Una corsa contro il tempo. Il 18 maggio, vale a dire la data stabilita per far ripartire il Paese, è davvero a una manciata di ore, e occorre farlo in sicurezza, dando regole certe a imprese e cittadini. È stato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ieri mattina, durante la riunione con i presidenti di Regione, a indicare i parametri entro i quali i governatori potranno muoversi da lunedì riguardo alle misure da adottare. Ma il Consiglio dei ministri per varare il decreto legge che servirà a restituire alle Regioni i poteri per riaprire, inizialmente convocato per le 12 è slittato invece in serata: non è bastata la cabina di regia fra Governo ed enti locali che della mattinata per mettere a punto l’impianto complesso della legislazione che regolerà la fase 2, è stato necessario convocarne una seconda alle 19.30.
I nodi da superare non sono stati i rapporti con il governo centrale quanto piuttosto una mediazione su regolamenti base uguali per tutte le regioni, con linee comuni, da sottoporre al premier. A invocare un protocollo unitario è stato il presidente della Lombardia Fontana, che ha chiesto che non ci fosse “nessuna fuga in avanti rispetto alle linee guida nazionali”. Ma sono stati proprio i suoi colleghi leghisti Zaia e Fedriga ad anticipare con le proprie ordinanze le riaperture a macchia di leopardo. In ogni caso, alla fine, è stato redatto un documento unitario.
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IL NUOVO DECRETO-LEGGE
Il decreto delinea il quadro normativo nazionale all’interno del quale, dal 18 maggio al 31 luglio 2020, con appositi decreti od ordinanze, statali, regionali o comunali, potranno essere disciplinati gli spostamenti delle persone fisiche e le modalità di svolgimento delle attività economiche, produttive e sociali. A partire dal 18 maggio 2020, gli spostamenti delle persone all’interno del territorio della stessa regione non saranno soggetti ad alcuna limitazione. Lo Stato o le Regioni, in base a quanto previsto dal decreto-legge 25 marzo 2020, n. 19, potranno adottare o reiterare misure limitative della circolazione all’interno del territorio regionale relativamente a specifiche aree interessate da un particolare aggravamento della situazione epidemiologica. Fino al 2 giugno 2020 restano vietati gli spostamenti, con mezzi di trasporto pubblici e privati, in una regione diversa rispetto a quella in cui attualmente ci si trova, così come quelli da e per l’estero, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza o per motivi di salute; resta in ogni caso consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza. A decorrere dal 3 giugno 2020, gli spostamenti tra regioni diverse potranno essere limitati solo con provvedimenti statali adottati ai sensi dell’articolo 2 del decreto-legge 25 marzo 2020, n. 19, in relazione a specifiche aree del territorio nazionale, secondo principi di adeguatezza e proporzionalità al rischio epidemiologico effettivamente presente in dette aree.
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dall'articolo di Laura Tecce per LaNotiziaGiornale.it