Il titolare della sanità risponde a una spettatrice che forse le residenze sanitarie non sono state in grado di gestire gli anziani pazienti malati di coronavirus: così trasforma lo scaricabarile in un atto d'accusa alla sanità lombarda. La frenesia autoassolutoria dell'assessore lombardo Giulio Gallera è arrivata al paradosso. Perché mentre difende la scelta della Regione di trasferire pazienti dagli ospedali travolti dall'epidemia alle residenze per anziani, dall'altra sostiene che le stesse Rsa non fossero in grado di gestire i malati di coronavirus. E allora perché li ha mandati proprio lì? Quello di cui Gallera non si rende conto è che la risposta fornita a una spettatrice del canale 7 Gold trasforma lo scaricabarile in un atto d'accusa alla sanità lombarda. Nel tentativo di dividere le responsabilità politiche dal modo in cui i dirigenti hanno affrontato la pandemia, l'assessore mette a nudo tutti i limiti del sistema costruito da Roberto Formigoni e poi perfezionato nel 2015 da Roberto Maroni.
Il primo punto riguarda le Aziende Tutela della Salute (Ats), le strutture che governano la sanità lombarda. Aziende "macro" volute dalla riforma di Maroni - ricordate la parodia che ne faceva Maurizio Crozza? - che devono occuparsi di un territorio vastissimo: una scelta pagata a caro prezzo quando il morbo è dilagato. Attilio Fontana e Gallera insistono sul dare a loro la colpa delle mancate verifiche sulle case di cura per anziani. "I controlli ci sono stati - ha detto Gallera a 7 Gold -, le Ats avevano il compito di sorvegliare e adesso stiamo andando a verificare situazione per situazione". Adesso vanno a verificare. Perché fino a inizio aprile di questi controlli non c'è traccia negli atti della magistratura né nelle relazioni preliminari degli ispettori ministeriali.
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dall'articolo di GIANLUCA DI FEO per Repubblica.it