Nelle messe cantate di Porro e Del Debbio sugli straordinari meriti del Centrodestra e della Lega non se n’è mai parlato, e meno che meno nelle sacre scritture di Belpietro e Sallusti perennemente contro Conte e i 5 Stelle, ma sul fronte dell’opposizione è in arrivo l’Apocalisse. Per il Covid e per ovvi motivi anagrafici Berlusconi è destinato a cedere altra leadership, ma chi sta messo persino peggio è Salvini. Al di là del risultato alle Regionali, che sarà comunque importante, il Carroccio gli è scappato di mano. In Veneto la lista di Zaia recupera e probabilmente aumenta i voti fuggiti dal partito, che nel trend nazionale sono crollati di 15 punti in un anno, se si considera il 38% a cui era accreditata la Lega nei giorni del Papeete e il 23% attuale. E vedremo se l’arresto dei commercialisti di fiducia in via Bellerio o le contestazioni come quella di Torre del Greco di ieri toglieranno qualcos’altro. Per invertire questa rotta, il Capitano – come si fa chiamare dai suoi fan e dai troll a libro paga sui social network – punta a trasformare in una passerella il processo di Catania sulla faccenda Gregoretti, ma anche tra i suoi fedelissimi è chiaro che questi show funzionano sempre meno ed è ormai gara aperta nel mollarlo al suo destino. Prima erano stati colonnelli come Claudio Borghi a smentirlo apertamente sul voto al referendum tagliapoltrone, ma ieri a certificare la spaccatura è arrivato un generale del calibro di Giancarlo Giorgetti. La Lega, insomma, è pronta per un nuovo leader.
Articolo/editoriale di Gaetano Pedullà per LaNotiziaGiornale.it