A chi fa zapping tv, per capire qualcosa sull’horror dei parlamentari accattoni, non è facile capirci qualcosa tra le urla incessanti di Vittorio Sgarbi, o sui chissà che c’è sotto del fratello d’Italia Guido Crosetto (“troppa efficienza dell’Inps nell’incrociare i dati”). Fin quando il direttore del Foglio, Claudio Cerasa riesce a dire qualcosa di sensato su carenza di controlli e bonus per gli autonomi. Regole, ricorda e ricordiamo, scritte nell’emergenza assoluta Covid quando tutti chiedevano di fare presto e si cercò di velocizzare i tempi di istruttorie ed erogazioni per evitare che anche quel modesto sostegno a più di quattro milioni di persone in enorme difficoltà s’impantanasse nelle solite pastoie burocratiche, e buonanotte ai suonatori. In quella fase gli enti erogatori avvertirono che i controlli successivi ci sarebbero stati, e difatti. Il senno del poi è un giochino inutile e truffaldino perché in quella situazione senza precedenti il governo cercava di intervenire un po’ a tentoni. Sotto la costante pressione del “fate presto”, che in quei mesi sembrava (ed era) l’unica cosa giusta da fare. E con l’opposizione di centrodestra sulle barricate. Erano i giorni dell’helicopter money (distribuzione di denaro a pioggia), tanto che il 28 marzo, Giorgia Meloni rilanciava su Facebook la proposta di Gianluigi Paragone dei “mille euro per ogni italiano”.
Scriveva: “Le famiglie che hanno perso la propria fonte di reddito non possono aspettare i tempi della burocrazia per ricevere un aiuto dallo Stato. Bisogna dare subito mille euro con un semplice click a chiunque ne faccia richiesta (meglio online) direttamente alla propria banca”. La leader di FdI così concludeva: “Si stabilisce in modo semplice chi ne ha diritto come sostegno, chi come prestito, chi non ne ha diritto, ma le verifiche si fanno dopo, finita l’emergenza. Intanto zero burocrazia e zero perdite di tempo. 1000 euro a chi dichiara di averne bisogno. SUBITO!”.
Sempre la Meloni, ieri, in una interessante intervista al Messaggero, a proposito di ciò che serve alle imprese dice “no a misure che durano pochi mesi mentre servono infrastrutture materiali e digitali”. Giusto. Ma quando sottolinea che “gli 80 miliardi dei decreti “Cura Italia” e “Rilancio” sono stati “dilapidati in mille rivoli con una logica assistenziale”, ci perdoni ma vorremmo capire meglio. Per esempio: se i mille euro a testa che cinque mesi fa lei chiedeva di distribuire, fossero stati effettivamente distribuiti si sarebbe trattato o no di “logica assistenziale”?
E la regola sulle “verifiche che si fanno dopo”, vale anche per i 600 euro del bonus arraffato dai cinque o tre lazzaroni?
Articolo di Antonio Padellaro – Il Fatto Quotidiano da InfoSannio.com