Si allarga l'inchiesta sui milioni spariti del Carroccio. Mentre piovono segnalazioni dall'Antiriciclaggio su nuove operazioni sospette, un ex banchiere ammette di aver insabbiato numerosi movimenti per favorire il fiscalista arrestato vicino al Carroccio, Di Rubba. Piuttosto che segnalare all’anticorruzione le operazioni anomale effettuate dai commercialisti vicini alla Lega, l’ex direttore della filiale Ubi di Seriate, Marco Ghilardi, preferiva nasconderle sotto il tappeto. Insabbiature volontarie come ha spiegato lo stesso manager, sentito in qualità di testimone dai pubblici ministeri di Milano, coordinati dal Procuratore Francesco Greco, secondo cui si è trattato di “operazioni prive di valide ragioni economiche che, aldilà degli importi, non mi è capitato di vedere in tutta la mia carriera. E ho lavorato in banca quasi trent’anni”.
Eppure nonostante gli fosse più che evidente che ci fosse del torbido, l’ex direttore ha scelto deliberatamente di non muovere un dito in virtù della sua amicizia con Alberto Di Rubba. CHIUDERE UN OCCHIO. A rivelare l’incredibile motivazione è stato involontariamente lo stesso manager nell’intercettazione del 21 maggio scorso quando parla con il commercialista vicino alla Lega per tentare di esporre le sue giustificazioni per le mancate segnalazioni di una serie di operazioni sospette rilevate sui conti di società collegate priorio a Di Rubba e all’altro revisore del Carroccio, Andrea Manzoni. Omissioni per le quali proprio in quel periodo il bancario era chiamato a difendersi da contestazioni disciplinari che, come noto, porteranno al suo licenziamento. Al telefono Ghilardi è a dir poco preoccupato per il suo futuro professionale tanto che prima afferma che “la banca non ha perso un centesimo, io non ho preso un soldo, l’ho fatto solo per amicizia e in buona fede” e dopo inizia a leggere all’amico Di Rubba tutte le contestazioni che l’istituto gli ha fatto.
“Perché a 50 anni dove caz.. vado? (…) chi caz.. mi assume? (…) allora lì dovrò contare ancora su di te o su qualcuno” taglia corto l’ex direttore di filiale. Il riferimento, secondo l’accusa, sarebbe proprio ad esponenti del Carroccio che, in qualche modo, sarebbero in debito con Ghilardi.
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dall'articolo di Davide Manlio Ruffolo per LaNotiziaGiornale.it