione Lazio ha commissionato a società di tutti i tipi.

Ricevendone fin qui poche, pochissime. E quasi tutte chirurgiche, come noto poco adatte a soddisfare le esigenze degli operatori sanitari. Venditori di lampade a led, profumerie, un editore di gossip, un portale di articoli di cancelleria, società anonime svizzere e perfino una società con sede nelle Isole Cayman inserita nel rapporto degli Offshore Leaks (stesso filone dei Panama Papers). Fra loro anche Angelo Aleksic, l’editore rampante che avrebbe voluto scalare la Mondadori. Sono questi alcuni dei fornitori cui si è rivolto il capo dell’agenzia protezione civile regionale, Carmelo Tulumello, nel tentativo di accaparrarsi almeno 36 milioni di mascherine da distribuire presso i presidi sanitari del Lazio. Fonti della Procura di Roma confermano che la Guardia di Finanza ha ricevuto la delega ad approfondire la vicenda, accertamenti che si aggiungono al fascicolo già aperto in settimana dalla Corte dei Conti del Lazio.

 

Impegni per 133 milioni, 20 milioni di acconti ma poche mascherine – Una spesa prevista che, solo per i dispositivi di protezione individuale facciali, si aggira intorno ai 94 milioni. Se poi aggiungiamo anche guanti, occhialini, tute, ventilatori e letti per le terapie intensive, il conto arriva a toccare quota 133 milioni di euro. Materiale che sarebbe dovuto arrivare urgentemente, entro la fine di marzo, presso l’ex capannone dei vigili del fuoco di via Bel Poggio, alla Cecchignola. Dove però i pezzi scarseggiano. “Arriverà tutto, abbiamo controllato i documenti”, ripetono insistentemente dalla Regione Lazio, colpita nell’orgoglio dalle interrogazioni di Lega e Fratelli d’Italia che da giorni gridano alla “truffa”. Discussioni semantiche che non cambiano lo scenario concreto. A oggi nel magazzino regionale – secondo quanto dichiarato mercoledì dal governatore Nicola Zingaretti, “vi sono presenti 9.665.000 dispositivi” – ma il conto comprende le forniture della Protezione civile nazionale e gli approvvigionamenti andati a buon fine. Quanti? Dai documenti in possesso de ilfattoquotidiano.it emergono fatture evase dall’agenzia regionale per circa 26 milioni di euro, la gran parte sotto forma di acconto per materiale che non è mai arrivato (circa 20 milioni di euro). Briciole, almeno per ora.

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dall'articolo   per IlFattoQuotidiano.it 

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