Salvini detesta Conte e quindi qualsiasi cosa dica o faccia il Presidente del Consiglio per lui è una gran fregatura. Un infantilismo politico che spinge Salvini a negare perfino successi palesi come quello del Recovery Fund dopo decenni di premier che da Bruxelles tornavano giusto con la coda tra le gambe. Il suo è astio personale. Quando zuppo di mojiti Salvini si è fiondato verso i pieni poteri pensava che Conte se ne tornasse a casa in silenzio uscendo dalla porta sul retro e lo lasciasse fare. Ma Conte lo ha trascinato in Senato e lo ha riempito di ceffoni a reti unificate dando vita ad un nuovo governo. Salvini era talmente concentrato sulla propria ascesa d’aver totalmente frainteso chi fosse Conte e la realtà parlamentare attorno a lui. Errori imperdonabili per un leader politico e che Salvini sta pagando carissimo anche se non lo ammetterà mai.
Da allora Salvini ha perso lucidità, ha perso grip mediatico, ha perso il polso di quel popolo che al Papeete gli sembrava essere finalmente ai suoi piedi dopo una vita spesa in campagna elettorale. Limiti personali ma anche colpa dell’astio che si ritorce contro chi lo prova, anche in politica. Salvini si è legato i ceffoni senatoriali al dito ed ha ingaggiato una battaglia personale contro Conte. Una linea da bega tra vicini di casa che lo ha allontanato sempre più dalla realtà politica del paese ed ha estremizzato la sua propaganda spingendola fino alla palese disonestà intellettuale e allo sciacallaggio perfino in fasi drammatiche come quella pandemica. Una faziosità esasperata che esalta i tifosi più accaniti ma che allontana l’elettorato capace di ragionare con la propria testa, la grande maggioranza. Il crollo dei consensi di Salvini si spiega anche così.
Nessuno si aspettava che Salvini si disintossicasse dal proprio ego dopo il Papeete, ma nemmeno che insistesse su una linea irresponsabile che ne sta minando la credibilità. Colpa dell’astio ma anche di un destino avverso. Rispetto ai suoi predecessori Giuseppe Conte si sta rivelando un gigante. Incassa una vittoria dopo l’altra e il suo stile sobrio spacca più delle flatulenze social. Salvini non poteva scegliersi un vicino di casa peggiore per litigare. Ma le disgrazie non vengono mai sole. Ci si è messa pure l’Europa a dar segni di vita mentre i paladini del sovranismo stanno collezionando figuracce pazzesche in giro per il mondo. Sta cambiando il vento e il Recovery Fund è solo l’ultimo ceffone. Salvini lo bolla come una fregatura ma perfino i suoi alleati lo smentiscono. La Meloni si arrampica sui vetri con le unghie finte pur di non ammettere il clamoroso successo di Conte mentre l’europarlamentare Berlusconi esulta e se ne prende i meriti anche se a Bruxelles lo davano già per estinto visto che non lo vedono da tempo immemore da quelle parti.
Salvini è sempre più solo. Vittima dell’astio e di uno sterile infantilismo politico. Qualsiasi cosa dica o faccia il presidente Conte per Salvini è una fregatura ma anche il popolo che un tempo lo osannava si sta rendendo che la vera fregatura è lui.
Articolo di Tommaso Merlo per InAltoICuori.com