Il lupo perde il pelo ma non il vizio. E in Parlamento il cambio di casacca è un vizio davvero duro a morire. Da inizio legislatura, secondo i dati dell’Associazione Openpolis, i cambi di gruppo sono stati 131, per una media di circa 4,37 voltagabbana al mese. Meno rispetto alla XVII legislatura (marzo 2013-marzo 2018) in cui il fenomeno era letteralmente esploso: 569 traslochi da parte di 348 parlamentari da un settore all’altro dell’emiciclo. Durante il governo Conte I, si è registrata una media di circa 1,61 cambi al mese. Con l’inizio dell’esecutivo giallo-rosso, governo Conte II, il dato medio è esploso a 7,3. Ad aprire le danze ci ha pensato Matteo Renzi con la nascita di Italia Viva, che nel settembre 2019 ha portato ben 51 cambi di casacca. Nell’ultimo anno la media si è attestata a 4,1 cambi al mese. Openpolis registra complessivamente 24,2 per cento cambi di gruppo dall’inizio dell’emergenza. IL PALLOTTOLIERE. Da gennaio 2020, infatti, sono stati ben 42 gli spostamenti, di cui 31 avvenuti dopo la dichiarazione dello stato di emergenza.
Gli ultimi a traslocare in ordine di tempo sono stati i senatori Claudio Barbaro e Raffaele Fantetti, passati al gruppo misto rispettivamente da Lega e Forza Italia. Poco cambia per i numeri della maggioranza. La coperta, lo abbiamo scritto giorni fa, era corta già da tempo. I 148 senatori (95 del M5S, 35 del Pd e 18 di IV) sono lontani dai 161 necessari perché la maggioranza possa operare come tale. Fatto sta che è costretta, lo ripetiamo, a ricorrere al Gruppo misto, quasi nella totalità dei componenti.
Dunque ad incassare il colpo dei vari spostamenti sono principalmente i due principali partiti dell’attuale maggioranza che hanno perso, infatti, 37 parlamentari ciascuno dall’inizio della legislatura: 24 deputati e 13 senatori nel M5S e 21 deputati e 16 senatori nel Pd. Significativi anche gli abbandoni in Forza Italia, che ha perso 11 deputati e 8 senatori. Tolti i gruppi di Italia viva che sono stati costituiti in corso di legislatura, la gran parte è confluita nel Gruppo Misto. C’è da dire, poi, che per il Pd la maggior parte degli abbandoni è da addebitare a IV, per quando riguarda i 5S, invece, da un lato ci sono i parlamentari che hanno lasciato per scelta personale, dall’altro gli espulsi.
Il 43 per cento dei 5stelle fuoriusciti da inizio legislatura sono stati espulsi. E se qualcuno pensava che l’emergenza sanitaria potesse mettere fine, o almeno un freno, a questo mal costume si sbagliava di grosso. Il tutto mentre i cambi di gruppo, uniti ai casi positivi al Covid-19 ed a tutti i parlamentari finiti in isolamento fiduciario rischiano davvero di cambiare in maniera significativa gli equilibri nelle aule delle due Camere. A Montecitorio, per dire, sono circa 60 i deputati bloccati a casa causa Covid. Un problema, nonostante tutte le misure di contenimento adottate dal collegio dei questori dall’inizio dell’emergenza.
“Misure sempre al passo con l’evoluzione della pandemia per abbassare al massimo la probabilità di contagio dentro Montecitorio, tutelare la salute di quanti lavorano dentro la Camera e garantire al tempo stesso il regolare funzionamento dell’Istituzione – spiega a La Notizia il deputato questore M5S, Francesco D’Uva -. Oltre alle prescrizioni in vigore per tutti i cittadini (quali la mascherina e le distanze di sicurezza) è stata avviata l’esecuzione di tamponi molecolari e test rapidi a Montecitorio, rivolti sempre a chi lavora in maniera stabile al suo interno e sempre sulla base di una valutazione medica. A deputate e deputati è stato dedicato lo screening con test rapidi e risultati in 15 minuti”.
Articolo di Maria Elena Cosenza per LaNotiziaGiornale.it