Si chiama “level up sistema meriti” ed è stato illustrato da Jacopo Berti, consigliere uscente della regione Veneto, in un video autoprodotto dal Movimento. L’intenzione è quella di selezionare una classe dirigente a 5 stelle attraverso un programma che evidenzi meriti e capacità dei candidati. Eccolo qua, questo è il partito di Casaleggio, la democrazia dei click che s’impossessa delle decisioni delle commissioni e delle assemblee. Questo metodo è l’evoluzione di certe minuscole icone che testimoniavano la fedeltà partecipativa di un candidato, il livello di preparazione scolastica, i precedenti incarichi amministrativi etc, con le quali è stata selezionata l’attuale classe politica a 5 stelle. E col capitale di queste icone non è stato possibile evitare che tanti parlamentari del Movimento passassero al gruppo misto, che si scoprissero ad un tratto leghisti, renziani, berlusconiani. Non è stato possibile vederli tutti tagliarsi lo stipendio e che concordassero univocamente sulla linea del partito.
Insomma, con questo sistema, si vorrebbe rendere più persuasiva l’autocertificazione di onestà che ogni grillino sbandiera ai quattro venti per essere candidato. Con questo sistema si vorrebbe arginare la folla di disoccupati che hanno preso il Movimento come un tram su cui salire per trovare lavoro. E Casaleggio, ideologo della mutua come del resto anche Grillo, non ha ancora capito il valore intrinseco dell’onestà e la sua natura rivoluzionaria. Non hanno capito che nella società del Capitale la disuguaglianza è generata attraverso le decisioni politiche, insomma per mezzo del trucco e dell’abuso, cioè della disonestà. Dunque, l’onestà, non è solo un merito della nostra natura, ma un preciso disegno politico che attenua i rigori della lotta di classe e permette una diversa distribuzione della ricchezza.
Che questa natura, o meglio, questa coscienza politica, possa essere rilevata attraverso la frequentazione degli eventi a 5 stelle, dispero. La rete di collusioni che il Movimento si appresta a diventare, col sistema delatorio che tappa le falle spalancate nel sistema Rousseau, è il solo selezionatore di competenze che finora conosca. Il resto sono chiacchiere. Come può una colonna di spunte testare la coscienza politica, la profondità morale e le capacità d’intelletto? Questa è una cosa che Casaleggio prima o poi dovrà spiegare. E dovrà spiegare come questo sistema possa essere superiore al laboratorio politico territoriale e di vertice che produce la linea ideologica e politica. Cioè, dovranno ammettere che il semplice test delle abilità conseguite con il lavoro, non è sostituibile alla volontà politica. Giacché, come avrebbe detto Virginia, la capacità si allena, ma l’onestà o ce l’hai o non ce l’hai.
E oggi ci ritroviamo ancora una volta a votare uno dei frequenti compromessi in itinere per non distruggere l’unica possibilità di fare qualcosa di buono. L’obbligo dei due mandati è una sonora fesseria se preso alla lettera. E lo è ancora di più il mandato zero. Quanto al timore di produrre una classe politica che si corrompe con la frequentazione del potere, si può evitare con il vincolo di mandato e il recall che, se non possono ancora essere legge dello Stato, possono però essere praticati dalla comunità a 5 stelle. E in qualunque stato del mandato.
Virginia deve assolutamente ricandidarsi perché deve portare a termine la testimonianza pentastellata e la rivoluzione nell’amministrazione capitolina. Cinque anni di aggressioni della stampa romana e nazionale, fino al limite estremo del dileggio e dell’offesa, sono insufficienti a generare una coscienza civile nella popolazione della Capitale. Insufficienti a dimostrare la differenza tra il governo del M5S e quello degli altri partiti. Se ancora adesso devo ascoltare quel raccomandato di Calenda che parla di cinghiali nella monnezza, e Meloni che blatera d’incapacità, voto e firmo per concedere a Virginia la candidatura eterna al Campidoglio.
Ma oltre a pretendere che si dichiari esplicitamente quale idea di città si voglia inseguire, è tempo che il M5S decida anche quale idea di società sogna per il futuro.
Articolo di Giuseppe Di Maio da InAltoICuori.com