L’emergenza covid 19, oltre che preoccupare, riesce a coagulare l’attenzione dei cittadini occupando giornalmente interi spazi televisivi con Tg e talk show dove i soloni del giornalismo nostrano, tuttologi, scienziati a propensione mediatica, vengono a inoculare il virus del dubbio e della confusione con le loro argomentazioni contraddittorie, a volte catastrofiche a volte minimizzatrici. Queste provocano sfiducia e disorientamento mentre il malcontento incomincia a farsi strada tra la popolazione. Il continuo cannoneggiamento mediatico così sortisce l’effetto contrario e ci induce sempre più a dubitare della veridicità delle informazioni e a credere che su questa pesi pesantemente la mano degli editori in assoluto conflitto di interessi. La verità è quella che ci propinano i media o è soltanto lo specchio deformato di essa? Di contro si rimane perplessi, se non addirittura sconcertati, dinanzi ad un imbarbarimento dell’informazione con critiche spesso gratuite pronte a sfociare nelle offese personali o, come accaduto domenica scorsa, ad un passo dallo scontro fisico tra il conduttore della trasmissione “Non è l’arena” Massimo Giletti e il direttore del giornale “la Notizia” Gaetano Pedullà.
Una delle solite trasmissioni salottiere in cui il conduttore Giletti con i suoi comportamenti provocatori, ai limiti della professionalità, tende a restringere gli spazi di libertà, pronto a diffondere il verbo delle insinuazioni e il dubbio dell’evidenza, creando volutamente un terreno scivoloso e carico di ombre sul caso Di Matteo – Bonafede, riproponendo con ipocrisia lo scontro istituzionale tra due figure di primo piano in ambito giudiziario, e omettendo di trattare con altrettanta dovizia la condotta poco chiara del magistrato Di Matteo nel voto contrario espresso sulla permanenza del collega Davigo in seno al Csm, contribuendo così a escludere un magistrato di elevato valore professionale e umano. Il solito chiacchericcio mediatico con veri e propri scoop è andato in onda nel salotto di Giletti, dove il verbo espresso dal conduttore è assoluta verità, riuscendo ancora una volta a sollevare un polverone e ad elevarlo a mera spettacolarizzazione, così da creare contrasti e rivalse in grado di offrire linfa vitale a polemiche sterili e ad un suo modo fazioso di concepire un giornalismo sempre più servile. Resta lo sconcerto dei cittadini per la polemica e lo spettacolo ai limiti della decenza offerto dal giornalismo italiano che riesce ancora una volta a dare il peggio di se e a manifestarci indirettamente quanto lontano ancora sia il traguardo da raggiungere per una informazione libera e esclusivamente al servizio dei cittadini.
Articolo di Paolo Caruso per InfoSannio.com