Bonafede ministroIl ministro Bonafede è andato ieri alla Camera dei deputati per rispondere su questo pasticcio delle scarcerazioni. In cosa consiste il pasticcio? Nel fatto che i magistrati, applicando la legge vigente (dal 1930) hanno scarcerato alcune centinaia di persone. Per ragioni di salute. Quasi tutti anziani, quasi tutti a fine pena, tutti malati. Giornali e politici si sono indignati, naturalmente, e hanno iniziato a litigare furiosamente tra loro. A litigare per conquistare la palma del più indignato. Senza conoscere bene né la legge, né l’elenco degli scarcerati. Hanno detto che erano 400 boss della mafia, ma poi si è scoperto che quelli condannati per mafia sono una decina e che nessuno di loro risponde di omicidio e quindi forse proprio boss boss non sono.  Poi hanno detto che li aveva scarcerati il Dap, poi hanno detto che li aveva scarcerati il governo. (Naturalmente non è vero: il potere di scarcerare, per ora, spetta solo ai tribunali di sorveglianza o ai Gip).

In ogni caso, litigando tra loro, hanno chiesto a Bonafede di riarrestarli tutti. Bonafede ha obbedito, scrivendo un decreto folle che travolge la Costituzione, il Diritto e la separazione dei poteri. E permette il riarresto e ostacola future scarcerazioni. Loro – giornali e politici, dico – hanno detto che va bene ma che Bonafede doveva fare di più. Lui, come dicevamo, ieri è andato alla Camera a giustificarsi. Ha chiesto: come faccio a riarrestarne più di 400 se i magistrati ne hanno scarcerati solo 400? Effettivamente, almeno per una volta, il ragionamento del ministro è inoppugnabile.  Poi ha annunciato, con gioia, che grazie al decreto e grazie al rigore manettaro dei nuovi dirigenti del Dap – quelli che hanno sostituito Basentini, cioè l’uomo che aveva a tradimento strappato la poltrona a Di Matteo – è diventato probabile il rientro in cella di Pasquale Zagaria. Chi è Pasquale Zagaria? Un signore malato gravemente di cancro. Condannato per estorsione e truffa e che ha già scontato i quattro quinti della pena. Ci sono delle sentenze di tribunali e corti di apello che dicono che da almeno 10 anni non è più pericoloso e non ha più niente a che fare con la camorra. Qualunque altro detenuto, per i suoi reati (senza la modalità mafiosa) sarebbe già libero da un pezzo. Però Pasquale si chiama Zagaria. E Zagaria si chiama anche suo fratello, Michele, detto capastorta, considerato il capo del clan dei casalesi e anche lui in prigione al 41 bis.

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dall'articolo di    per IlRiformista.it 

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