(10 MARZO 2020) La Regione - come il Veneto del leghista Luca Zaia, che solo domenica chiedeva al governo di liberare dalla zona arancione le province della sua regione - si ritrova a proporre un'ulteriore stretta. Giro di vite di Bonaccini in Emilia-Romagna. Via libera dei sindacati, appoggio del Pd: "Ma basta annunci". E tanti ristoratori milanesi hanno già abbassato la serranda. Il premier incontra i leader dell'opposizione e non esclude di varare misure più stringenti. Lasciare aperti solo i negozi di alimentari e i servizi essenziali, fermare tutto il resto. Comprese le fabbriche e i mezzi del trasporto pubblico. Perché il sistema sanitario sta “arrivando ai limiti massimi” di stress, avvisa il governatore Attilio Fontana, e “può reggere un’altra settimana”. Quindi è necessario abbassare il numero dei contagi – lievitato ormai a 5.469, con un incremento di 1.280 casi nella giornata di lunedì – per allentare la pressione sugli ospedali.
E si accodano Zaia e Bonaccini – Così la Regione Lombardia – come il Veneto del leghista Luca Zaia, che solo domenica chiedeva al governo di liberare dalla zona arancione le province della sua regione – si ritrova a proporre un’ulteriore stretta a due giorni dalla decisione del governo di istituire in tutto il territorio una ‘zona arancione’, poi estesa al Paese intero. Misure più restrittive vengono applicate anche da Stefano Bonaccini in Emilia-Romagna, dove chiudono i mercati non alimentari e, dopo le 18, chiuderanno anche pizzerie al taglio, piadinerie, tigellerie, kebab, gelaterie. Non solo, il governatore emiliano ha deciso anche di chiudere questo tipo di locali h24 nel corso del week end. In Lombardia sono i sindaci a spingere per un altro giro di vite, ma non solo. Anche sindacati e ristoratori
..................
dall'articolo di Andrea Tundo per IlFattoQuotidiano.it