Secondo Luigi Di Maio, il M5s ha bisogno di una leadership forte, votata e approvata dagli iscritti. Da tempo il dibattito sul e nel M5s è incentrato sul capo politico: un unico leader o una struttura collegiale? Meglio Di Maio o Di Battista? L’ho già detto più volte e lo ribadisco ancora oggi: questo tipo di discussione non mi appassiona e, anzi, mi delude. Il M5s ha una priorità: darsi un’identità, capire chi è, che progetti ha per il futuro. E non può essere un leader la chiave di volta. Piuttosto, manca come l’ossigeno una riflessione interna, animata, che guardi al passato, a quanto fatto di buono e agli errori commessi, per poi costruire un futuro in cui il M5s possa essere solido, determinato e dunque credibile. I cambiamenti sono fisiologici, naturali e sono sostenitrice del fatto che non si possa restare ancorati a ciò che si era appena nati. La storia detta le priorità e l’intelligenza e la lungimiranza dovrebbero spingere una forza politica a saper affrontare di volta in volta le sfide che si presentano, mettendosi anche in discussione, osando.
Ma per restare uniti, per non avere disorientamento, disamoramento un dibattito interno è necessario per maturare decisioni che comportano cambiamenti radicali. Nel M5s mi sento di dire che tutto questo è mancato, è mancato il coinvolgimento ed è paradossale per una forza politica che faceva della partecipazione il suo punto basilare. La democrazia diretta ha ceduto il passo ad una più ragionevole democrazia partecipativa, ma anche questa si è ritrovata ad essere mortificata dal ricorso a mere ratifiche on line.
Forse siamo ancora in tempo per fermarci a capire cosa siamo e cosa vogliamo diventare, e soprattutto cosa vogliamo offrire al nostro Paese, che progetti abbiamo e come attuarli.
Non si tratta di scrivere un libro dei sogni, nè di individuare un leader cui aggrapparsi come salvatore.
Se mai saranno organizzati gli Stati generali del M5s, mi auguro che possa esserci un dibattito approfondito, franco, che affronti temi, progetti e organizzazione interna.
Un leader senza una squadra nutrita e affiatata, con le idee chiare sul cammino da percorrere, rischia di essere una figura debole destinata a fallire in breve tempo. E con lui l’intero movimento.
Articolo di Laura Ferrara (Portavoce M5S Europa) da Facebook