Ieri il Capitano è sbottato su Twitter dopo la vicenda della Lombardia Film Commission che ha portato al fermo di Luca Sostegni che secondo gli inquirenti stava scappando in Brasile. L’uscita è conseguenza del timore di essere inseguito, nelle sue incursioni estive da un capo all’altro della Penisola, dagli spettri dell’inchiesta di Milano. “La pazienza delle persone perbene ha un limite, da oggi querelo chiunque accosti il mio nome a gente mai vista né conosciuta. Coi diffamatori di professione ci vedremo in Tribunale, sperando di non trovare un Palamara qualunque”: ieri Matteo Salvini è sbottato su Twitter dopo la vicenda della Lombardia Film Commission che ha portato al fermo di Luca Sostegni che secondo gli inquirenti stava scappando in Brasile. Emanuele Lauria su Repubblica racconta che l’uscita è conseguenza del timore di essere inseguito, nelle sue incursioni estive da un capo all’altro della Penisola, dagli spettri dell’inchiesta di Milano.
La strada è già più ripida del previsto. Il Carroccio nei sondaggi è in costante calo: nel giro di un anno, da un Papeete all’altro, ha perso quasi 12 punti, dal 38 per cento di inizio luglio 2019 al 26,3 di due giorni fa (fonte Swg). In mezzo c’è stata l’uscita dal governo, una sconfitta elettorale pesante come quella emiliana e soprattutto il lockdown che, a detta dello stesso Salvini, ha sottratto al leader leghista il campo di battaglia più propizio: le piazze.
In più, Salvini conosce bene le insidie delle Regionali di settembre, da affrontare dopo aver ingoiato il rospo di candidature non proprio gradite in Puglia e in Campania. Ci vorrà un altro tour a perdifiato per risalire la china. E allora è necessario silenziare subito gli attacchi e le polemiche legate alle inchieste giudiziarie. Prendendo le distanze dai personaggi coinvolti nell’indagine dei pm milanesi: Salvini ammette di conoscere solo Alberto Di Bubba e Andrea Manzoni, revisori contabili dei gruppi parlamentari della Lega. E gli altri?
«Non so chi siano», dice ai suoi, facendo sapere di non aver mai visto Luca Sostegni (arrestato ieri) e neanche Michele Scillieri, che pure è il commercialista nel cui studio è stato registrata e domiciliata la “Lega per Salvini premier”. «Non sono io a curare questi aspetti amministrativi», si giustifica Salvini.
Articolo di NextQuotidiano.it