runner migranti discotecheQuanto è cretino cercare un colpevole di un virus? Molto, moltissimo, eppure qui da noi è lo sport nazionale, praticato soprattutto da certa destra che ha bisogno di rifiutare l’analisi e la complessità per permettersi di restare a galla. Così siamo nell’era delle discoteche. Discoteche chiuse il 16 agosto, roba da far tremare i polsi, in attesa che il 26 dicembre si vietino i cenoni natalizi e il 2 gennaio esca un decreto che vieti i veglioni.  C’è stata l’epoca dei runners, ve li ricordate? Schiere di forze dell’ordine che correvano armati di droni (e telecamere al seguito) per punire corridori solitari sulla spiaggia. Molta gente era felice: ecco di chi è la colpa, a posto così. Poi, come una glaciazione, è stata l’epoca dei passeggiatori con cane: vicini appostati ci raccontavano sui social che la coinquilina usciva con il cane troppo spesso, ecco l’untrice. Grande soddisfazione.

Poi, finalmente, è arrivato un migrante malato di Covid e Salvini e compagnia cantante hanno potuto mirare le loro vittime preferite: chiudete i porti, chiudete i porti, ecco gli untori. E fa niente che i numeri dicano tutt’altro: quello che conta è la sensazione.   Una politica sensazionale come se dovesse vendere formaggi. E infatti con un bel tocco di formaggio si è fatto fotografare il leader leghista: niente mascherina e dita e naso piantato nella forma, roba illegale anche in tempi senza pandemia, eppure la politica sensazionale aveva già trovato i colpevoli. Ora siamo al punto delle discoteche: la colpa è dei giovani, dicono.

Ecco i nuovi untori. E la lezione più lucida arriva proprio da uno che nelle discoteche ci è nato e si è formato professionalmente. Scrive Linus sul suo account Instagram: “Ma quale imbecille di politico, governatore, sindaco o questore poteva pensare che si potessero aprire e non avere assembramenti?!? I gestori delle discoteche non sono esattamente una categoria al di sopra di ogni sospetto, ma come puoi pensare che la gente in un locale non faccia quello per cui c’è andata, cioè stare insieme? Perché le avete fatte aprire, eravate ubriachi o interessati? A Ibiza, capitale delle discoteche europee, hanno avuto il coraggio di tenerle chiuse, qui ogni zona poteva decidere in funzione dei casi della regione”.

Sempre in attesa del colpevole di turno, senza la visione complessiva di prendere provvedimenti strutturali. Dice qualcuno che ci vorrebbe anche un po’ di buonsenso. Vero. Verissimo. Ma non si governa con il buonsenso: si governa prendendo decisioni anche impopolari e facendole rispettare. Il resto è propaganda, la solita caccia all’untore che è vecchia (e stupida) come il mondo.

Articolo di Giulio Cavalli  per TPI.it 

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