L’annuncio del ministro degli Affari regionali Francesco Boccia e del presidente dell’Anci Antonio Decaro del bando destinato alla creazione di 60mila “assistenti civici” volontari che avranno il compito di aiutare i Comuni a far rispettare il distanziamento sociale sta provocando in queste ore fortissime polemiche. Attorno alla figura dell’assistente civico, che saranno reclutati con un bando della Protezione civile destinato a “inoccupati, a chi non ha vincoli lavorativi, anche percettori di reddito di cittadinanza o chi usufruisce di ammortizzatori”, come chiarito ieri da Boccia, sono tanti gli interrogativi. LA BAGARRE POLITICA – Polemiche politiche per una volta bipartisan, tra Leu che con il senatore Francesco Laforgia parla di “proposta sbagliata” perché “riflette un’idea di lavoro povero, poco o per nulla retribuito e destinato a percettori di un qualche sostegno dello Stato che devono sentirsi perennemente in debito con lo stesso”.
Paradossalmente è dello stesso avviso Giorgio Mulè, deputato di Forza Italia e portavoce dei gruppi azzurri di Camera e Senato: per il deputato “è l’ennesima pagliacciata di un governo che ritarda il futuro e insegue il presente”. Forti critiche anche da Carlo Calenda, l’ex ministro leader di Azione, che ritiene gli assistenti civici “una cosa inaccettabile. Come possiamo pensare che 60 mila persone senza arte né parte, formate non si sa come, con un bando che arriverà persino in ritardo, si mettono a girare per l’Italia dicendo agli italiani cosa devono fare sula base di norme si cui nessuno capisce nulla”.
LA GUIDA AGLI ASSISTENTI CIVICI – Anche se un bando ufficiale ancora non c’è, alcune informazioni sugli assistenti civici è già nota. Questa nuova ‘figura professionale’ sarà composta da soli volontari che aiuteranno Comuni ed enti locali nel far rispettare le misure messe in atto per contrastare e contenere il diffondersi del virus, a partire dal distanziamento sociale.
Il loro reclutamento avverrà sulla base di un bando coordinato dalla Protezione Civile che indicherà alle Regioni le disponibilità su tutto il territorio nazionale. Il bando è rivolto, come spiegato dal ministro Boccia, a “inoccupati, a chi non ha vincoli lavorativi, anche percettori di reddito di cittadinanza o chi usufruisce di ammortizzatori”. Non è richiesto titolo di studio e i partecipanti dovranno avere dimora nel Comune dove intendono prestare supporto.
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dall'articolo di IlRiformista.it