Irriducibili i renziani. Un vero e proprio muro di gomma. Gli appelli del premier “a non soffiare sul fuoco del malessere sociale per qualche percentuale di consenso nei sondaggi” e l’ira del segretario dem Nicola Zingaretti lasciano impassibile il leader di Italia viva. Matteo Renzi, se possibile, alza il livello dello scontro. “Chiudendo ristoranti alle 18 e chiudendo i luoghi della cultura non diminuiscono i contagiati: aumentano solo i disoccupati”, insiste il senatore fiorentino con toni e contenuti simili a quelli del verbo salviniano. “Chiedere di organizzarsi meglio non è lesa maestà ma buon senso. Siamo in maggioranza ma non siamo mai stati e mai saremo yes man”, dice. Il premier, al termine del Consiglio dei ministri che vara il decreto Ristori, convoca i capigruppo di Camera e Senato. Iv, alla vigilia del faccia a faccia, annuncia battaglia: “Ribadiamo la necessità di rivedere le chiusure di cultura, sport e ristoranti. La convocazione è un buon segnale ma non può essere né una passerella né una ratifica di decisioni immodificabili”. Iv – replica Conte – ha partecipato ai lavori per la stesura dell’ultimo Dpcm, “i distinguo del giorno dopo francamente mi sorprendono, è stato uno sforzo collettivo”. E ancora: “è facile fare da contrappunto. è più difficile offrire misure alternative che riportino la curva sotto controllo”. E proposte del genere la notte in cui sono state decise le ultime misure anti Covid “non sono state presentate”.
Articolo di Raffaella Malito per LaNotiziaGiornale.it