"Se Conte sceglierà la strada del populismo i renziani non ci saranno. ". L'ex segretario del Pd ha deciso di mettere formalmente sotto ricatto il governo in una fase cruciale: quella della ripartenza: "Dia un occhio in più ai dati dell’Istat o noi non saremo al suo fianco". Poi rilancia la sua linea sulle riaperture. Secondo l'ex premier "non possiamo delegare tutto alla comunità scientifica. In passato troppe volte la politica ha abdicato". La replica del presidente del Consiglio: "Fare politica? E’ quello che stiamo facendo, quindi non c'è nessun ultimatum". A un ultimatum diretto in aula, col presidente del consiglio ai banchi del governo, Matteo Renzi non era mai arrivato. Neanche prima dell’esplosione dell’epidemia di coronavirus. Ma dopo settimane di minacce inviate in direzione Palazzo Chigi dalle colonne dei giornali, l’ex segretario del Pd ha messo formalmente sotto ricatto il governo. E ha deciso di farlo in una fase cruciale: quella della ripartenza. È proprio per parlare delle riaperture che Giuseppe Conte illustra la sua informativa al Senato, dopo averlo fatto alla Camera. Già in mattinata fonti di Italia viva, il piccolo partito fondato da Renzi, fanno sapere alle agenzie che in aula il loro capo lancerà un ultimatum al premier. Cosa che puntualmente avviene. Renzi parla meno di dieci minuti ma la notizia, come accade sui giornali, è all’inizio quando definisce il suo intervento “un ultimo appello da parte della mia forza politica. Se sceglierà la strada del populismo non avrà al suo fianco Italia viva”.
“Glielo diciamo in faccia: siamo a un bivio – dice Renzi a Conte – Lei è stato bravo a rassicurare gli italiani, è stato molto bravo. Il punto però è che nella fase 2 della politica non basta giocare su paura e preoccupazione. C’è una ricostruzione da fare che è devastante e richiederà visione e scelte coraggiose. Dia un occhio in più ai dati dell’Istat o noi non saremo al suo fianco. Se sceglierà la strada del populismo non avrà al suo fianco Italia viva”. In realtà quindi quello dell’ex premier più che un ultimatum è una minaccia di ultimatum, visto che non si concretizza in una conditio sine qua non. Cosa dovrebbe fare Conte per conservare il sostegno di Italia viva? E cosa invece dovrebbe evitare di fare il presidente del consiglio per non perdere l’appoggio dei renziani? L’ex sindaco di Firenze non lo dice. O meglio si limita a un titolo: se Conte sceglierà la strada del populismo i renziani non ci saranno. Non è dato sapere come si fa a scegliere o a evitare, nella visione renziana, la strada del populismo.
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dall'articolo di F. Q. per IlFattoQuotidiano.it