Il 22 febbraio scorso la Regione Lombardia rispondeva così alla urgente segnalazione da parte di un dirigente sanitario regionale di Bergamo di creare ospedali ad hoc per i malati da Coronavirus e isolarli al fine di fermare il contagio. L’assurda storia. Era il 22 febbraio quando Angelo Giupponi, direttore dell’Agenzia regionale emergenza urgenza (AREU) di Bergamo, inviava un’email all’assessorato al Welfare della regione Lombardia, diretto da Giulio Gallera. Il medico sottolineava “l’urgente necessità di allestire degli ospedali esclusivamente riservati a ricoverati per Covid-19, così da evitare promiscuità con altri pazienti e quindi diffusione del virus nelle strutture ospedaliere”. Solo il giorno prima, Mattia, 38enne di Codogno, era risultato positivo al tampone per il Coronavirus, e tutti gli sforzi della Regione erano concentrati sulla creazione della “zona rossa” in provincia di Lodi.
Le vittime del virus in Italia erano ancora contenute (il 21 febbraio la prima vittima confermata del Coronavirus, Adriano Trevisan, morto in Veneto). Quel 22 febbraio, la risposta dei dirigenti regionali all’allarme lanciato da Giupponi, come raccontato dal medico stesso al Wall Street Journal, che lo ha riportato in un articolo del 17 marzo, è stata: “Non dormiamo da tre giorni, non abbiamo voglia di leggere le tue cazzate”.
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