In ordine sparso, con troppi governatori che giocano ancora a fare gli sceriffi, oggi l’Italia compie un ulteriore passo nella ripartenza. Tutti liberi di nuovo di spostarsi da una regione all’altra. E addio autocertificazioni. Con le sole restrizioni che già sono presenti in tutti i territori per evitare il diffondersi del coronavirus. Senza lasciare isolata la Lombardia, dove la situazione è ancora difficile, e senza improbabili passaporti sanitari come voleva il presidente della Regione Sardegna, Christian Solinas. In Sicilia il presidente Nello Musumeci vuole tracciare i turisti, ma l’app è facoltativa, mentre Michele Emiliano, in Puglia, ha chiesto a chiunque entri nel territorio di segnalare la propria presenza e di ricordarsi tutti i suoi contatti. Vincenzo De Luca, in Campania, il più sceriffo di tutto ha annunciato un aumento di controlli e test rapidi, partendo da quelli nelle stazioni di Salerno e Napoli, nei porti, all’aeroporto e ai caselli autostradali, e in Piemonte Alberto Cirio ha imposto di indossare la mascherina anche all’aperto vicino ai centri commerciali.
Obbligo di mascherina all’aperto revocato invece in Veneto da Luca Zaia, ma mantenuto in Lombardia, Trentino, Friuli Venezia Giulia, Campania e a Genova. Giovanni Toti, in Liguria, è poi andato oltre, twittando come se fosse una concessione che ha anche “autorizzato persone non conviventi a dormire nella stessa stanza d’albergo”. Insomma nessuna necessità di esibire in hotel il certificato di matrimonio. In generale poi, niente baci e abbracci. Per chi trasgredisce c’è ancora il rischio di pesanti sanzioni, nonostante l’assembramento di ieri benedetto dalle destre a Roma.
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dall'articolo di Fausto Tranquilli per LaNotiziaGiornale.it