Il deficit salirà di un punto ancora, dal 10,4 all’11,4 per cento del Pil. Ma nel frattempo il Tesoro potrà ricorrere alla clausola che consente di utilizzare il 10 per cento dei fondi del Recovery retroattivamente per le spese compatibili con le finalità del fondo fatte da febbraio di quest’anno in poi. Ci sono venti miliardi del Recovery Fund che si possono impegnare subito, anche se la prima tranche di Next Generation EU arriverà solo nel 2021. Roberto Petrini su Repubblica spiega oggi che il governo pensa di far ripartire subito l’iperammortamento su base quinquennale fino al 200% del costo di acquisto di tecnologie, dai robot agli investimenti di digitalizzazione. La misura nel 2017 ha favorito investimenti per circa 20 miliardi e con l’ultima legge di Bilancio è stata ridimensionata. Ora grazie alla possibilità, contenuta nelle due clausole ottenute dall’Italia nell’ambito dell’intesa di Bruxelles, di utilizzare fino al 10% dei 208 miliardi garantiti dal piano (cioè circa 20 miliardi) un primo passo si potrà fare entro fine anno lasciando il resto del finanziamento della misura pluriennale al 2021-2022. E qui entra in gioco anche i 20 miliardi che si possono impegnare subito:
Lo scostamento di bilancio tra 18 e i 20 miliardi che porta il deficit di quest’anno verso i 100 miliardi (fino ad oggi lo scostamento è stato di 80) sarà varato probabilmente già da oggi. La manovra sarà per 6-7 miliardi, proroga di 18 mesi della cassa integrazione, per 4-5 ristoro Comuni e Regioni per le mancate entrate fiscali, per il resto rateizzazione al 2021(0 addirittura un taglio secco) per le scadenze fiscali sospese fino a settembre che pesano 13 miliardi.
Il deficit salirà di un punto ancora, dal 10,4 all’11,4 per cento del Pil. Ma nel frattempo il Tesoro potrà ricorrere alla clausola che consente di utilizzare il 10 per cento dei fondi del Recovery retroattivamente per le spese compatibili con le finalità del fondo fatte da febbraio di quest’anno in poi. È ipotizzabile che in via di consuntivo potranno essere scomputate molte delle spese per gli investimenti in sanità (come il potenziamento delle strutture e i macchinari per le terapie), l’ecobonus, gli incentivi auto, gli interventi sulle scuole ed altro.
E mentre rimane il dubbio se sia vero quello che dice Wilders, ovvero che gli italiani si sono fregati i soldi degli olandesi, oppure quello che dice Salvini, ovvero che gli olandesi si sono fregati i soldi degli italiani, il Belpaese, secondo le simulazioni del governo riceverà 81,4 miliardi in sussidi e 127 in prestiti, ma i dati definitivi potrebbero subire leggere variazioni. Solo il 70% delle risorse sarà infatti distribuito sulla base dei valori della disoccupazione 2015-2019, mentre per conoscere il restante 30% bisognerà attendere il mese di giugno del 2022: la quota-Paese, infatti, sarà calcolata in base al crollo del Pil che è stato registrato durante il periodo che va tra il 2020 e 2021. Meno l’Italia crescerà, dunque, e più soldi riceverà. Intanto arriveranno nuove entrate per ripagare il debito: la Plastic Tax andrà in vigore da gennaio mentre si attendono altre misure per il 2023: la Web Tax, la Carbon Tax e un’estensione del sistema ETS al settore navale e marittino. La Stampa spiega che nell’intesa finale è stato indebolito il sistema per subordinare l’esborso dei fondi al rispetto dello Stato di diritto per andare incontro alle richieste di Polonia e Ungheria: il Consiglio Ue deciderà a maggioranza qualificata, ma poi dovrà esprimersi anche il Consiglio europeo (che delibera all’unanimità).
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dall'articolo di @Alessandro D'Amato per NextQuotidiano.it