salvini cura del plasma sangue iperimmune coronavirus 750x391Ieri abbiamo parlato della cura del sangue per COVID-19 e della possibilità di usare il plasma iperimmune per il Coronavirus SARS-COV-2. In breve, si tratta di una cura efficace e sperimentata con successo già in Cina ma è limitata nell’uso per ovvi motivi (il plasma deriva da soggetti infetti che hanno sviluppato immunità) e non conferisce protezione duratura. Per questo i soggetti trattati, pur se ovviamente ne beneficiano, non sono al riparo da successive infezioni, come invece sarebbero se avessero sviluppato una propria immunità con il vaccino.   Come Salvini si iscrive ai complottari del plasma contro il Coronavirus.  Ciò nonostante, era già partito il complotto del plasma. Prendendo spunto dalle dichiarazioni di Giuseppe De Donno, che  in uno status su Facebook successivamente cancellato si era lanciato in una polemica con Roberto Burioni (“Il signor scienziato, quello che nonostante avesse detto che il coronavirus non sarebbe mai arrivato in Italia, si è accorto in ritardo del plasma iperimmune. Forse il prof non sa cosa è il test di neutralizzazione. Forse non conosce le metodiche di controllo del plasma. Visto che noi abbiamo il supporto di AVIS glielo perdono. Io piccolo pneumologo di periferia. Io che non sono mai stato invitato da Fazio o da Vespa”) , un sacco di gente ci teneva a sottolineare che la cura col plasma “funziona, costa poco e non rende stramiliardario nessuno”.  E indovinate chi oggi non vedeva l’ora di iscriversi ai complottisti? Ovviamente il capo dellagggente Matteo Salvini, che sulla sua pagina facebook riprende l’intervista del Corriere a De Donno:

 

Parla il dottor De Donno, primario di pneumologia dell’ospedale di Mantova: “La cura funziona. In tutto questo mese non abbiamo avuto decessi tra le persone trattate”. Grazie ai medici e ai donatori, in diversi ospedali lombardi la cura col plasma funziona. Diamo massima condivisione al racconto di questa straordinaria avanguardia che sta suscitando grande interesse e speranze anche all’estero, molto meno, purtroppo, da parte del governo, come riferisce il dottore: “Abbiamo provato a contattare il ministero della Salute ma è stato inutile. Nessun segnale nemmeno dall’Istituto Superiore di Sanità. Per ora stanno alla finestra”.

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Perché il complottismo sulla cura del plasma per il Coronavirus non è il massimo dell’intelligenza

Eppure non c’è nessun complotto. In primo luogo perché di cura del plasma per il Coronavirus si parla già da tempo: il 27 febbraio scorso Lancet ha parlato del plasma autoimmune mentre il 2 marzo scorso è stata pubblicata una ricerca sul possibile ruolo dell’eparina nel COVID-19. Ma non si tratta di una “cura valida e gratuita”. L’AVIS citata proprio da De Donno nei giorni scorsi ieri ha pubblicato sul suo sito un comunicato firmato dal presidente Giampietro Briola che mette in chiaro le cose:

Si è dimostrato che in molti casi il plasma è efficace per gli anticorpi presenti nei soggetti guariti, ma con il plasma prelevato si somministrano anche sostanze non necessarie per il trattamento di determinate patologie. Quindi, rappresenta una terapia sperimentale ed emergenziale già nota per altre malattie. Serve ora capire quali sono gli anticorpi efficaci, isolarli, purificarli e poi somministrare solo quelli in dose controllata e farmacologica. Come avviene per le immunoglobuline antitetaniche, ad esempio. È comunque importante sottolineare che questo approccio ha dimostrato che il plasma contiene degli elementi che funzionano contro il virus e lo neutralizzano.

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AVIS, insieme al mondo scientifico e al Centro Nazionale Sangue, sta seguendo con molta attenzione l’evoluzione e si sta adoperando per studiare queste opportunità. Al momento, però, è importante mantenere la calma e informarsi sempre attraverso fonti attendibili e non creare false aspettative. Appena conosceremo il test che meglio è in grado di rilevare e dosare questi specifici anticorpi e non appena le aziende di plasmaderivazione saranno in grado di produrre le immunoglobuline specifiche, coinvolgeremo la generosità dei donatori per la plasmaferesi».

E oggi lo scienziato Enrico Bucci sulla sua pagina Facebook ha ricordato una decina di servizi di televisioni e giornali sulla questione (giusto per dimostrare che non c’è alcun segreto) e che anche le odiatissime case farmaceutiche ci stanno lavorando

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Ieri sempre Bucci aveva spiegato:

1) La terapia con plasma di convalescenti (plasma iperimmune) è vecchia quanto la comprensione del ruolo degli anticorpi nel combattere i patogeni. E’ stata ampiamente usata, anche nel caso del coronavirus (in Cina), e sembra dare risultati promettenti, ma è limitata nell’uso per ovvi motivi (il plasma deriva da soggetti infetti che hanno sviluppato immunità) e non conferisce protezione duratura. Per questo i soggetti trattati, pur se ovviamente ne beneficiano, non sono al riparo da successive infezioni, come invece sarebbero se avessero sviluppato una propria immunità con il vaccino. Comunque, mancano ancora evidenze certe in un trial randomizzato, possibilmente in cieco. Una terapia salvavita, ma limitata e non scalabile all’infinito, per la quale siamo in attesa di conferme certe: questo è.

2) L’eparina a basso peso molecolare costituisce un valido supporto in quei casi in cui vi è indicazione (presenza di d-dimero), ed è ovviamente usata anche lei da molto tempo in Cina per fronteggiare le conseguenze dell’infezione, che spesso includono coagulopatie. Questo non vuol dire affatto che i sintomi respiratori non siano importanti, o che la patogenesi COVID sia riducibile ad una sola coagulopatia, per quanto grave, o che basti eparina per risolvere tutto. Smettiamola di fare un derby tra chi vorrebbe che fosse una cosa e chi un’altra: mentre il virus è uno solo, la patologia che induce è estremamente complessa e variabile, e le terapie vanno calibrate sui singoli casi. Questo insegna la letteratura ad oggi.

Insomma, anche stavolta ai complottari è andata male. Grrrr, maledetto Ginko!

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dall'articolo di   per NextQuotidiano.it 

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