Chi si occupa di indagini epidemiologiche alla Regione Lazio calcola che nelle ultime settimane siano entrati circa 600 positivi in arrivo da Bangladesh e da altri Paesi ad alta circolazione del virus. E intanto il presidente dell’associazione Ital-Bangla denuncia: test falsi per partire. A Dacca bastano tra i 3.500 e i 5.000 taka (36-52 euro) per acquistare un’attestazione sanitaria fasulla che permette a chiunque di imbarcarsi e lasciare il Paese. Lo scrive oggi il Messaggero citando Mohammed Taifur Rahman Shah, presidente dell’associazione Ital-Bangla che da anni si occupa dei suoi concittadini appena arrivati in Italia. E la storia va ad intrecciarsi con un’altra: chi si occupa di indagini epidemiologiche alla Regione Lazio calcola che nelle ultime settimane siano entrati circa 600 positivi in arrivo da Bangladesh e da altri Paesi ad alta circolazione del virus. Andiamo con ordine.
Tutto parte dallo stop ai voli dal Bangladesh deciso dal ministero della Salute dopo che sul volo Dacca-Roma atterrato ieri a Fiumicino i positivi al Coronavirus erano arrivati a 36. L’assessore laziale alla Sanità Alessio D’Amato lo ha definito senza troppi complimenti “una vera e propria bomba virale che abbiamo disinnescato con tempestività”, attraverso l’ordinanza firmata ieri dal governatore Nicola Zingaretti. Un provvedimento ad hoc per i voli speciali da Dacca autorizzati dall’Enac che di fatto blindava gli arrivi dal Paese asiatico – peraltro dirottati sul Terminal 5, non operativo e lontano dagli altri – e li imbrigliava in una rete di controlli, sottoponendo i passeggeri al test sierologico e al tampone, e all’isolamento nell’attesa.
Ma la sospensione, anche se necessaria, non è sufficiente perché rimane il problema degli scali, ovvero che si possa arrivare in Italia spostandosi dal Bangladesh in un altro paese facendo semplicemente tappa. Intanto i 36 positivi sono stati ricoverati al Covid Hospital di Casal Palocco (quartiere alla periferia di Roma):
Tutti gli altri resteranno in isolamento per 14 giorni in hotel affittati dalla Regione (si è preferito un lungo periodo di quarantena, perché anche se il tampone è negativo, la positività potrebbe svilupparsi nelle prossime ore). Solo a quattro è stato concesso di isolarsi nella proprio casa, dopo i controlli della Asl, perché avevano le condizioni logistiche per farlo e non rischiavano di contagiare dei conviventi. La maggioranza dei passeggeri ha come destinazione finale Roma e il Lazio, ma una parte è invece diretta in Romagna, in riviera, per lavorare nei ristoranti e negli hotel, settore nel quale questa comunità è molto apprezzata anche nella Capitale. Folto poi anche il gruppo dei commercianti.
Ma, scrive il quotidiano, se le percentuali di positivi rispetto agli arrivi fossero anche soltanto vicine a quelle dell’ultimo aereo arrivato da Dacca, allora questo significa che in questo periodo ne sono entrati circa seicento.
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dall'articolo di @Alessandro D'Amato per NextQuotidiano.it