Lasciatevelo dire da chi di aggressioni verbali se ne intende, benché essere bullizzato nei talk show televisivi da tutti gli ospiti contro uno, piuttosto che venire coperto da insulti sui social network, è nulla rispetto all’accerchiamento subito qualche giorno fa dall’ex ministro Danilo Toninelli. Per chi ha di meglio da fare che seguire la pagina Instagram di Matteo Salvini, che ne ha pubblicato il video senza prendere minimamente le distanze da una tale schifezza, riassumiamo i fatti. L’esponente più ingiuriato del Movimento Cinque Stelle, in buona compagnia con la Raggi e adesso va di moda la Azzolina, stava prendendo un caffè al centro di Roma quando un gruppo di energumeni rasati e palestrati gli è comparso alle spalle e ha iniziato a provocarlo. Dopo aver provato a rispondere alle contestazioni, Toninelli si è dovuto allontanare, anche perché in pochi attimi si respirava già aria di botte. La scena, diventata virale sulla rete, oltre a un naturale sentimento di sdegno dovrebbe suscitare preoccupazione per lo scadimento dei presupposti di una convivenza civile e democratica. E invece niente.
Con poche eccezioni, a partire dal reggente dei 5S, Vito Crimi, quasi nessuno ha espresso un millimetro di solidarietà al parlamentare, quando in passato per molto meno c’era la gara ad assegnare scorte e stracciarsi le vesti. Un atteggiamento inaccettabile, indipendentemente da cosa si pensi di Toninelli e del lavoro fatto da responsabile dei trasporti. Un lavoro di cui pochi sanno, perché a prendersi i meriti del ponte di Genova sono i compari di partito di chi ha dato le concessioni ai Benetton, incensati da una stampa indecente per come ha demolito l’immagine dell’unico ministro arrivato a un passo dal togliere la mangiatoia regalata ai privati con la gestione delle autostrade.
Per tenersi il malloppo i quotidiani e le tv amiche dei Signori dei caselli hanno assalito quest’uomo più di quanto stava per accadere in strada. Varrà poco, ma oggi non potrei usare meglio lo spazio su questo giornale per testimoniare vicinanza e stima a un uomo coraggioso nel combattere il sistema. Un uomo che chi vuole riformare e cambiare davvero questo Paese non può lasciare solo.
Articolo editoriale di Gaetano Pedullà per LaNotiziaGiornale.it