La piazza no-mask, l'aumento dei contagi e la positività di Berlusconi mettono in difficoltà la strategia del permissivismo targata Salvini e Meloni. “Ci siamo impelagati su una linea che non ha senso. E questa cosa di Berlusconi incasina ancora di più tutto”. E’ un esponente di Fratelli d’Italia a esprimere le sue preoccupazioni, ma senza essere citato, che lì la disciplina di partito è un’affare da caserma. Nel giro di poche ore si coagulano tre elementi che rischiano se non di far collassare, almeno di mettere a dura prova la linea di estremo permissivismo messa in piedi dalla Lega e dal partito di Giorgia Meloni: l’innalzarsi dei contagi, la positività al virus del leader di Forza Italia e la strampalata piazza negazionista autoconvocatasi a Roma per sabato. Con il passare delle ore sono emersi ulteriori dettagli sulle condizioni di salute di Berlusconi, ricoverato al San Raffaele con un principio di polmonite. In una specie di rincorsa all’assurdo, Antonio Tajani si è precipitato a specificare che Silvio “non è tra i negazionisti del Covid, sull’uso delle mascherine, abbiamo sempre parlato del rischio della seconda ondata”.
Qualche ora dopo, ci è mancato poco che la Meloni perdesse le staffe davanti a un giornalista che le chiedeva se, data la vicenda del leader azzurro, fosse da archiviare il periodo negazionista: “Le accuse di negazionismo non le accetto da nessuno, soprattutto dalla sinistra”, ha risposto. Iniziando a prendere esempi in quel periodo lontano nel quale il governo predicava calma e il centrodestra rigore, senza tenere minimamente conto che è da diversi mesi che le parti si sono ribaltate: “Ricordo che quando noi chiedevamo la quarantena per chi rientrava dalla Cina Zingaretti andava a Milano a prendere l’aperitivo, quando chiedevamo che il governo si dotasse di mascherine e respiratori Di Maio mandava otto tonnellate di dispositivi anti-Covid in Cina”, e via discorrendo.
Sia Nicola Zingaretti sia Luigi Di Maio, non appena hanno scorto il tallone d’Achille all’orizzonte, hanno iniziato a lanciare frecce. Ha aperto le danze il segretario del Pd: “E’ una follia allo stato puro quella manifestazione”. Il ministro degli Esteri ha portato l’attacco su un livello più politico: “Rabbrividisco quando penso che poteva essere al governo chi va oggi nelle piazze a dire che la mascherina non serve”.
Occorre sottolineare che Lega e Fratelli d’Italia poco c’entrano con la piazza autoconvocatasi a Roma, ma che nulla hanno fatto per sconfessarla. “I negazionisti del virus sono nel governo - ha attaccato la Meloni - e sono tutti quelli che non hanno preso disposizioni in tempo”. Non importa se l’alleato Salvini accusa “i professoroni” di rimproverarlo perché sono più le volte che non porta la mascherina rispetto a quelle in cui la indossa, e che ha scatenato una bagarre al Senato perché si è rifiutato di metterla nonostante i protocolli mentre, negli stessi giorni, Vittorio Sgarbi veniva portato via di peso fuori dall’Aula della Camera.
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dall'articolo di P