Con parte dei soldi di un proprio conto in Svizzera, sul quale nel 2015 aveva fatto uno «scudo fiscale» per 5,3 milioni detenuti fino ad allora da due «trust» alle Bahamas, il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana il 19 maggio cercò di fare un curioso bonifico per chiudere la storia dei camici. Il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana è indagato nella vicenda della fornitura di camici da parte di Dama S.P.A., società di proprietà del cognato Andrea Dini e della moglie Roberta. L’ipotesi di reato è frode in pubbliche forniture sui camici sanitari prima acquistati per 513 mila euro e poi donati dalla società del cognato. E c’è di più: scrive oggi il Corriere della Sera che da un conto in Svizzera dove nel 2015 aveva «scudato» 5 milioni Fontana il 19 maggio cercò di fare un bonifico di 250 mila euro al cognato. Ma la fiduciaria lo bloccò e segnalò a Bankitalia l’operazione sospetta.
L’agenzia di stampa ANSA ha scritto ieri dopo le 23 che il governatore lombardo Attilio Fontana risulta indagato dalla Procura di Milano nell’inchiesta sulla fornitura da mezzo milione di euro di camici e altro materiale da parte della società Dama spa gestita dal cognato Andrea Dini e di cui la moglie, Roberta Dini, detiene il 10%. Nell’inchiesta sono indagati anche Andrea Dini e Filippo Bongiovanni, il dg dimissionario di Aria spa, la centrale acquisti regionale, per turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente. La vicenda venne svelata all’inizio di giugno da un servizio di Report anticipato dal Fatto Quotidiano. All’epoca il governatore minacciò querele e inviò diffide nei confronti delle “diffamazioni” dei giornali.
La storia comincia quando Regione Lombardia chiede ad ARIA, azienda regionale che si occupa di acquisti, di comprare dispositivi di protezione individuale. Nel registro online degli acquisti ne manca uno, ovvero proprio quello di DAMA che attraverso una procedura negoziata (niente gara, aggiudicazione diretta), ha portato a casa una fornitura di camici per 513mila euro. L’affidamento diretto di denaro pubblico viene firmato da Aria, la centrale acquisiti della Regione, creata circa un anno fa su input dell’assessore al Bilancio, il leghista Davide Caparini. Negli elenchi dei fornitori presenti sul sito di Aria con molta difficoltà si trova la ditta Dama Spa. Dama SPA è la ditta della famiglia Dini, che produce il marchio Paul & Shark: Roberta e Andrea Dini sono proprietari. La fornitura non compare nel registro ma in una pagina interna c’è un elenco di affidamenti diretti, anche se non si specifica cosa è stato venduto e a che prezzo. Compare il nome, ma non si comprende bene cosa si venda e a che prezzo. La Dama, però, è una società nota che detiene il famoso marchio Paul&Shark. Il suo ceo è Andrea Dini, fratello di Roberta, moglie di Attilio Fontana. La first lady regionale è poi parte attiva dell’impresa in quanto vi partecipa come socia al 10% attraverso la Divadue Srl. La Diva Spa, invece, detiene il 90% di Dama Spa. La Diva Spa inoltre ha come socio al 90% una fiduciaria del Credit Suisse che amministra un trust denominato “Trust Diva”.
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dall'Articolo di @Alessandro D'Amato per NextQuotidiano.it