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A parole adora fare lo sbruffone probabilmente perché ritiene che così la sua audience sia più felice. Il dato di fatto però è che Salvini poi alla prova dei fatti tende a fuggire dai processi.  “Ringrazio chi mi manda a processo, perché mi fa un regalo: ci vado a testa alta e con la schiena dritta”: anche oggi durante il suo intervento in Senato il segretario della Lega Matteo Salvini è tornato a dire che non vede l’ora di andare a processo per Open Arms. Lo fa abitualmente perché a parole adora fare lo sbruffone probabilmente perché ritiene che così la sua audience sia più felice. Il dato di fatto però è che Salvini poi alla prova dei fatti tende a fuggire dai processi.  Salvini dice che vuole andare a processo a testa alta. Ma allora perché poi ogni volta scappa?   Ad esempio ad aprile si è lamentato che il suo processo per il caso Gregoretti ricominciasse il 4 luglio, sostenendo che ci fossero ragioni politiche dietro la fissazione del calendario d’Aula. Non esattamente la polemica di chi non vede l’ora di andare a processo. In ogni caso il processo è stato ulteriormente procrastinato a ottobre.

 Così come è un dettaglio che l’emergenza Coronavirus abbia fatto slittare anche il processo per vilipendio – dapprima al 20 aprile, poi con un altro rinvio – ma nell’occasione non abbiamo notato lamentele da parte del Capitano. Il punto vero è invece un altro. Ovvero che per tutti gli italiani invece i processi ufficialmente ricominciavano non il 4 luglio, ma l’11 maggio. Ma lui si è lamentato lo stesso.  

Un altro caso curioso è quello della Gregoretti: all’epoca Salvini a parole diceva di non vedere l’ora di andare a processo. Nei fatti scatenò tutta la Lega nella costruzione di una difesa che prevedeva il tentativo di coinvolgere l’intero governo nella questione, per sminuire così le sue eventuali responsabilità. Questo è andare a testa alta? Infine, sempre nel dicembre 2019, Salvini ha invocato il legittimo impedimento per evitare la celebrazione di un’udienza del processo che lo vede imputato per vilipendio.  Il vicepremier e ministro dell’Interno nel febbraio 2016, durante un comizio a Collegno, aveva pronunciato frasi ritenute offensive nei confronti della magistratura italiana.

Il giudice della sesta sezione penale Roberto Ruscello, dopo aver svolto accertamenti in camera di consiglio, ha respinto la richiesta del legale Claudia Eccher: «Dall’esame del resoconto stenografico dei lavori dell’aula del Senato – ha detto il giudice in aula – emerge che il calendario dei lavori del Senato per la trattazione della legge di Bilancio è stato spostato all’11 dicembre. E – ha aggiunto – come risultasse in corso una commissione permanente bilancio di cui però Salvini non fa parte». Via al processo dunque, ma solo nel pomeriggio.

Non è strano per uno che deve accettare il regalo di un processo?


Articolo di   per NextQuotidiano.it 

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