A proposito del "parapaponzi" innescato dalla "cancellazione" dei 2 decreti sicurezza Salvini, sostituiti dal nuovo decreto varato dal Governo 2 giorni fa, (alimentato anche, haime', da una parte della base 5 Stelle...), una volta ancora mi tocca constatare che ci si ferma "alla prima cantina" e si apre bocca senza approfondire, rincorrendo la propaganda mediatica della dis-informazione di centro destra, ma anche le roboanti dichiarazioni del centro sinistra, in testa Zingaretti, su questa azione di Governo ci vuole mettere il cappello. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte è stato chiaro: non ci sono né porti chiusi né porti aperti, ma solo una disciplina più coerente con la Costituzione, la sicurezza e il diritto di protezione dei migranti». E in effetti andando a leggere il nuovo decreto (o basta anche un sunto di esso), ci si rende conto che ricalca in larga misura le orme dei 2 precedenti (quelli a suo tempo approvati anche con l'ok sofferto dei 5 Stelle). Il provvedimento nasce dalla mediazione fra 5 Stelle e Pd e poggia le sue basi sull'opera di un tecnico come Luciana Lamorgese, avulsa da qualsivoglia condizionamento di partito come la sua storia professionale dimostra. Il provvedimento ha recepito in toto i rilievi mossi dalla Corte Costituzionale e dal Presidente della Repubblica espressi dopo la promulgazione dei 2 decreti Salvini, in particolare le multe alle ONG e il divieto di iscrizione all’anagrafe per i richiedenti asilo.
Tutta roba che, oltre ad essere incostituzionale, era utile solo ad alimentare la propaganda leghista ma che, alla prova dei fatti, non ha portato alcun beneficio nella gestione sul territorio dei flussi migratori.
Le multe alle Ong, che prima potevano arrivare fino ad 1 milione di euro, oggi possono arrivare fino a 50 mila euro ma, per la ONG che non operasse in collaborazione col centro di coordinamento competente e allo stato bandiera, tentando un ingresso forzoso nelle nostre acque territoriali, l'illecito, da che era amministrativo, ora è divenuto PENALE, tanto che le Ong già parlano di "criminalizzazione dei soccorsi in mare".
Nel decreto viene ribadito l'obbligo costituzionale e internazionale del soccorso in mare, così come il divieto di espulsione e respingimento di chi nel suo Paese rischia torture o trattamenti disumani, sfruttamento lavorativo, violenza domestica, calamità naturali. A coloro che dimostrino di averne diritto, verrà accordata una "protezione speciale" che va a sostituire quella che prima si chiamava "umanitaria" (e ci mancherebbe...).
I migranti potranno essere trattenuti nei Centri di permanenza non più di 90 giorni (prima erano180) e rischiano l’arresto e il processo per direttissima nel caso di danni arrecati al centro.
E ancora, il nuovo decreto prevede l'istituzione di piccoli centri di accoglienza, sul modello di quegli Sprar chiusi da Salvini col solo effetto di riversare sulle nostre strade migliaia di immigrati non gestiti e lasciati allo sbando.
Decade anche l’articolo del “decreto sicurezza” (art. 13 d.l. 113/2018), che escludeva i richiedenti asilo dall’iscrizione anagrafica dei Comuni ospitanti e che, oltre ad essere dichiarato incostituzionale dalla Corte Costituzionale, tanti problemi di identificazione aveva creato ai sindaci di tutta Italia. Le risposte alle richieste di cittadinanza, inoltre, dovranno essere evase entro 36 mesi dalla domanda.
La competenza sul divieto di ingresso nelle acque territoriali di navi battenti bandiera straniera torna al ministero dei Trasporti. Come ricorderete nel Conte I questa competenza Matteo Salvini se la era voluta avocare come responsabile (sia pure in missione perpetua), del Viminale. Ora il Mit tornerà a concertare le proprie decisioni, com'è sacrosanto che sia, con l’Interno e la Difesa, informato il presidente del Consiglio. Solo problemi di sicurezza pubblica potranno giustificare interventi in autonomia da parte del Ministero dell'Interno. La logica dei "pieni poteri", finalmente, ce la siamo lasciati alle spalle.
Ma il nuovo decreto sicurezza non si limita alla gestione dei soli flussi migratori. Nel nuovo decreto è stato inserito anche il nuovo DASPO urbano: i violenti, quelli che provocano risse in prossimità dei luoghi di intrattenimento, vedranno aumentarsi le pene. Nei casi come quello di Willy Monteiro, morto a colpi di calci per aver tentato di aiutare un amico in difficoltà, lo Stato non farà sconti.
Io non credo che questo nuovo decreto sicurezza sia perfetto, credo però che sia molto più equilibrato dei 2 precedenti perché esente da forzature ideologiche fini a se stesse. E di questo risultato molto merito va riconosciuto ai 5 Stelle al Governo che, in ossequio al loro DNA, non si fanno condizionare da substrati ideologici.
Articolo di Roberta Labonia per InAltoICuori.com