Chiusura di palestre e piscine, limiti agli orari dei centri commerciali nel fine settimana, coprifuoco notturno su tutto il territorio nazionale dalle 23 alle 6 del mattino: sono queste le misure al vaglio del governo, che si prepara ad annunciare entro domenica un nuovo Dpcm dopo che – secondo le proiezioni che circolano a Palazzo Chigi – la curva epidemiologica crescerà in modo esponenziale tra oggi e venerdì. Con la pressione sugli ospedali che aumenta. Serve una reazione e operazioni di mitigazione, perché quelle di contenimento da sole non sono sufficienti a limitare i contagi di Covid. Così, dopo i coprifuochi imposti da Lombardia, Piemonte e Campania, anche la Liguria si prepara a varare misure simili: lockdown mirati a Genova e didattica a distanza al 50 per cento per le scuole superiori. La Puglia e il Lazio, allo stesso modo, pensano a una stretta, e Zingaretti valuta l’ipotesi d’introdurre lezioni a distanza nelle Università, ad eccezione delle matricole del primo anno. Sul piano nazionale invece, si prevedono limitazioni agli orari di apertura e chiusura di bar, ristoranti e centri commerciali nel week end.
Il primo giro di vite potrebbe riguardare però la chiusura di palestre e piscine, nonostante Conte avesse assicurato durante l’ultima conferenza stampa a palazzo Chigi che sarebbe stata imposta solo se le strutture non avessero messo a norma i protocolli. Ma (come abbiamo messo in evidenza in questo reportage) gestori e personale immaginavano di poter essere le prime vittime di una nuova impennata di contagi. Il vero braccio di ferro nell’esecutivo riguarda il coprifuoco nazionale, con il Partito Democratico che vorrebbe imporlo dalle 22 alle sei del mattino per “dare un segnale” di severità, e il M5S che invece vorrebbe concederlo al massimo a partire dall’una.
Secondo quanto riportato da Repubblica, il premier non vorrebbe imporlo affatto. Anche perché, dopo le ordinanze regionali, l’efficacia di una chiusura che riguarda solo le ore notturne è tutta da verificare. Intanto, ieri è partita la lettera che chiede alle Asl d’inserire la notifica dei positivi nella App Immuni. Ma il rimedio estremo e che il governo tiene nel cassetto sulla scia di quanto sta accadendo in Francia e Inghilterra, è l’imposizione di misure al limite del lockdown, e cioè il divieto a tutti gli spostamenti ad eccezione di motivi necessari: lavoro, salute – come durante i mesi di quarantena – e scuola. Anche tra Regioni.
Articolo di Marta Vigneri per TPI.it