Dunque, ricapitolando.  1. Bobo Giachetti, renziano di stretta obbedienza radicale e noto mangiapreti, declama il Vangelo di San Matteo davanti a una chiesa vuota, opportunamente mascherinato, cavalcando la protesta dei vescovi più reazionari, ansiosi di celebrare messe e infettare un po’ di fedeli, scavalcando a destra Ruini e diventando più papista del Papa. Che infatti sconfessa tutti: Ruini, cardinali, vescovi e ateo-bigotti come Giachetti e le pagàno-beghine come la Bellanova. Prossima tappa: iscriversi al Ku Klux Klan e inneggiare ai neri e agli ebrei, o diventare nero o ebreo e inneggiare al Ku Klux Klan.

 

2. Il cardinal Angelo Bagnasco, poco prima della sconfessione papale, tuona contro il divieto di messa: “Musei aperti e messe vietate è una disparità di trattamento inaccettabile”, come se le messe non fossero dei riti collettivi, ma dei quadri attaccati al muro e visitabili dai turisti-fedeli uno alla volta. Prossima mossa: appendersi alla parete di un museo a piacere.

3. Lo Statista di Rignano e l’apposita Boschi al seguito, forse invidiosi per non essere riusciti quattro anni fa a saccheggiare la Costituzione repubblicana, se ne ergono a paladini e accusano il (loro) premier Conte di calpestarla (“scandalo costituzionale”) a suon di Dpcm, cioè di decreti del presidente del Consiglio, purtroppo per loro previsti dall’ordinamento costituzionale insieme ai decreti ministeriali per attuare in via amministrativa i principi contenuti in leggi e decreti. Forse i due paladini, e tutto il coro retrostante, hanno letto distrattamente l’art. 16 dell’amata Carta, che recita: “Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza…”. Prossima mossa: girare un film con Rocco Siffredi&Malena e chiedere l’abrogazione della pornografia.

4. Stefano Folli, assurto a editorialista principe della nuova Repubblica, dopo aver evocato e invocato per giorni un “uomo forte”, un “generale De Gaulle” purchessia che “gestisca” il “disastro” della “stagione drammatica” prossima ventura senza passare per i “canali tradizionali”, i “rituali tipici” e i “poteri riconosciuti” da quel ferrovecchio chiamato Costituzione, come si conviene alle “circostanze eccezionali” e cioè con un bel golpettino di larghe intese, tomo tomo cacchio cacchio riscopre i valori costituzionali citando Cassese e la retrostante Cartabia e accusando Conte di volere nientepopodimenoché i “pieni poteri” fuori dalla “cornice costituzionale”.
Prossima mossa: attaccare i notisti politici di Repubblica col riportino a nido di cinciallegra.

5. Fino a un mese fa i nemici del ministro Bonafede chiedevano le sue dimissioni e lo denunciavano per epidemia colposa perché non voleva scarcerare nessuno. Ora lo attaccano perché fa scarcerare i mafiosi, scambiandolo per un giudice di sorveglianza di Magistratura democratica. Ma sul Riformatorio, noto foglio umoristico edito da Alfredo Romeo, l’autorevole direttore Piero Sansonetti riesce a sostenere entrambe le tesi contemporaneamente: Bonafede ha nominato a capo del Dap l’ex pm Francesco Basentini che ha “confuso l’Italia per un paese civile” e ora mette a vicecapo del Dap l’ex pm Roberto Tartaglia che vuole tenere tutti dentro perché è un “travaglista vero” in quanto “antimafioso di professione”. Prossima mossa: proporre a capo del Dap un mafioso di professione, per la par condicio.

6. “Matteo Salvini rassicura i suoi: non crediamo ai sondaggi” (Corriere della Sera, 28.4). Faccia un po’ lui, ma se c’era uno che credeva ai sondaggi era lui, tant’è che quando giunse intorno al 40% fece cadere il governo di cui faceva parte. Oggi, al netto dei sondaggi, la Lega è al 17% e rotti delle elezioni politiche del 2018 e lui è il leader del terzo partito italiano. Prossima mossa: iscriversi al Burioni Fan Club e diventare No Vax.

7. I tre tenori della destra Feltri-Sallusti-Belpietro (e quelli dell’Huffington Post con la evve) che accusavano Conte di decisionismo, autoritarismo e ducismo, ora lo accusano di indecisionismo, incertezza e irresolutezza. Prossima mossa: diventare vegani e abboffarsi di trippa e abbacchio.

8. I tre tenori della destra Feltri-Sallusti-Belpietro hanno sempre giustamente attaccato le speculazioni che mandano alle stelle il prezzo delle mascherine nel silenzio complice del governo. Dunque ora attaccano Conte e il commissario Domenico Arcuri perché impongono il prezzo calmierato delle mascherine a 50 centesimi. Il Giornale: “Mascherine, caos sul prezzo: ‘Insostenibili i 50 centesimi’”, “Caos mascherine: per Arcuri è colpa dei liberali”. Libero: “Le mascherine a 5 cent soffocano le aziende. Schiaffo al made in Italy”. La Verità: “Arcuri fissa il prezzo delle mascherine e mette fuori gioco le imprese italiane”. Prossima mossa: fondare una Ong, noleggiare un cargo battente bandiera liberiana e andare a prendere una vagonata di migranti in Libia.


da InAltoICuori.com - Fonte: Il Fatto Quotidiano – L’editoriale di Marco Travaglio

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