Imagoeconomica scuola e i criminaliL’inizio della scuola è da sempre un Far West. Proteste, insegnanti che mancano, studenti che non si sa dove mettere. Politica e sindacati ci sguazzano, ma poi la campanella suona e si pensa a studiare. Un diritto che quest’anno si sta mettendo in pericolo con l’antologia più aggiornata delle brutte lezioni. Gestire il rientro in classe in mezzo a una pandemia è di per sé un’impresa, soprattutto se i partiti dell’opposizione se ne sbattono dei ragazzi e per attaccare il Governo spargono a piene mani false informazioni, bullizzano la ministra, creano letteralmente il panico tra i giovani e le famiglie.  A tutto questo va aggiunto il caos generato dalla dirigenza scolastica. Dopo aver chiesto niente di meno che lo scudo penale, i presidi si stanno sbizzarrendo nel dettare misure di prevenzione fai da te, mai previste nelle linee guida ministeriali. Basta farsi un giro sui gruppi whatsapp o sulle chat di classe. Scopriamo così che ci sono bambini delle elementari costretti a portare quaderni e astucci dentro le buste di plastica e non negli zaini, oppure a lasciare fuori dagli istituti le giacche autunnali, che potranno rimettere solo all’uscita, magari dopo aver attraversato un cortile al freddo e sotto la pioggia. 

 In questo modo, chi si salva dal virus ce lo giochiamo con la polmonite. Naturale, dunque, che il Paese sia sgomento, e che i più ingenui diano la colpa a chi ha la responsabilità dell’organizzazione a livello centrale. Esattamente l’effetto voluto da chi spara palle nei comizi e in tv, senza curarsi del pericolo che la strumentalizzazione elettorale (abbiamo le Regionali dietro l’angolo) finisca per provocare l’interruzione di un pubblico servizio, e dunque un reato previsto dal codice penale.  Certo, di cose che non vanno ce ne sono tante. In Francia nessuno ha mai promesso le mascherine gratis a tutti, ma se qui si è deciso di fare diversamente poi la mascherine devono esserci. Perciò il commissario Arcuri tragga le conseguenze: se le famiglie le dovranno comprare o dà le dimissioni oppure trova i soldi per rimborsarle, fosse anche di tasca propria. A scuola si va per imparare. Anche cos’è la serietà.

Articolo/editoriale di Gaetano Pedullà  per LaNotiziaGiornale.it 

You have no rights to post comments