Imagoeconomica assessore Raffaele CattaneoNon bastavano i test sierologici, ora spuntano anche le mascherine. A quanto pare in Lombardia si va avanti a ritmo di un’inchiesta al giorno. Per quanto sia ovviamente un riferimento iperbolico, è certamente impressionante il numero delle indagini aperte. L’ultima, ieri. La procura di Milano ha aperto un’indagine in seguito a un esposto presentato da Adl Cobas Lombardia per accertare, tra le altre cose, l’idoneità, i costi e l’aggiudicazione della fornitura delle mascherine prodotte dalla Fippi di Rho, un’azienda di pannolini che ha riconvertito la produzione su commissione di Regione Lombardia.  L’inchiesta, nella quale sono ipotizzati i reati di truffa e frode nelle pubbliche forniture a carico di ignoti, è coordinata dai pm Mauro Clerici e Giordano Baggio. I quali, per ora, hanno delegato i militari del Nucleo di polizia economico finanziaria della guardia di finanza di Milano a compire accertamenti relativi, per esempio, alla quantità di mascherine prodotte, alla loro idoneità e alla loro certificazione e alle modalità con cui è stata affidata la commessa.

Le fiamme gialle, da quanto si è saputo, nei giorni scorsi hanno già cominciato a sentire Riccardo Germani, il portavoce di Adl Cobas Lombardia, che tramite l’avvocato Vincenzo Barbarisi, attorno alla metà di aprile ha depositato l’esposto alla magistratura.  I RILIEVI DELL’ESPOSTO. Nel documento si parla di “inidoneità e, quindi, pericolosità del presidio”, giudizio dato da coloro che lo hanno provato “sul campo”. Come si legge nell’esposto le mascherine, che sono state battezzate ‘pannolino’, “ non appaiono funzionali allo scopo protettivo, né del paziente né dell’operatore sanitario e/o medico, sotto il profilo anatomico e dinamico” il che comporterebbe rischi di contagi. “A quanto consterebbe – prosegue l’esposto – non solo alcuni singoli operatori sanitari ma addirittura alcune strutture ospedaliere destinatarie delle forniture” di tali presidi, come l’ Ospedale di Busto Arsizio e Niguarda, “hanno ritenuto preferibile non fare utilizzare per nulla le mascherine ai propri operatori sanitari e/o medici” e inoltre “milioni” di pezzi, uno degli aspetti da accertare, “giacerebbero inutilizzati” per esempio nel “Padiglione logistico Lombardo ex area Expo cargo”. Infine, si sostiene la “sostanziale irrilevanza delle autorizzazioni Iss e pareri del Politecnico di Milano”.

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dall'articolo di Antonio Acerbis  per LaNotiziaGiornale.it 

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