Toti e Carfagna prima di chiudere la loro operazione devono capire quante adesioni raccolgono. I due, con il coordinamento di Osvaldo Napoli, sono pronti a mollare Forza Italia anche in protesta con le due reggenti Gelmini e Bernini. Gianni Letta, che sostiene l'operazione-Carfagna da mesi, si muove come sempre su due piani: un po' con quelli che vogliono fare la stampella del governo Conte e un po' con quelli che non vogliono mollare la coalizione di centrodestra. Il ragionamento di A-Mara e dell'orsacchiottone ligure, che fino a dieci minuti fa (fino alla rielezione) era una specie di salviniano infiltrato, è che se bisogna entrare al governo serve un nuovo soggetto che sia controllato da loro e si allinei a un convinto europeismo anti-sovranista. Per occupare quel solito e mitologico centro che ormai non attira più i voti di una volta…
(DAGONEWS)
Metti una sera a cena, ieri, sulla terrazza dell’Hotel Valadier di Roma: menù a base di antipasto di salmone, pennette al pomodoro, torta al cioccolato e un nuovo partito. Ai fornelli, politicamente parlando, la “strana coppia” composta da Giovanni Toti e Mara Carfagna. Il presidente della Liguria e la vicepresidente della Camera, nell’estate del 209, furono protagonisti di una breve diarchia: Silvio Berlusconi li nominò coordinatori di Forza Italia per tentare di placare la ribellione contro il “cerchio tragico” capitanato da Licia Ronzulli e Antonio Tajani, ma prima Toti e poi la Carfagna capirono che in realtà non avrebbero avuto il potere neanche di cambiare il colore delle poltroncine della sede del partito, e mollarono tutto.
Toti da Fi è uscito, ha fondato “Cambiamo!” e ha stravinto le regionali; la Carfagna ha resistito, sperando in un rinnovamento di Forza Italia, ha fondato l’associazione “Voce Libera”, e ora si è convinta a fare il grande passo.
Mara e Giovanni fondano dunque un partito centrista: avrà strutture territoriali, una organizzazione su tutto il territorio, e si presenterà già alle prossime amministrative. Il progetto è quello di dare rappresentanza all’elettorato di centrodestra che non vuole morire leghista, e tantomeno è attratto dal soave tono di voce di Giorgia Meloni. Alle prossime politiche, se la legge elettorale sarà proporzionale, si punta al 5% senza dare assolutamente per scontata la premiership di Matteo Salvini. Fino ad allora, nessun sostegno al governo, ma opposizione responsabile e ancoraggio nel centrodestra e soprattutto nel Ppe.
Dato per scontato che Fi è ormai in fase di liquidazione, Giovanni e Mara ieri sera hanno riunito alcuni dei parlamentari che aderiranno al nuovo partito e hanno dato il via all’operazione. Tra i commensali, Andrea Cangini, Paolo Romani, Gigi Casciello,Paolo Russo, Gaetano Quagliariello, Alessandro Sorte, Daniela Ruffino, Stefano Benigni. I numeri per formare un gruppo autonomo alla Camera e al Senato ci sono. Il nome del nuovo movimento? Si ispirerà al Partito Popolare Europeo. Il discorso di apertura lo ha tenuto Toti, quello di chiusura è toccato alla Carfagna.
(Carlo Tarallo per DagoSpia.com)