salvini gregoretti processo autorizzazione memoria 6Affronterò il 3 ottobre a testa alta, col sorriso, e penso che tanti italiani mi accompagneranno a Catania. Penso che il 3 ottobre sarà una festa di libertà democrazia di orgoglio italiano. Invito già da oggi tutti gli italiani liberi, onesti e orgogliosi a esserci”, ha detto Salvini. E la dichiarazione è imbarazzante. Vediamo perché.  Tu chiamale se vuoi eversioni. O tentativi di intimidazione. Matteo Salvini annuncia che chiamerà a raccolta gli italiani il 3 ottobre, giorno in cui dovrebbe svolgersi l’udienza preliminare sulla richiesta di rinvio a giudizio per sequestro di persona dell’ex ministro dell’Interno per la gestione nello sbarco di 131 migranti bloccati a bordo di nave Gregoretti, della Guardia Costiera italiana, da 27 luglio al 31 luglio 2019, quando giunse l’autorizzazione all’approdo nel porto di Augusta, nel Siracusano. 

 “Affronterò il 3 ottobre a testa alta, col sorriso, e penso che tanti italiani mi accompagneranno a Catania. Penso che il 3 ottobre sarà una festa di libertà democrazia di orgoglio italiano. Invito già da oggi tutti gli italiani liberi, onesti e orgogliosi a esserci”, ha detto Salvini prima della visita al carcere di Marassi, a Genova. E la dichiarazione è già di per sé imbarazzante, perché “convocare” i suoi sostenitori in tribunale potrebbe dar luogo a problemi di ordine pubblico visto che si tratterebbe di una manifestazione non autorizzata. Ma soprattutto, presentarsi con i propri sostenitori nel giorno in cui si deve svolgere un’udienza, a parte la deriva sudamericana di una scelta del genere, potrebbe costituire un chiaro metodo di intimidazione nei confronti dei giudici e del pubblico ministero che deve sostenere l’accusa.   Eppure era stato lo stesso Salvini ad appellarsi a Mattarella per avere un processo giusto e imparziale. All’epoca il presidente del tribunale di Catania Sarpietro gli aveva anche risposto: “Stia tranquillo il senatore Salvini, avrà un processo equo giusto e imparziale come tutti i cittadini. Né io né nessun giudice che si è occupato di questo fascicolo abbiamo nulla a che spartire con Palamara. E sono d’accordo con lui: quelle intercettazioni tra magistrati sono una vergogna”. “Non vedo l’ora che arrivi quella giornata, di solito i politici scappano dai processi”, ha concluso il Capitano. Lui no, lui si porta gli amici.

Articolo di   per NextQuotidiano.it 

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