Pare proprio che non ci sia pace in Regione Lombardia. Dopo le critiche piovute addosso sulla gestione dell’emergenza e le inchieste scoppiate sia sui test seriologici (costati due milioni di euro alle casse pubbliche) e sulle mascherine (altri otto milioni), è ancora una volta sui Dispositivi di Protezione Individuale che l’amministrazione guidata da Attilio Fontana rischia l’ennesimo capitombolo. L’ultima novità arriva dopo un accesso agli atti compiuto da uno dei più combattivi consiglieri regionali, il capogruppo del Movimento cinque stelle Marco Fumagalli (nella foto). Secondo quanto denunciato dal pentastellati, “la Regione ha acquistato 18 milioni di mascherine Fippi per una spesa complessiva pari a circa 8 milioni di euro e alla data odierna queste mascherine giacciono in magazzino per un quantitativo di ben 14,5 milioni”. UN INUTILE SPRECO?
La domanda – di Fumagalli e a questo punto non solo la sua – sorge spontanea: “Dando per scontato che le mascherine siano idonee ad un uso quotidiano e non siano ‘carta igienica’, come volgarmente l’assessore Gallera identificava delle altre mascherine ricevute dalla Protezione Civile, mi chiedo per quale motivo queste mascherine dal costo di 0,45 centesimi non vengano distribuite alla popolazione o vendute nelle farmacie?”. Per quanto non siano iper-protettive, infatti, potrebbero essere Dpi impiegati quantomeno per fare la spesa, andare a passeggio, fare la spesa, in metropolitana e nei luoghi di lavoro. “A meno di – aggiunge Fumagalli – una truffa nei confronti della Regione”. Difficile, infatti, non ritenere che il fatto che le mascherine siano lasciate nei magazzini sia un inutile spreco di risorse, “mentre potrebbe essere opportuno, almeno una parte, venderle a prezzo di costo alle farmacie in modo da rifornire la popolazione”. Insomma, conclude ancora Fumagalli, “questa giacenza nei magazzini odora dell’ennesimo ‘flop’ di Regione Lombardia, dopo l’incredibile figuraccia dell’Ospedale Fiera”.
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TUTTO TACE. Anche questo tema, probabilmente, verrà affrontato – in ambito politico – e sviscerato nella commissione d’inchiesta Covid-19 chiesta a gran voce dal Movimento cinque stelle, ma in attesa che si sblocchi la situazione di stallo restano alcune domande a cui, specie l’assessore alla Sanità Giulio Gallera, ancora serve una risposta. Sempre Fumagalli il 6 aprile depositava un’interrogazione riguardante la “attuazione e aggiornamento del Piano Pandemico Regionale”. Dato che a a due mesi dal deposito dell’interrogazione nessuna risposta era pervenuta, come da regolamento Fumagalli ha chiesto che l’assessore Gallera andasse in commissione Sanità a rispondere all’interrogazione. Ma “è evidente che la maggioranza non vuole affrontare temi spinosi come questo e che la sede in cui discuterne, cioè la commissione di inchiesta, sempre per volontà della maggioranza non si costituisce regolarmente. A questo punto non mi resta che richiedere, con rammarico, la risposta in commissione Sanità”. Sperando che Gallera – o chi per lui – si decida ad affontare la questione.
dall'Articolo di Carmine Gazzanni per LaNotiziaGiornale.it