Togliere le concessioni ai Benetton può costare 23 miliardi allo Stato, secondo il parere legale contenuto in una lettera inviata il 13 marzo da De Micheli a Conte. In cui si mette in guardia dai rischi per i costi e per la futura gestione della rete. Togliere le autostrade ai Benetton può costare caro allo Stato. Anzi carissimo. Qualcosa come 23 miliardi. Più del triplo rispetto a quei 7 miliardi che il Governo ha indicato nel decreto Milleproroghe, abbassando unilateralmente il tetto del risarcimento ad Autostrade. Eccolo l’avvertimento a Giuseppe Conte. Piomba sul tavolo del Consiglio dei ministri notturno chiamato a capire come chiudere la pagina che si è aperta quasi due anni fa con il crollo del ponte Morandi a Genova. L’avvertimento arriva dall’Avvocatura dello Stato. Riportato in una lettera, di cui Huffpost è entrato in possesso da fonti parlamentari, che la ministra delle Infrastrutture Paola De Micheli inviò a Conte il 13 marzo. Pagina 4: “Il predetto Organo legale (l’Avvocatura ndr)” evidenzia “come non si possa escludere che, in sede giudiziaria (nazionale o sovranazionale) possa essere riconosciuto il diritto di Aspi all’integrale risarcimento”. Il parere dell’Avvocatura che inguaia Conte.
Il premier spinge per la revoca, ma l’Avvocatura dello Stato è perentoria nel sostenere che bisogna andare con i piedi di piombo. Il passaggio sul fatto che lo Stato potrebbe sborsare l’intero risarcimento è legato proprio alla debolezza della scelta fatta dal Governo con il Milleproroghe. Scrive sempre la ministra a Conte, riferendosi al parere dell’Avvocatura datato 19 febbraio: il rischio di sborsare 23 miliardi è riferito “a un’eventuale deliberazione negativa della conformità dell’art.35 del decreto legge c.d. “milleproroghe” rispetto ai parametri normativi”. Ed ecco la conclusione dell’Avvocatura. Nella lettera compare uno stralcio del parere. Questo: “Ogni eventuale intervento di codesta Amministrazione dovrà, pertanto, tenere nella dovuta considerazione anche tale rischio”. Il messaggio è chiaro: occhio a procedere con la revoca. C’è un altro passaggio del parere dell’Avvocatura che paventa altrettanti rischi e anche la possibilità che la scelta della revoca sia quella giusta da intraprendere. Anche in questo caso la ministra riporta un passaggio del parere dell’organo legale: ”...l’adozione concreta di una simile misure (n.d.e. la risoluzione)...presuppone una rigorosa ponderazione di codesta Amministrazione. Ciò, sotto il duplice profilo delle conseguenze economiche...e dell’esistenza stessa di un prevalente interesse pubblico alla cessazione del rapporto concessorio, anche alla luce delle effettive prospettive immediate di immediato esercizio da parte di diversi gestori della rete autostradale”. Questo passaggio dice tre cose. La prima: il Governo è invitato a una “rigorosa ponderazione”. La seconda: ci saranno conseguenze economiche da non sottovalutare. La terza: non è detto che la revoca sia la scelta migliore per tutelare l’interesse pubblico.
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